Destra di Popolo.net

AUMENTANO LE PRESSIONI SU CONTE PER DARE VITA A UN NUOVO PARTITO

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

NEI GRUPPI PARLAMENTARI IN POCHI DIFENDONO GRILLO… ALMENO META’ DEI SENATORI E UN TERZO DEI DEPUTATI PRONTI A SEGUIRE CONTE

Che i rapporti personali fossero ridotti al lumicino lo testimonia l’ultima telefonata di qualche giorno fa. Nel corso di un’ora ruvidissima, Giuseppe Conte ha tirato dritto: “Beppe mi devi dare il simbolo, io sono l’unico che può allargare il consenso del Movimento”.
A quel punto il garante ha alzato la voce: “Ma chi pensi che sia andato a nuoto a Messina, chi pensi che abbia fatto tutto questo, tu o io?”. I due non si parlano da allora, o meglio, lo fanno solo via mail, conferenze stampa e, in ultimo, post.
Il fondatore lunedì si è fermato un secondo prima di premere invio, assecondando il pressing dei mediatori che si sono spesi fino all’ultimo per evitare la rottura.
Ma la rabbia dopo le accuse dell’ex premier di voler fare un’operazione di facciata, di essere un padre padrone della sua stessa creatura non è scemata.
Anzi, il vaffa che Grillo ha lanciato in faccia a Conte coinvolge anche chi in questi ultimi giorni gli ha assicurato che quella dell’avvocato era la soluzione giusta: “Mi sento: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti pensando che Conte sia la persona giusta per questo”.
La rottura è totale, l’ex premier, issato su a Palazzo Chigi, osannato, difeso, ritenuto la persona giusta per far ripartire la storia M5s, viene demolito: “Non ha né visione politica, né capacità manageriali, non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”, il suo sarebbe stato un “partito unipersonale” con “uno statuto seicentesco”.
Un partito che con tutta probabilità prenderà forma e inizierà a muoversi sulle sue gambe senza le insegne pentastellate. Perché i suoi fedelissimi non escludono, anzi accreditano, che a questo punto l’unica soluzione “per non fare dieci passi indietro anziché uno avanti, per non tornare al M5s delle origini che oggi sarebbe anacronistico”, sia quello di un partito del professore.
Lui fino a ieri ha negato, e anche in queste ore si sta muovendo con prudenza, perché la situazione è delicata. Ma il consenso che riscuote al momento dentro ai gruppi è alto, anzi altissimo.
L’uscita di Grillo ha gettato i gruppi parlamentari nel caos, non si trova nessuno che sia disposto a difenderlo. Perché non solo il garante ha affondato l’ex capo politico in pectore, ma ha anche tracciato da subito la rotta per il futuro prossimo indicendo la votazione del Comitato direttivo (quello composto da cinque membri e previsto dallo statuto uscito fuori dagli Stati generali), una votazione che dovrà avvenire su Rousseau, perché “qualsiasi altra piattaforma esporrebbe il Movimento a ricorsi in tribunale”.
I deputati sono in rivolta, e hanno chiesto al capogruppo Davide Crippa, nel mirino di Conte anche nella telefonata con Grillo, un’assemblea che si terrà mercoledì in serata. “Per sei mesi gli abbiamo detto di farci votare il Direttorio – dice uno di loro – invece ha voluto Conte, ha delegittimato Casaleggio e ci ha portato da tutt’altra parte. E ora che fa? Ritorna al punto di partenza? È una follia”.
Si guarda a Stefano Patuanelli e a Paola Taverna, i due big considerati più vicini all’ex premier e che potrebbero essere il motore di una spaccatura. Un loro collega è sicuro: “Se Conte fa un suo partito qui ci sarà un travaso generale, con Grillo ci andiamo a schiantare”.
Con il garante, paradossalmente, solo quelli che sono stati espulsi o se ne sono andati per non aver accettato la svolta di Draghi, a partire da Nicola Morra, che si candida al Direttorio, o Elio Lannutti, che pur molto critico è rimasto nel Movimento: “Chi tira la corda la spezza, sto con Beppe”.
Le chat esplodono, molti tra deputati e senatori sono concordi: “Siamo alla follia, per me è finita”, dice l’onorevole Roberto Rossini.
Non si escludono nuovi addii nelle prossime ore di parlamentari sfibrati dopo oltre un anno di reggenza e quattro mesi chiusi in follia, ma il grosso dei delusi guarda a Conte, per quella che più che una scissione diventerebbe una spaccatura.
Il pallottoliere impazzito parla di almeno la metà dei senatori e di un terzo dei deputati, anche perché il rischio è che la mossa di Grillo dia vita a un Movimento acefalo. Improbabile che i pesi massimi come Luigi Di Maio o Roberto Fico si candidino per il nuovo Direttorio, che con personalità di secondo piano sarebbe nella quasi impossibilità di governare il caos. “Io nemmeno lo voto”, dice un parlamentare esasperato, “anche perché Beppe può ripartire solo da chi è contro questo governo”. E questo, al momento, non è il Movimento 5 stelle.
(da Huffingtonpost)

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I FEDELISSIMI DI CONTE: “COSI’ IL MOVIMENTO E’ MORTO”

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

“BEPPE NON E’ PIU’ LUCIDO” … LA SCISSIONE SI AVVICINA

Il Movimento è sotto choc, una botta così violenta nessuno se l’aspettava. Il post con cui Beppe Grillo ha ucciso in culla la leadership di Giuseppe Conte ha spiazzato tutti e gelato il paziente lavoro dei pontieri. «Così il Movimento è morto», gemono nel fronte contiano. E adesso? La parola impronunciabile, che terrorizza i parlamentari e rimbalza sulle chat, è «scissione».
Sono in molti ormai a ritenerla inevitabile, tanto che nei gruppi c’è già chi fa di conto e ipotizza lo strappo di «un centinaio tra deputati e senatori». Ricucire appare impossibile, dopo che il fondatore del M5S ha scolpito sul blog giudizi lapidari e definitivi, come «Conte non ha visione politica» e il suo nuovo statuto «è seicentesco».
Parole distillate per far male e lasciare il segno, a costo di spaccare in due il Movimento. «Beppe non è lucido, non è più lui», è il mantra condiviso dai contiani. Ora la palla è di nuovo nel campo dell’ex presidente del Consiglio, il quale non sembra avere altra scelta che ragionare su un nuovo partito, un altro partito fuori dal Movimento. «Non voglio fondare un mio partito personale», aveva detto ieri al Corriere, senza però chiudere del tutto e spiegando al tempo stesso che per dar vita a una nuova forza politica, radicata sul territorio, ci vuole tempo. E lui il tempo lo ha: due anni, da qui alle elezioni politiche del 2023.
(da Il Corriere della Sera)

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“IL POST CI HA STUPITI, SKY VOTE ERA PRONTA”

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

PARLA L’AD DELLA SOCIETA’ CHE HA PROGETTATO IL NUOVO SISTEMA DI VOTO PER IL M5S: “NOI SIAMO PROFESSIONISTI, NON ATTIVISTI”

Nel lungo post di Grillo, in risposta alla conferenza stampa di Conte di ieri, il fondatore del Movimento riabilita clamorosamente la piattaforma Rousseau per il voto sullo statuto, in barba al divorzio appena sancito tra la piattaforma di voto online e i 5 Stelle.
“Io lo sto apprendendo adesso, mi è stato appena girato il post. Noi non abbiamo un’esclusiva con il Movimento 5 Stelle: non è che potranno votare solo sulla nostra piattaforma. Altri elementi del contratto non li divulgo. Sono in attesa di sapere cosa si farà”.
A parlare è Giovanni Di Sotto, ad di Multicast Srl, l’azienda che ha progettato Sky Vote, il sistema di voto scelto dal M5S dopo il divorzio da Rousseau. Oggi però Beppe Grillo, nel silurare Giuseppe Conte, ha annunciato che il voto per il Comitato direttivo si svolgerà sulla ‘vecchia’ piattaforma Rousseau.
Il post del garante 5 Stelle vi ha spiazzati? “Abbastanza. Più che spiazzati ci ha stupiti. Noi eravamo pronti per la votazione. Ci dovevano trasferire i dati, ce li trasferiscono ogni volta che si fa la votazione. Noi non li possediamo i dati: ogni volta che si attiva il voto ce li trasferiscono”.
“Noi oggi scopriamo che questa votazione la faranno loro (Rousseau, ndr). Non so cosa succederà per le prossime votazioni, non ne ho la più pallida idea. Siamo professionisti, ci hanno chiesto la piattaforma, l’abbiamo preparata: è pronta e attivabile in qualunque momento. Quando decidono lo fanno. Non siamo attivisti, siamo uno strumento”, conclude Di Sotto.
(da agenzie)

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DOPO MESI DI LITI, ORA GRILLO TORNA CON CASALEGGIO

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

MA ALLORA PERCHE’ HA AVALLATO LA NUOVA PIATTAFORMA SE ORA DICE CHE SI DEVE VOTARE SU ROUSSEAU? E PERCHE’ HA CERCATO CONTE PER FARE IL LEADER DEL M5S SE NON E’ ALL’ALTEZZA?

A questo punto, che fine farà il Movimento 5 stelle? Dove intende portarlo il suo fondatore?
Indietro, visto che nella seconda parte del post, Grillo annuncia l’intenzione – clamorosa – di un ritorno da Davide Casaleggio.
“Indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau“, scrive- Il consiglio direttivo era l’organo di autogoverno composto da cinque persone che avrebbe svolto le funzioni di capo politico: era stato creato nel gennaio del 2021, dopo lunghi mesi di gestazione e poco prima della caduta del governo Conte e della successiva proposta avanzata da Grillo allo stesso ex premier di mettersi alla guida del Movimento.
Il fondatore, dunque, ritorna alla versione di gestione immediatamente precedente all’avvento di Conte. E ritorna anche da Casaleggio visto che indice elezioni su Rousseau, dopo che proprio l’ex premier ha lavorato negli ultimi mesi per trovare un accordo sui dati degli iscritti
La nuova piattaforma e il ritorno a Rousseau
Parallelamente è stata creata una nuova piattaforma online per gestire le consultazioni interne senza passare da Milano: ora con un post di poche righe, Grillo rade tutto al suolo. E la motivazione, questa volta, sembra scritta da un legale: “Il voto su qualsiasi altra piattaforma esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6)”.
Tradotto vuol dire questo: visto che il nuovo statuto di Conte è stato liquidato e cestinato come il suo autore, torna a valere quello vecchio che individua nella piattaforma di Casaleggio l’unica utilizzabile dal M5s.
E infatti il fondatore spiega di aver già preso accordi col figlio di Gianroberto, da mesi in rotta con gran parte dei mondo parlamentare dei 5 stelle. “Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050″.
(da Il Fatto Quotidiano)

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NEL M5S TORNANO LE VOCI DI SCISSIONI, LOMBARDI: “FOLLE RIMETTERCI NELLA GABBIA DI ROUSSEAU”

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

“COSI’ BEPPE CI DISTRUGGE”: DOMANI ASSEMBLEA DEI DEPUTATI

Tra i 5 Stelle torna l’incubo della scissione. Un timore sollevato dalle parole di Beppe Grillo che in un durissimo post sul suo blog ha dato il benservito ha Giuseppe Conte sottolineando che “non ha visione politicae non è la persona giusta per il Movimento”. Il timore, ora, è che possa esserci una scissione, con molti pentastellati disposti a seguire l’ex premier nel caso fondi un suo partito.
Secondo quanto apprende LaPresse, qualcuno, che sperava nella leadership di Conte per il rilancio, è arrivato a descrivere in maniera catastrofica la rottura con il garante: “Questa è la morte del Movimento, Grillo ci sta distruggendo”. E proprio per discutere del futuro è stata convocata per domani sera alle 19 l’assemblea dei deputati 5S.
“Non condivido una virgola del post di Grillo”, attacca Roberta Lombardi. “E’ folle rimetterci nella gabbia di Rousseau”, aggiunge riferendosi alla decisione del fondatore del Movimento di affidarsi alla piattaforma di Davide Casaleggio per una consultazione online in cui scegliere il nuovo comitato direttivo del partito.
E mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, cerca di rasserenare gli animi sostenendo che, “Nel Movimento 5 Stelle vincerà il dialogo e troveremo una soluzione”, l’europarlamentare Dino Giarrusso protesta: “Sei mesi fa ho detto: votiamo il Comitato direttivo, che deciderà come inserire Giuseppe Conte. Pensavo fosse la cosa più giusta da fare. Adesso, prendetemi per utopista, ma mi auguro che si possa comunque salvare il Movimento e il suo rapporto con Giuseppe Conte. Forse se questa elezione l’avessimo fatta allora sarebbe stato meglio”.
Intanto, però, c’è già chi si propone per guidare i pentastellati nel comitato direttivo, come il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra. “Sono pronto per mettermi a disposizione di un Movimento 5 Stelle visionario e leader-less”, dice.
Ma a commentare le vicende dei pentastellati sono anche gli altri partiti di maggiorannza. “Tutto davvero molto bene e tutto secondo le previsioni ‘Contro Corrente'”, ironizza Matteo Renzi, leader di Italia viva, su Twitter.
Preoccupato, invece, il segretario del Pd, Enrico Letta, che a Bologna durante la presentazione del suo libro Anima e Cacciavite dice: “Il Pd sta col Pd. Noi facciamo il nostro percorso, poi guardiamo questo momento di rottura con preoccupazione, ma anche con profondissimo rispetto. Ma per il governo non ci soo rischi”.
Però, aggiunge: “E’ un travaglio che ci preoccupa. Evitino la deflagrazione, sarebbe un regalo alle destre”.
Analoga preoccupazione esprime il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. “La rottura Grillo-Conte ci auguriamo non provochi conseguenze negative sul governo – dice l’azzurro – Mettere in difficoltà Draghi in questo momento significherebbe fare un danno agli italiani che invece chiedono stabilità ed efficienza al governo per sconfiggere definitivamente il coronavirus sia sul fronte sanitario che su quello economico. Speriamo prevalga il buon senso”.
(da agenzie)

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SOTTO IL POST DI GRILLO PIOGGIA DI COMMENTI CONTRO DI LUI: “FATTI DA PARTE”

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

“CONTE UNICA POSSIBILITA’ PER IL MOVIMENTO”…. “QUANDO IN PIENA PANDEMIA HA GUIDATO IL PAESE TU DOVE ERI?”

“Conte, mi dispiace, non potrà risolvere i problemi del Movimento perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.
La frase usata da Beppe Grillo nel suo ultimo contributo sul suo blog personale per scaricare l’ex presidente del Consiglio gli si ritorce contro come un boomerang fuori controllo e rimbalza tra le centinaia di commenti al suo post su Facebook con i quali i sostenitori gli chiedono dove fosse finito in questi anni di difficoltà, quando il M5s perdeva terreno, si smarriva nei suoi “problemi politici e organizzativi”, come lui stesso ha scritto, e a guidare il Paese, in piena pandemia, c’era invece proprio Giuseppe Conte.
“Io mi chiedo dove siano finite negli ultimi due anni le sue capacità, signor Grillo – si legge in uno dei commenti che ha ricevuto più like – Magari mi sbaglio, ma al momento condivido le parole di Conte e credo sia arrivato il momento di farsi da parte“.
Richiesta che arriva da altri commentatori: “’Ci sarà un giorno in cui l’Italia non avrà più bisogno del Movimento’, dicevi. Prima ancora è arrivato il momento in cui il Movimento non ha più bisogno di te, ma tu non l’hai capito. E anziché sotterrarti per far crescere un nuovo fiore hai sotterrato l’ultima speranza di questo movimento. Ciao Beppe”, si legge.
Anche chi continua a dimostrare attaccamento e affetto nei confronti del fondatore, non condivide la scelta di andare allo scontro con l’ex premier.
Una decisione condannata da gran parte delle persone che hanno commentato il post: “Caro Beppe, il M5s in questo povero Paese sparirà perché il popolino non è all’altezza del M5s. Ti voglio bene e continuerò a volertene ma hai perso l’unica vera occasione con Conte, amato da tanti, di poterlo far rinascere il tuo M5s. Hai scritto la parola fine“. “Cosi il movimento sparirà. Che peccato, ci ho creduto fino all’ultimo”, dice un altro.
Se qualcuno spera in uno “scherzo da comico”, la maggior parte parla in maniera apocalittica del futuro del Movimento 5 Stelle, preannunciando una inesorabile “fine” proprio a causa di questa rottura tra le due figure ad oggi più rappresentative del partito.
“Da te non me lo aspettavo questo cambiamento nei confronti di Conte. Buona fine“, scrive un utente che aggiunge delle emoticon arrabbiate, mentre un altro sostiene che “la creatura è cambiata da come l’avevi immaginata, alla fine si preferisce eliminarla piuttosto che crescerla”.
Inoltre, c’è chi ricorda che “la visione di Conte è profondamente condivisa” nel Movimento e quindi “merita una chance di voto”. Infine, c’è ance chi chiude rinfacciando a Grillo alcune dichiarazioni del passato: “Ma uno che disse che Draghi era grillino cosa vuoi che possa fare oltre il comico?”.
(da Il Fatto Quotidiano)

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GRILLO AFFONDA CONTE: “NO A PARTITO UNIPERSONALE, CONTE NON HA VISIONE POLITICA NE’ CAPACITA’ MANAGERIALI”

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

LA SOLUZIONE: “VOTARE DIRETTIVO SU PIATTAFORMA ROUSSEAU”, D’INTESA CON CASALEGGIO… IL TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA DI GRILLO

“Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco”. È il cuore del duro affondo lanciato da Beppe Grillo contro l’ex premier e leader in pectore del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, con un post sul suo blog personale. “Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea)” di aver risolto il problema elettorale – scrive il guru – ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.
Il post integrale di Grillo
Mi sento così: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo.
Ma Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente).
E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.
Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi.
Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.
Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così.
La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento.
C’è un però. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste
Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla.
Perciò indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau.
Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6).
Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato
Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050.
Questo aspettano cittadini, iscritti ed elettori.
Una visione chiara di dove vogliamo andare e in che modo.
Il perché, il cosa e il come.
È sempre stata la nostra forza: consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio e accogliere chi è pronto per una lunga marcia.
In alto i cuori!
(da Huffingtonpost)

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COMUNALI MILANO, AL CENTRODESTRA NON VA BENE NEANCHE FARINET

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

TRA RIPICCHE, VETI INCROCIATI E SGAMBETTI NON C’E’ ACCORDO

“Se aspettano ancora un po’ dovranno fare un sorteggio”, ha commentato ieri fra il serio e il faceto l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, indicato dal centrodestra come candidato ‘vice sindaco’ nella corsa a Palazzo Marino, primo caso in cui prima viene scelto il vice e poi il sindaco, il fatto che la coalizione – anzi Matteo Salvini a cui spetta la scelta del nome – non abbia ufficializzato ancora il ticket da schierare.
Ma l’intervista che Albertini ha rilasciato ai microfoni di Radio 24, spendendo parole di stima per Andrea Farinet, (“Per un civico fare il sindaco di Milano è un grosso problema, ma da quello che sento dire su Farinet mi sembra che abbia le motivazioni per farlo”) fa comunque presagire che la svolta nello stallo potrebbe essere vicina. Anche perché il presidente della fondazione Pubblicità progresso, spinto dal segretario della Lega, che nei giorni scorsi ne aveva di fatto tracciato l’identikit, dopo la rinuncia dello stesso Albertini e di Oscar di Montigny – che si è sfilato per il mancato sostegno unanime – ha già incontrato Salvini e Silvio Berlusconi.
Manca però, anche in questo caso, un tassello fondamentale, l’avallo di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, e su questo punto ieri Ignazio La Russa è rimasto eloquentemente sul vago: “Non lo conosco, me ne parlano bene e mi fido delle valutazioni della Lega”, assicurando che valuterà il profilo.
E, come aveva già spiegato la scorsa settimana “L’istruttoria sul candidato di Milano spetta a Salvini, vedremo”. Oneri e onori, dunque: il partito che propone un candidato se ne assume la responsabilità nel bene e nel male.
Un ragionamento non proprio in linea con un’idea di coalizione unitissima insomma, anche se nelle dichiarazioni di rito i leader vogliono dare quest’impressione; senza dimenticare, sullo sfondo, la questione della federazione proposta dal Capitano e rilanciata dal Cavaliere addirittura nella forma del ‘partito unico’, opzioni entrambe considerate con freddezza (per usare un eufemismo) da FdI e quella del partito unico sonoramente bocciata anche da Salvini, che ha ribadito anche ieri a Torino, in conferenza stampa con il candidato a sindaco del centrodestra, Paolo Damilano, di avere in mente “Un centrodestra che si federa, che non si fonde, perché le fusioni dei partiti e delle aziende non portano da nessuna parte”, spiegando poi che Torino poterebbe essere “un grande laboratorio, il laboratorio di un centrodestra allargato, nuovo e inclusivo”.
In ogni caso il segretario leghista, impegnato nei prossimi giorni a Bologna e in Toscana, non ha ancora convocato un vertice per questa settimana e pare orientato a prendersi più tempo, pur assicurando che entro la settimana “le squadre saranno definite ovunque”: ancora in via di definizione ci sono infatti anche da definire le candidature a Bologna e Napoli, senza contare il fatto che a Milano anche Forza Italia vuole dire la sua e al momento non ha ancora del tutto accantonato il nome di Maurizio Lupi, che sulla carta (a quanto rilevano i sondaggi) avrebbe più chance contro Beppe Sala.
Ma la sua candidatura smonterebbe la scelta dei ‘civici’ sostenuta finora dai tre partiti: neppure a Bologna, pertanto, la Lega sarebbe favorevole alla candidatura del senatore azzurro Andrea Cangini, preferendo Fabio Battistini e Roberto Mugavero.
Infine, a Napoli, un altro scoglio: la Meloni non ha nessuna intenzione di appoggiare Catello Maresca, sostenuto da Salvini, almeno finché l’ex pm non accetterà di correre coi simboli di partito nelle liste, e ha già rilanciato con un suo candidato, Sergio Rastrelli.
(da La Notizia)

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M5S, ORA L’ELEVATO E’ UN INCUBO: GRILLO NON HA ANCORA RISPOSTO A CONTE, MA LA ROTTURA ALEGGIA

Giugno 29th, 2021 Riccardo Fucile

SUI SOCIAL E’ UN TRIONFO PER CONTE

Era pronto a sparare un post violentissimo, poi il lavoro dei pontieri ha fatto breccia: “Beppe aspetta, non reagire a caldo, così sfasciamo tutto”. Grillo ha seguito la conferenza stampa dalla sua villa di Marina di Bibbona, dalla sua amatissima sala con vetrata vista mare. Man mano che passavano i minuti e Giuseppe Conte affastellava bordate su bordate, l’asticella della rabbia saliva, alla fine la misura era colma. Il garante si è messo a scrivere di getto, un post rabbioso. Chi lo ha sentito in quei minuti ha riferito che la rottura era cosa fatta.
Poi sono intervenute le diplomazie. Raccontano che sia stato prima Roberto Fico, poi Luigi Di Maio a spingerlo a rallentare: “Beppe aspetta – il senso delle loro parole – così andiamo verso una frattura che mette in pericolo il Movimento stesso”.
Con il passare delle ore il garante si è convinto: la rabbia rimane, la mancanza di fiducia nei confronti del professore è ormai un dato di fatto dal quale difficilmente si può tornare indietro, il post che avrebbe sancito l’irreparabile è però rimasto nell’hard disk del computer di Grillo. I 5 stelle sono nel caos. “Sai nulla di quel che dice Beppe?”, scrivono i parlamentari ai giornalisti, un mondo capovolto nel quale le truppe pentastellate sono spaesate, in totale confusione: “Non ci resta che assistere, siamo all’oscuro di tutto”, spiega un deputato.
Ad aver fatto breccia nella vecchia guardia un passaggio in particolare del discorso di Conte: “La politica non si può fare con una telefonata ogni tanto”. È la stessa critica che muoveva al garante Gianroberto Casaleggio nei momenti di scontro, lui impegnato in un fiume di telefonate, mediazioni, posizioni discusse e cesellate, l’altro che arrivava a cose fatte per disfare tutto in ragione di una suggestione del momento.
L’ex premier ha giocato bene le sue carte. La proposta di mettere ai voti lo Statuto, e dunque la sua idea di Movimento, di lasciar decidere la base e gli attivisti ha fatto breccia. “Serve una sintesi, serve un gesto di generosità”, dice Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento, “serve che chi ha costruito questa storia anche in fasi differenti, lavori insieme al progetto, dialogando senza esasperazioni”. Il partito dei contiani al quale D’Incà è iscritto da tempo giudica la mossa del professore quella giusta. Stefano Patuanelli, solitamente parco di dichiarazioni abrasive, oggi alza il tiro contro il governo di cui fa parte: “La sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione”, e a nessuno è sfuggito che l’intervento è a difesa di una misura tra le più caldeggiate dal futuro capo politico ai tempi del suo secondo governo. Mario Turco, da sempre braccio destro di Conte, continua a tessere la propria tela, il senatore tarantino ha l’appoggio della maggior parte dei colleghi di peso al Senato, dal capogruppo Ettore Licheri alla vicepresidente Paola Taverna, che si schiera apertamente: “Le sue parole sono chiare e guardano verso il futuro”.
Anche alla Camera, dove la preoccupazione se non il dissenso nei confronti del criptico progetto contiano è più vasta, l’umore sembra cambiato. “Conte è il leader giusto per ripartire uniti”, dice Francesco D’Uva, ex capogruppo e oggi questore, considerato vicino a Di Maio. A Montecitorio lavorano per una ricomposizione e per favorire il via libera al nuovo corso anche Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Lucia Azzolina, tre delle personalità più vicine all’ex premier.
La prudenza è massima in chi nei giorni scorsi ha mosso critiche e appunti nei confronti del professore, una difesa di Grillo tout court non si sente da nessuna parte. “La verità è che se mettiamo ai voti lo Statuto per Conte sarà un plebiscito”, spiega un parlamentare.
Ma più in generale la posizione di Grillo è uscita indebolita dallo scontro e anche tra i più perplessi la prudenza è la bussola che orienta le scelte in queste ore. Tra chi è più sensibile alle istanze del fondatore si annoverano Vincenzo Spadafora e Carla Ruocco, ma anche Davide Crippa e Danilo Toninelli, che al momento osservano senza sbilanciarsi.
Sui social è un trionfo per Conte. “Spero che la decisione di Conte ridia dignità prima di tutto a te. Fai un passo al lato”, è il commento che ha ricevuto più consenso sotto l’ultimo post sulla pagina di Grillo, ma l’elenco potrebbe essere lungo. Il fondatore si arrovella nella sua villa in Toscana, sente sfuggire la sua presa carismatica sul Movimento. Di Conte non si fida più, troppo ha pesato la presa di distanze dopo il video sulla vicenda del figlio, troppo plateale il disimpegno dall’appuntamento all’ambasciata cinese che Grillo stesso aveva organizzato. “Beppe è l’uomo dei facili innamoramenti e degli altrettanto facili disamoramenti”, racconta chi lo conosce bene. Vorrebbe scaricare il nuovo capo, ma i costi sarebbero salatissimi. L’unica difesa pubblica arriva da Nicola Morra, ormai un ex proprio per la decisione di Grillo di sostenere Draghi e non lasciare agibilità a chi si è espresso diversamente. Il cortocircuito è totale.
(da agenzie)

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