Destra di Popolo.net

“SII FORTE, VAI AVANTI FINO ALLA VERITA’ SULLA SUA MORTE”: ILARIA CUCCHI ALLA SORELLA DI YOUNS

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

“L’ASSASSINO E’ UN UOMO POTENTE, IO SONO SOLO LA SORELLA DI UN POVERO MAROCCHINO” …E ILARIA HA RISPOSTO ALL’APPELLO

“Nessuno più di me ti può capire. Ti dico di essere forte, di andare avanti dritta per la tua strada finché non sarà riconosciuta la verità sulla morte di tuo fratello. Mi piacerebbe dirti che la tua strada sarà facile, ma non sarà così. Sappi che non avrai neanche il tempo di piangere la morte di tuo fratello, perché dovrai lottare per lui come ho fatto io”, le parole che Ilaria Cucchi ha rivolto a Bahija El Boussettaoui, sorella di Youns, ucciso a Voghera da Massimo Adriatici.
Bahija El Boussettaoui ha rivolto un appello a Ilaria Cucchi per chiederle aiuto in merito alla morte del fratello Youns, 39 anni, ucciso a Voghera dall’ex assessore alla Sicurezza, Massimo Adriatici.
Ieri le due donne si sono incontrate nel corso della trasmissione ‘In Onda’, condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo su La 7. “Voglio darti un abbraccio e dirti che ti sono vicina. Nessuno più di me ti può capire. Ti dico di essere forte, di andare avanti dritta per la tua strada finché non sarà riconosciuta la verità sulla morte di tuo fratello. Mi piacerebbe dirti che la tua strada sarà facile, ma non sarà così. Devi essere preparata a tutto, sappi che non avrai neanche il tempo di piangere la morte di tuo fratello, perché dovrai lottare per lui come ho fatto io”, le parole di Cucchi.
Ilaria Cucchi: “Ho rivisto me stessa 12 anni fa”
La sorella di Stefano era già intervenuta sulla vicenda di Voghera con un’intervista rilasciata a La Repubblica: “Il pensiero è tornato a me stessa, a 12 anni fa, quando ero sola, quando mi trovavo a sostenere una guerra nell’immaginario di tutti, prima ancora che nelle aule di tribunale. Penso a me quando mi trovavo a dire che mio fratello Stefano non era un santo né un eroe, ma che non doveva morire”.
E ancora: “Questa vicenda mi ha particolarmente toccata, anche per le modalità in cui si è svolta. Fin da subito ho cercato di capire ma si fa davvero fatica ad immaginare che si possa uccidere una persona così. Sentiremo dire le più svariate cose sulla vittima, me le aspetto. L’operazione per infangarlo è già iniziata, ma mi piacerebbe ricordare a tutti che a prescindere da chi fosse, da quali fossero le sue scelte di vita, nessuno può annientare i diritti di un altro essere umano. È una cosa in cui credo fermamente e non lo dico solo per la mia vicenda personale, per mio fratello. Lo dico perché è una battaglia di civiltà, perché i diritti sono qualcosa su cui non si può scendere a compromessi. Soprattutto sui diritti degli ultimi perché sono i più indifesi. Io mi auguro che la magistratura non faccia sconti a nessuno”.
Sempre sulle colonne de La Repubblica, la sorella di Youns aveva lanciato l’appello: “Farò come Ilaria Cucchi, mio fratello era fragile come lui. Spero di essere forte come lei, chiedo che mi aiuti. L’assassino è un uomo potente, io sono solo la sorella di un povero marocchino, ma non sono sola. Vedo che tanti italiani mi ascoltano”.
(da agenzie)

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IL SINDACO CONTRO I NO VAX: FA AFFIGGERE UN MANIFESTO CON I NOMI DEI MORTI DEL PAESE

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

GIANNI TAGLIANI E’ IL PRIMO CITTADINO DI CASTELNUOVO SCRIVIA

Per convincere i No Vax a vaccinarsi a volte bisogna essere crudi e dire la verità, anche se non è facile e può fare male.
Manifesti-shock contro i No Vax per le strade di Castelnuovo Scrivia (Alessandria).
A volerli è stato Gianni Tagliani, il sindaco della cittadina piemontese a 4 chilometri dalla Lombardia, che già nella prima ondata di Covid ha pagato al virus un prezzo alto, rispetto a tutto il Piemonte: 40 morti da febbraio 2020.
“Dedicato ai No Vax, a chi pensa al complotto e a chi confonde il nazismo con il vaccino”, si legge su questi fogli a sfondo nero che riportano l’elenco delle vittime della pandemia, corredati dalla foto del parroco che benedice una bara.
“Sono stufo di vedere le piazze piene in questi giorni contro green pass e vaccino, non si calpesta la nostra memoria”, spiega a Tgcom24 il primo cittadino, che ha deciso di usare lo stesso linguaggio dei manifestanti con un messaggio diretto.
Il suo, Sindaco, è un gesto molto forte. Perché è arrivato a questo?
“Il motivo è semplice: mi sono stancato di accendere la Tv e aprire i giornali e vedere piazze stracolme di chi, oltre a manifestare il proprio pensiero, che è un diritto sacrosanto, nega l’esistenza di un virus e invita a non ricorrere all’unico strumento che abbiamo per combatterlo. Un comportamento da idioti
Così, in risposta, ho pubblicato l’elenco dei nomi dei nostri caduti per Covid: 40 cittadini che sono morti soffocati. Tra loro c’è anche mio padre”.
Quanto il Covid ha colpito Castelnuovo Scrivia e i suoi 5mila abitanti?
“In maniera molto dura, fin da subito. La provincia di Alessandria è a ridosso dalla Lombardia, noi distiamo 4 chilometri dal confine e dalla prima ondata siamo stati investiti dal virus in maniera pesante, più di tutto il resto del Piemonte.
Così fin dall’inizio della pandemia sono impegnato in prima linea: abbiamo realizzato un calendario, il mese scorso abbiamo piantumato il primo parco piemontese dedicato alle vittime di Covid con 24 gelsi in un’area molto centrale, perché 24 sono le vittime della prima ondata. Ma stiamo già pensando a un altro bosco, in altri spazi, per le vittime della seconda ondata”.
(da agenzie)

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BORIS JOHNSON E L’ILLUSIONE DEL CROLLO DEI CONTAGI NEL REGNO UNITO

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

TUTTO QUELLO CHE NON TORNA NEI DATI DIFFUSI DAL GOVERNO

Il premier britannico ha cavalcato l’onda del Freedom Day, ma secondo l’epidemiologo Tim Spector i dati del governo sono inaffidabili
Dopo una settimana di rallentamento, nel Regno Unito i contagi tornano ad aumentare per il secondo giorno di fila sulla spinta della variante Delta. Ieri, 29 luglio, il numero dei contagiati dal Coronavirus è salito a quota 31.117 (su un totale di tamponi quotidiani di nuovo in ascesa a 911.000), con un leggero calo dei decessi giornalieri (85 contro i 91 del giorno prima) che secondo gli specialisti è merito della protezione offerta dai vaccini.
Ormai nel territorio britannico sono state somministrate 85 milioni di dosi, e secondo le autorità sanitarie negli ultimi mesi in Inghilterra sono stati evitati almeno 60.000 decessi e 22.057.000 contagi.
«Un numero davvero imponente», ha detto l’epidemiologo Jonathan Van-Tam, uno dei tre Deputy Chief Medical Officer per il governo di Boris Johnson. Secondo alcuni esperti di statistica però la cifra sventolata da Van-Tam è esagerata, perché si basa su una stima che immagina un Regno Unito senza vaccini e soprattutto senza lockdown, oltre che priva di misure di contenimento della pandemia (senza nulla togliere al fatto che i vaccini hanno salvato decine di migliaia di vite solo in Inghilterra). Tuttavia, presentare queste stime permette al premier Johnson di raccontare un successo evitando di dover sottolineare un problema: la crescita dei contagi non rilevati.
La percezione del calo dei contagi
Infatti, anche se dall’ultimo rapporto settimanale di sorveglianza Covid-19 del Dipartimento della Salute risulta che che durante il periodo 19-25 luglio i casi sono diminuiti «nella maggior parte dei gruppi di età e in tutte le regioni», secondo un importante epidemiologo del King’s College il calo dei contagi misurato dal governo non è plausibile. Il professor Tim Spector ha detto che dati ufficiali risultano «un po’ dubbi» perché non corrispondono a ciò che mostrano gli altri dati. Spector segue lo studio sui sintomi di Zoe Covid, un’app per convincere le persone a segnalare quando stanno soffrendo i sintomi del Coronavirus.
Più di 4 milioni di persone in tutto il mondo la usano, e i dati raccolti hanno fornito una guida affidabile su come si è sviluppata la pandemia nell’ultimo anno. Come riporta Sky News, le cifre suggeriscono che i contagi in corso sono circa il doppio rispetto al livello registrato e pubblicato dal governo. Spector ha affermato di ritenere che il calo del numero di casi registrati nell’ultima settimana risulti sospetto e inaffidabile.
«Il dato è sceso di qualcosa come il 30% in due giorni, il che è praticamente sconosciuto nelle pandemie, e va ricordato che questo sta accadendo senza restrizioni, senza lockdown e senza alcun evento improvviso. A me sembra un po’ ambiguo, come se ci fosse un’altra spiegazione per questo oltre a quella per cui il virus il virus si è arreso improvvisamente», ha detto.
Secondo l’epidemiologo una spiegazione potrebbe essere che i giovani con sintomi lievi o del tutto asintomatici scelgono di non fare tamponi, e molti di loro devono ancora vaccinarsi.
Al momento nel Regno Unito quasi il 90% degli adulti ha ricevuto una prima dose, e circa il 70% è completamente vaccinato (quasi esclusivamente con AstraZeneca), ma nonostante il vaccino sia stato reso disponibile agli under 30 da giugno, circa il 34% dei giovani di 18-29 anni in Inghilterra e il 30% in Scozia non si è ancora vaccinato neanche con una dose.
La verità nascosta dietro la “pingdemia“
A segnalare la pervasività dei contagi potenziali anche il numero di avvisi di autoisolamento inviati dall’app NHS Covid-19, salito a un nuovo record di 689.313 in Inghilterra e Galles nella settimana fino al 21 luglio. Le cifre rappresentano un aumento di oltre 70.000 rispetto alla settimana precedente.
A chi viene «pingato» dall’app viene chiesto – senza nessun obbligo legale – di isolarsi per 10 giorni. La ‘pingdemia’ delle ultime settimane ha portato centinaia di migliaia di persone a non andare al lavoro, causando disagi diffusi e problemi nella produzione industriale.
Per risolvere il problema il governo ha deciso di consentire ad alcuni lavoratori chiave – come quelli della grande distribuzione alimentare – di essere esentati dall’autoisolamento in cambio di tamponi giornalieri. Attualmente sono disponibili 260 centri per tamponi, Downing Street sta lavorando per arrivare a 1.200 centri entro i prossimi giorni. Una situazione molto diversa dall’atmosfera del Freedom Day annunciato da Johnson.
Anche nel Regno Unito verrà introdotto l’uso di un green pass
Van-Tam ha parlato delle 60.000 vite salvate grazie ai vaccini durante una trasmissione di BBC Radio 1 Newsbeat, in cui il responsabile dell’autorità sanitaria ha parlato con gli ascoltatori, inclusi alcuni diffidenti nel vaccino. Tra di loro una studentessa 19enne di Coventry, che ha chiesto perché una persona come lei, molto giovane che ha avuto il Covid-19 con sintomi lievi, dovrebbe vaccinarsi senza conoscere gli effetti a lungo termine.
«Se ci fosse stato qualcosa di molto importante in termini di effetti collaterali e conseguenze a lungo termine, a quest’ora avremmo visto quei segnali, ma non è successo», ha detto Van-Tam, aggiungendo che in futuro potrebbe diventare più difficile per coloro che non sono stati vaccinati accedere a determinati luoghi (come discoteche e concerti) e andare in vacanza. Van-Tam ha detto anche che non può sapere se ci sarà una quarta ondata nel Regno Unito, sottolineando che per scongiurare il rischio di nuovi lockdown è necessario che a vaccinarsi sia una percentuale maggiore della popolazione, compresi i giovani tra i 18-25 anni.
(da agenzie)

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L’AUSTRALIA SCHIERA L’ESERCITO PER FAR RISPETTARE IL NUOVO LOCKDOWN

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

CENTINAIA DI MILITARI IN STRADA A SYDNEY A SEGUITO DELLA DIFFUSIONE DELLA VARIANTE DELTA… MENTRE IN ITALIA FACCIAMO SFILARE I NO VAX

La situazione non è semplice e anche in Oceania i negazionisti e affini purtroppo sono tanti. Centinaia di militari saranno schierati a Sydney, in Australia, per aiutare le forze dell’ordine a far rispettare il lockdown imposto a seguito della diffusione della variante delta che da giugno ha causato quasi 3mila casi e 9 morti.
Come riporta la ‘Bbc’, i soldati dell’Australian Defence Force saranno addestrati durante il weekend e lunedì si uniranno alle pattuglie delle forze di sicurezza.
L’utilizzo dei militari sta facendo discutere in Australia, dove molti reputano la misura esagerata.
Il lockdown – in vigore almeno fino al 28 agosto – finora non ha bloccato i contagi. Oggi le autorità sanitarie hanno registrato 170 nuovi casi nella città più grande del Paese.
(da agenzie)

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BIDEN CONTRO I NO VAX: “VACCINARSI E’ QUESTIONE DI VITA O DI MORTE”

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

100 DOLLARI A DOSE PER INCORAGGIARE LA GENTE

Joe Biden ha lanciato un ennesimo appello agli americani ancora non vaccinati contro il coronavirus. “Molti parlano di libertà, ma la libertà comporta anche delle responsabilità. E qui stiamo parlando di una questione di vita o di morte. Dunque bisogna vaccinarsi. Non è una questione tra stati repubblicani o democratici”, ha detto il presidente Usa.
Biden ha chiesto ai governi statali e locali di incentivare le vaccinazioni pagando 100 dollari a tutti i nuovi vaccinati, attingendo le risorse dai 1.900 miliardi dell’American Rescue Plan
Lo ha reso noto il Tesoro americano. Una misura simile è già stata adottata da New York su iniziativa del sindaco Bill de Blasio.
Dopo la retromarcia di alcuni giorni fa sull’uso delle mascherine, il presidente americano ha annunciato l’obbligo di vaccinazione per i dipendenti federali, molti dei quali da oltre un anno sono rimasti a casa a causa della pandemia.
Chi rifiuterà di immunizzarsi per continuare a lavorare sarà costretto a sottoporsi regolarmente al test anti Covid, a rispettare il distanziamento sociale e ad indossare la protezione per naso e bocca, oltre ad essere escluso da gran parte dei viaggi e delle missioni di lavoro.
Un quadro allarmante: contagi in aumento
Il giro di vite della Casa Bianca è dettato da un quadro sempre piuù allarmante: in base agli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della sanità i contagi negli Stati Uniti sono aumentati in 7 giorni di oltre il 130%, facendo registrare nella settimana conclusasi il 25 luglio oltre 500 mila nuovi casi
La campagna di vaccinazione invece è a un punto di stallo, con l’Europa che ha ormai superato gli Stati Uniti sia per numero di dosi somministrate ogni 100 persone sia per numero di persone che hanno ricevuto almeno una dose.
(da Globalist)

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MICHETTI ALLA PRIMA SCARAMUCCIA NEL CONFRONTO TRA CANDIDATI SCAPPA VIA

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

MA SE NON RIESCE A SOPPORTARE NEMMENO UN DIBATTITO COME PENSA DI AMMINISTRARE ROMA?

“Oggi al Festival dell’Architettura ho illustrato alcune delle nostre idee per al primo confronto con gli altri candidati. Peccato che Michetti sia scappato prima della fine. Un bravo sindaco dovrebbe avere la capacità di dialogare con tutti”. Così Roberto Gualtieri ha riassunto quello che è successo ieri a Roma.
Come è andata?
“La rissa no”, scandisce alzando le braccia in segno di resa il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti mentre il confronto abbandonava il confronto tra i candidati sindaci, alla Casa dell’Architettura, scendendo dal palco.
Michetti se ne è andato in polemica con il botta e risposta in corso tra gli altri due candidati Roberto Gualtieri e Carlo Calenda.
”Se si hanno cinque minuti per uno si rispettano le regole e ognuno esprime la sua posizione – ha poi spiegato ai cronisti prima di lasciare la Casa dell’Architettura – Se diventa un contraddittorio dal quale si è esclusi…”.
Cosa era successo? Tutto è iniziato quando Michetti ha detto “Tutto a Roma, nell’antichità, era costruita intorno al cittadino. La Roma di Augusto e di Cesare guardava al dialogo. Noi abbiamo bisogno di questo dialogo, abbiamo bisogno della Roma della Pax augustea. Una Roma della collaborazione perché al centro non ci sono le nostre carriere ma il destino del cittadino di Roma”.
Gualtieri gli ha risposto in modo ironico: “Non riporteremo Roma all’Impero romano Michetti, non abbiamo questa ambizione…”. Anche Calenda ha tirato una frecciata: “I cittadini romani non erano cittadini ai tempi dei Cesari ma erano cittadini ai tempi della Repubblica romana. Inoltre non possiamo parlare ai romani del sesso degli angeli, dei Cesari, di quanto siamo buoni e bravi. È una cosa ridicola. Sono discorsi buoni per un programma delle 8 del mattino non per un confronto politico”.
A dimostrazione che non fosse un attacco personale a Michetti ma solo un passaggio di un dibattito per sua natura acceso poi anche Calenda e Gualtieri hanno avuto un loro momento polemico. “Sei cerchiobottista nel dare colpa uguale a Comune e Regione”, ha attaccato Gualtieri facendo riferimento al tema dei rifiuti. “Trovo singolare l’atteggiamento – ha poi spiegato – nel dare la stessa responsabilità a Regione e Comune di Roma sul tema dei rifiuti, è una furbizia politico-elettorale”.
Calenda da parte sua ha ribattuto: “Io ho detto che la crisi dei rifiuti è responsabilità anche della Regione Lazio, che non ha sufficienti impianti. Poi Gualtieri si è innervosito perché ho detto che la Roma Lido ha avuto negli anni 180 mln e vanno chiarite le responsabilità di Comune e Regione”. “Mi hanno detto tante cose, ma cerchiobottista mai”, ha poi commentato ai giornalisti.
Virginia Raggi divertita commentava “Litigano”, ma anche lei è stata coinvolta nel botta e risposta: “Virginia i fatti parlano da soli e i soldi persi per l’imperizia e l’incapacità di progettazione” ha sbottato Gualtieri.
La stessa Raggi non ha risparmiato qualche stoccata ai due candidati ex ministri, Calenda e Gualtieri, ricordando che da parte loro a Roma non sono arrivate risorse. Insomma è stato un tutti contro tutti e dopo lo scambio di battute tra Calenda e Gualtieri Michetti si è alzato e ha lasciato il palco per protesta.
E infatti il suo abbandono è stato criticato e giudicato eccessivo da tutti: “Chi va via da un confronto perde sempre” ha spiegato Virginia Raggi. Carlo Calenda ha continuato con le ironie: “E’ un confronto da campagna elettorale, non un pic-nic”.
Sorge spontanea una domanda: ma se Michetti non riesce a sopportare un dibattito che sale appena di qualche tono come pensa di poter amministrare Roma che di sicuro non è un paesino bucolico in cui non succede mai niente?
(da NextQuotidiano)

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COME I GRILLINI HANNO PRESO (MALE) L’ACCORDO SULLA RIFORMA CARTABIA

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

LA BASE INSORGE SULLA GIUSTIZIA

Per il Movimento cinque stelle oggi è il day after, quello dell’addio alla Bonefede e l’introduzione della riforma Cartabia. Un progetto normativo che per sua natura si scontra con quella che è stata la linea sulla giustizia che aveva portato il Movimento ad essere il partito di maggioranza relativa nel nostro Parlamento, la stessa che aveva reso la Bonafede una delle prime rivoluzioni pentastellate al governo.
Il governo era quasi caduto quando fu approvata la riforma secondo cui sarebbe stata eliminata la prescrizione, fu Matteo Renzi con la sua neonata Italia Viva a mettere fortemente in difficoltà l’esecutivo a cavallo tra il 2019 e il 2020. Oggi che la Bonafede è stata eliminata, gran parte del mondo della politica si ritiene soddisfatto. Ritenendo di aver portato a casa un grande risultato. Pari tristezza aleggia invece nel mondo del Movimento cinque stelle che tanto aveva puntato su una lettura differente della giustizia.
La bacheca dalla quale è possibile intercettare maggiormente il malessere è quella di Giuseppe Conte che da leader in pectore si è anche dovuto assumere la responsabilità della linea politica del Movimento, sempre più lontano dalle ragioni della campagna elettorale 2018.
“Ma che state facendo! non possiamo mediare anche sulla giustizia, manco il PD era mai caduto così in basso – scrive un utente sotto il profilo dell’ex premier – Non mi riconosco più in questo movimento. Ritiriamo la fiducia” e ancora, “Capisco… Sono in pericolo le garanzie costituzionali e queste sono le conseguenze. Però, patteggiare con il diavolo, non può che portare al disastro”.
Anche su Twitter le parole nei confronti del premier non sono tra le più dolci, reo lui di aver lasciato che la riforma promossa dal suo padrino politico fosse stracciata in favore di quella di Marta Cartabia che era stata definita necessaria dall’Europa per l’approvazione e l’utilizzo del Pnrr.
Anche il mondo dell’opinionismo politico ha constato il cambio di rotta del Movimento Cinque Stelle, giornali e commentatori oggi mettono in luce l’ennesima giravolta del partito fondato da Beppe Grillo e guidato ora dall’avvocato del popolo.
Tra i commenti più duri in risposta al tweet dell’ex premier, c’è quello di Maria Teresa Meli giornalista del Corriere della Sera. Da sempre avversa alla linea politica pentastellata, la Meli ha attaccato duramente Giuseppe Conte evidenziando come il suo partito non sia nuovo ad un cambio di rotta in corsa.
(da NextQuotidiano)

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GAETANO ARONICA: CHI E’ IL CONSIGLIERE DELLA LEGA CHE HA LICATA HA SPARATO AL SOCIO IN AFFARI

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

UNA FAIDA FAMILIARE CHE DURA DA ANNI… LA PISTOLA AVEVA LA MATRICOLA ABRASA

Gaetano Aronica, 48 anni, è il consigliere eletto a Licata nel 2018 con la lista Lega Noi con Salvini, che ha sparato quattro colpi di pistola contro un suo socio di 71 anni. Dietro i fatti un contenzioso nelle gestione di un’attività di onoranze funebri.
Pino Caico è rimasto ferito da un proiettile al braccio sinistro. Prima di sparare al socio Aronica aveva presenziato alla seduta del consiglio comunale di Licata votando il nuovo regolamento sulla Tari. Poi è stato ripreso dalle telecamere di un negozio a pochi passi dal comune mentre inseguiva l’auto del socio impugnando la pistola. Un’ora dopo aver sparato, Aronica si è presentato con il suo avvocato dai carabinieri.
E ha fatto ritrovare la pistola, una calibro 22 con matricola abrasa. Il consigliere non ha spiegato come ne è venuto in possesso ma ha evitato l’arresto.
Adesso è indagato per tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. La Lega di Licata in un comunicato ha fatto sapere che Aronica non è tesserato con il Carroccio, né ricopre o ha ricoperto altri ruoli all’interno del partito.
Nella dichiarazione la Lega invitava chi lo aveva fatto a «voler rettificare quanto erroneamente affermato, attribuendo ad Aronica un’appartenenza politica non corrispondente alla realtà dei fatti».
Sui social network ieri però circolava una dichiarazione del leghista Alessandro Pagano in cui questi si congratulava con Aronica per l’elezione definendolo uno dei due «primi consiglieri eletti in Sicilia sotto il simbolo Lega Salvini Premier».
Il ferito è stato medicato in ospedale e giudicato guaribile in 20 giorni. A permettere la ricostruzione della dinamica dell’accaduto la visione di immagini registrate da impianti di videosorveglianza attorno alla zona del Municipio, dove è avvenuta la sparatoria. In uno di questi si vede Aronica, in camicia bianca e blue jeans, inseguire di corsa armato la Fiat Panda guidata dal socio ed esplodere diversi colpi di pistola contro l’autista della vettura dal lato del finestrino del guidatore.
Dietro la lite, secondo quanto racconta oggi Repubblica Palermo, c’è una vera e propria faida familiare, in un crescendo di liti, su cui adesso vuole fare luce la procura di Agrigento diretta da Luigi Patronaggio. La settimana scorsa, qualcuno ha sparato dei colpi di pistola contro l’agenzia di Caico. Aronica è cresciuto con Caico mentre il fratello è rimasto nella società.
(da agenzie)

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LUCA ZAIA : “I LEGHISTI IN PIAZZA? NON E’ LA LINEA DEL PARTITO”

Luglio 30th, 2021 Riccardo Fucile

“SE INVENTASSERO OGGI LA PENICILLINA, I NO VAX DIREBBERO CHE LA MUFFA NON SE LA INIETTANO”

Sui vaccini sta saltando il patto sociale. In questo clima se inventassero la penicillina la gente sui social network direbbe che la muffa non se la inietta.
E i leghisti che vanno in piazza contro il Green Pass non danno la linea al partito.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera va all’attacco dei no vax ma anche di quegli eletti nel Carroccio che hanno parlato alle manifestazione dei Comitati per la Libera Scelta, che contestano i vaccini, l’obbligo vaccinale e la Certificazione Verde Covid-19. Aprendo così una frattura ancora più sostanziosa in un partito che fino a ieri era graniticamente con il segretario Matteo Salvini.
Zaia se la prende prima di tutto con i no vax: «Siamo passati da una sanità pubblica che faceva profilassi a scuola a un punto in cui è difficile fare un tampone perché veniamo accusati di infilare microchip nel naso dei bambini. Fare il nostro dovere sta diventando un problema».
Secondo il presidente della Regione Veneto «se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa stiamo perdendo di vista il bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani riguarderà qualunque scelta di sanità pubblica».
E a chi dice che il vaccino è arrivato troppo in fretta risponde così: «Le conoscenze per preparare un vaccino non sono più quelle di 50 o 60 anni fa. Ma il problema vero è che in questo clima se inventassero la penicillina avremmo i social pieni di gente che dice che la muffa non se la inietta. Qui sta saltando il patto sociale. E presto ne pagheremo le conseguenze».
Zaia se la prende con la gente che sostiene che per Covid-19 «gli ospedali non servivano, bastavano le cure domiciliari. In Veneto 22mila persone hanno avuto bisogno di essere ricoverate. Sostenere che tutti si possano curare a casa significa non dire la verità».
Poi, la stoccata finale ai vari Siri, Borghi e Bagnai: «La Lega è sempre stata un partito dalla composizione sociale variegata, ci sta che qualcuno non la pensi come te. Detto questo, non mi risulta che il partito abbia deciso di rinnegare l’attività dei propri sindaci, amministratori, presidenti e sindaci. Un discorso è discutere legittimamente sull’obbligatorietà, come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito».
(da agenzie)

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