COME I GRILLINI HANNO PRESO (MALE) L’ACCORDO SULLA RIFORMA CARTABIA
LA BASE INSORGE SULLA GIUSTIZIA
Per il Movimento cinque stelle oggi è il day after, quello dell’addio alla Bonefede e l’introduzione della riforma Cartabia. Un progetto normativo che per sua natura si scontra con quella che è stata la linea sulla giustizia che aveva portato il Movimento ad essere il partito di maggioranza relativa nel nostro Parlamento, la stessa che aveva reso la Bonafede una delle prime rivoluzioni pentastellate al governo.
Il governo era quasi caduto quando fu approvata la riforma secondo cui sarebbe stata eliminata la prescrizione, fu Matteo Renzi con la sua neonata Italia Viva a mettere fortemente in difficoltà l’esecutivo a cavallo tra il 2019 e il 2020. Oggi che la Bonafede è stata eliminata, gran parte del mondo della politica si ritiene soddisfatto. Ritenendo di aver portato a casa un grande risultato. Pari tristezza aleggia invece nel mondo del Movimento cinque stelle che tanto aveva puntato su una lettura differente della giustizia.
La bacheca dalla quale è possibile intercettare maggiormente il malessere è quella di Giuseppe Conte che da leader in pectore si è anche dovuto assumere la responsabilità della linea politica del Movimento, sempre più lontano dalle ragioni della campagna elettorale 2018.
“Ma che state facendo! non possiamo mediare anche sulla giustizia, manco il PD era mai caduto così in basso – scrive un utente sotto il profilo dell’ex premier – Non mi riconosco più in questo movimento. Ritiriamo la fiducia” e ancora, “Capisco… Sono in pericolo le garanzie costituzionali e queste sono le conseguenze. Però, patteggiare con il diavolo, non può che portare al disastro”.
Anche su Twitter le parole nei confronti del premier non sono tra le più dolci, reo lui di aver lasciato che la riforma promossa dal suo padrino politico fosse stracciata in favore di quella di Marta Cartabia che era stata definita necessaria dall’Europa per l’approvazione e l’utilizzo del Pnrr.
Anche il mondo dell’opinionismo politico ha constato il cambio di rotta del Movimento Cinque Stelle, giornali e commentatori oggi mettono in luce l’ennesima giravolta del partito fondato da Beppe Grillo e guidato ora dall’avvocato del popolo.
Tra i commenti più duri in risposta al tweet dell’ex premier, c’è quello di Maria Teresa Meli giornalista del Corriere della Sera. Da sempre avversa alla linea politica pentastellata, la Meli ha attaccato duramente Giuseppe Conte evidenziando come il suo partito non sia nuovo ad un cambio di rotta in corsa.
(da NextQuotidiano)
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