Destra di Popolo.net

DOPO IL “RINASCIMENTO SAUDITA”, MATTEO RENZI NEL BUSINESS RUSSO

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

L’EX PREMIER ENTRA NEL CDA DEL CAR SHARING RUSSO DELIMOBIL, VERSO IL DEBUTTO A WALL STREET

Dal “nuovo Rinascimento” saudita all’indagine per la conferenza di Abu Dhabi, l’attrazione di Matteo Renzi per gli affari è cosa nota.
Recentemente l’ex premier ha allargato i suoi interessi verso Mosca: dall’agosto scorso, infatti, è nel consiglio d’amministrazione di Delimobil, società di car sharing in Russia, fondata e guidata dall’italiano Vincenzo Trani, da anni a Mosca.
Lo riporta La Stampa, che ha visionato la documentazione depositata alla Sec da Delimobil per richiedere la quotazione a Wall Street.
Non è specificato il compenso di ogni amministratore, ma il prospetto indica in 1 milione di euro il compenso complessivo del board, più i rimborsi spese non quantificati.
Lo stesso prospetto avverte delle indagini che coinvolgono Renzi: quella sui finanziamenti della Fondazione Open, dell’ipotesi di false fatture per i compensi ricevuti per una conferenza ad Abu Dhabi e la vicenda dei corrispettivo pagato dalla società di produzione del documentario “Firenze secondo me”, sulla quale indaga la procura di Roma.
Il prospetto avvisa che in caso di sviluppi di queste indagini negativi per Renzi, questi potrebbe essere costretto a lasciare il cda. Anche se, aggiunge, “il signor Renzi e i suoi avvocati ritengono queste accuse infondate”.
Oggi la società ha depositato una dichiarazione di registrazione presso la Sec per una proposta di offerta pubblica iniziale (Ipo). L’obiettivo è la quotazione delle propria azioni (Ads) a Wall Street. Nell’ambito dell’operazione sono state coinvolte Bofa, Citigroup, Vtb, Renaissance Securities, Sberbank e Santander.
In una nota circolata nella serata di ieri, Renzi si dice “molto felice di collaborare all’attività della società Delimobil il cui socio di riferimento, Vincenzo Trani, è un imprenditore napoletano da me stimato. Delimobil è leader nel car sharing a livello mondiale e in molte città tra cui Mosca”.
Vincenzo Trani, fondatore di Delimobil, è alla guida anche del fondo Mikro Kapital e la Camera di commercio italo-russa. In questa veste, nei mesi scorsi aveva lanciato un’iniziativa per produrre in Italia il vaccino russo Sputnik e in precedenza era stato citato dalle cronache come primo italiano vaccinato con il siero “di Stato” russo.
(da agenzie)

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NUNZIA SCHILIRO’, LA VICE QUESTORE NO GREEN PASS, CON 38 AGENTI FERITI, HA IL CORAGGIO DI DIRE: “VANNO PUNITI GLI AGENTI CHE HANNO PICCHIATO IN PIAZZA”

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

ARRIVA FINALMENTE LA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO

A parlare è la vicequestore di Roma, divenuta idolo dei No Green pass. «È buffo come io sia perseguita per aver manifestato pubblicamente il mio pensiero e, invece, passa sotto silenzio chi picchia un cittadino», ha detto
«Come cittadina e come sindacalista, chiedo l’immediata punizione dei poliziotti che hanno picchiato i manifestanti senza alcuna provocazione», queste le parole di Nunzia Alessandra Schilirò, la vicequestore di Roma diventata uno dei volti emblematici dei contestatori del Green pass, commentando su Facebook quanto accaduto a Roma lo scorso sabato 9 settembre.
«L’ho scritto molte volte. La violenza è inammissibile da qualsiasi parte provenga – spiega – All’inizio, per buona fede, sono stata ingannata, ma poi ho visto alcuni filmati dove si evince un riprovevole comportamento di alcuni poliziotti. È buffo come io sia perseguitata e quasi arsa sul rogo per aver manifestato pubblicamente e libera dal servizio il mio pensiero e, invece, passa sotto silenzio chi picchia un cittadino. Come mai nessun giornale o televisione mainstream ha trasmesso quelle scene? Viva la libertà!», aggiunge Schilirò.
«Ripeto per l’ennesima e ultima volta che io avevo consigliato la manifestazione del 25 settembre, proprio perché avevo saputo che a quella del 9 avrebbero aderito anche soggetti con cui niente ho in comune. Avevo raccomandato a tutti gli amici e colleghi di allontanarsi al primo segnale di provocazione e di stare molto in guardia, perché era probabile la presenza di gruppi, che nulla avevano a che vedere con lo spirito pacifico che animava la manifestazione. Temevo che le tante persone oneste presenti in piazza fossero strumentalizzate da chi utilizza metodi che io non condivido. Ciò non toglie che chi ha usato violenza debba esserne chiamato a rispondere, come ho già ripetuto», conclude in un secondo post.
Alessandra Nunzia Schilirò è stata sospesa dal servizio, la vicequestore No Green Pass è stata destinataria di un provvedimento che nei suoi confronti è stato applicato in via cautelativa dopo i commenti social all’assalto alla Cgil che chiedevano di punire i poliziotti che avevano contrastato i raid estremisti a Roma.
(da agenzie)

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I GIORNALI SOVRANISTI SI SONO DIMENTICATI DI PARLARE DI FORZA NUOVA

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

TUTTI HANNO OMESSO I RIFERIMENTI ALLA PRESENZA DI FORZA NUOVA IN PIAZZA E IL SUO RUOLO NELL’ASSALTO ALLA CGIL: MA CHE BELLA INFORMAZIONE

Alcuni quotidiani hanno soffiato per settimane (se non per mesi) sul vento della barca a vela che ha condotto i no vax e i no Green Pass a Roma.
Oggi, dopo aver dato loro il megafono che ha portato a quel che è successo sabato 9 ottobre nelle strade del centro della capitale, è partita la corsa per scendere da quel carro. Non tutti, ovviamente, ma solo alcuni.
Ma i tre principali giornali che fanno riferimento al sovranismo (e al centrodestra) oggi si sono uniti nelle prime pagine: tutti e quattro (Libero quotidiano, il Giornale, La Verità e Il Tempo) si sono dimenticati di parlare del ruolo attivo dei neofascisti di Forza Nuova nell’assalto alla sede capitolina della CGIL.
Partiamo dai primi due quotidiani che, da tempo, si sono schierati contro il Green Pass e per tantissime settimane hanno fatto una campagna anche contro il vaccino (proponendo articoli che, poi, si sono rivelati mere mistificazioni che hanno “dato la stura” a narrazioni completamente false sulla campagna di immunizzazione, come nel caso del calciatore del Sassuolo Pedro Obiang). Ecco, per esempio, La Verità.
Il quotidiano di Maurizio Belpietro riesce addirittura nell’impresa di mettere la notizia della “manifestazione di Roma” in un boxino in alto. Ma si esalta la quantità di persone che hanno partecipato, etichettando solamente come “idioti” i protagonisti dell’assalto alla CGIL.
Per il resto è tutta un’esaltazione (almeno nella prima pagina, che è la vetrina di un giornale) di chi si è schierato contro la certificazione verde e la sua estensione ala mondo lavorativo a partire dal prossimo 15 ottobre.
Ma c’è spazio anche per Il Tempo. In questo caso, a differenza di Belpietro, Franco Bechis piazza in apertura la notizia di quanto avvenuto nella capitale (tra l’altro a pochi passi dalla sua redazione). Ma non si parla mai di Forza Nuova in prima pagina. Ora si citano solo i “No Vax” che hanno tenuto in ostaggio la capitale per tutto il pomeriggio (e la serata) di sabato 9 ottobre
Dei neofascisti (ma anche del movimento “Io Apro“) che hanno partecipato agli scontri e hanno rivendicato l’assalto alla CGIL nessuna traccia. Come ovvio.
Un ritornello che si ripete anche per gli altri due quotidiani di area destrorsa. Per il Giornale, diretto da Augusto Minzolini, le violenze sono state provocate da “estremisti” infiltrati tra i manifestanti.
Ma anche Libero quotidiano, diretto da Alessandro Sallusti, non è da meno: “La guerra dei cretini“. Ma niente Forza Nuova. I neofascisti ce l’hanno messa tutta per essere citati dalle prime pagine dei giornali, ma i quotidiani di destra (quelli per cui in Italia non esiste un problema fascismo e non c’è all’orizzonte il ritorno di vecchie e nostalgiche ideologie) se li sono dimenticati in un angolo.
Nonostante i volti di Fiore e Castellino in primo piano durante l’assalto alla CGIL, nonostante i messaggi su Telegram in cui si è rivendicato il ruolo attivo dei fascisti del Terzo Millennio nell’assalto alla CGIL.

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GIORGIA MELONI OGGI SI INVENTA CHE PROVENZANO (PD) VUOLE SCIOGLIERE FRATELLI D’ITALIA

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

PECCATO CHE PROVENZANO NON L’ABBIA MAI DETTO… POI NON E’ NECESSARIO, SI SCIOGLIERA’ DA SOLA (E IN TEMPI PIU’ BREVI DELLA LEGA)

“Il vicesegretario del partito ‘democratico’ vorrebbe sciogliere il primo partito italiano (oltre che l’unica opposizione al governo). Un partito a cui fanno riferimento milioni di cittadini italiani che confidano e credono nelle nostre idee e proposte. Spero che Letta prenda subito le distanze da queste gravissime affermazioni che rivelano la vera intenzione della sinistra: fare fuori Fratelli d’Italia. O forse i toni da regime totalitario usati dal suo vice rappresentano la linea del Pd? Aspettiamo risposte”, scrive su Facebook Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Peccato che Peppe Provenzano non l’abbia mai detto.
Il vicesegretario Dem infatti si è limitato a ricordare che, nonostante ci siano le evidenze del coinvolgimento di Forza Nuova, bastano solamente i fermi di Fiore e Castellino a ricordarlo, la leader di Fratelli d’Italia ha fatto la gnorri non additando ai neofascisti l’ormai celeberrima “matrice” dietro l’assalto alla CGIL
Questione di opportunismo con ogni probabilità perché, come ha ricordato sempre Provenzano, Meloni quelle parole le ha pronunciate sul palco della convention nazionale di Vox, partito di estrema destra spagnolo.
Provenzano ha lanciato quindi un parallelismo provocatorio. Se Meloni non prende le distanze, e non si ricorda che per esempio lo abbia fatto in passato, da chi viola la legge, come può stare “nell’arco democratico e repubblicano”?
Non è difficile chiudere la questione per Giorgia Meloni, basta dire finalmente di aver capito qual è la matrice. Invece di buttarla in caciara parlando di complotti.
Ma certe forme di vittimismo non sono nuove a una destra che preferisce memare su se stessa piuttosto che avere il coraggio di rinunciare a qualche voto.
Dopo le polemiche, Provenzano è tornato sulla questione e ha scritto su Twitter: «Una batteria di attacchi nei miei confronti da Fdi. Chiariamo. Nessuno si sogna di dire che Fdi è fuori dall’arco parlamentare o che vada sciolta. Ma con l’ambiguità nel condannare matrice fascista si sottrae all’unità necessaria forze dem. Sostengano di sciogliere Forza Nuova».
(da agenzie)

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YO SOY GIORGIA: LA MELONI SI CREDE UNA POP STAR E A MADRID RIPETE DAL PALCO IL SUO TORMENTONE IN SPAGNOLO

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

CRISTIANA? LE DONNE CRISTIANE SI SPOSANO IN CHIESA E NON VIVONO NEL PECCATO

Alvaro Soler chi? Anche se la stagione estiva si è conclusa e i tormentoni musicali sono tornati a riempire i cassetti dell’oblio (come ogni anno), il ritmo spagnolo torna fragorosamente a “sconvolgere” i primi freddi autunnali.
Si tratta di un remake, tradotto e declinato in base all’occasione, che vede protagonista la leader di Fratelli d’Italia durante il congresso di Vox andato in scena a Madrid. E da quel palco, Giorgia Meloni ha “offerto” la versione spagnola di quella sua dichiarazione che, in passato, divenne anche una (inutile) hit musicale: “Yo soy Giorgia”.
“Yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy cristiana. No me lo pueden quitar”, grida Giorgia Meloni dal palco di Madrid, dove era stata invitata da Vox come ospite d’onore del loro congresso.
Che tradotto non è altro che: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana. Non me lo toglierete”. Insomma, nulla di nuovo. Stesso testo, stessa “musica” senza un briciolo di inventiva in più.
Ora che sia Giorgia e madre nessuno la nega, ma le donne cristiane si sposano in Chiesa (poisbilmente prima di concepire), non “vivono nel peccato” per dirla nel modo dei cattolici tradizionaliti che vorrebbe rappresentare
(da agenzie)

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LA “MATRICE SUPERCAZZOLA” DI FRATELLI D’ITALIA E LEGA SULL’ASSALTO ALLA CGIL

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

LA “MATRICE INCERTA” CHE FA RIDERE TUTTA ITALIA

Non sono bastate (più di ) 48 ore. Dopo quanto accaduto a Roma sabato pomeriggio, Fratelli d’Italia (ma anche la Lega) non ha trovato il tempo per riflettere sulla matrice dell’attacco alla sede della CGIL.
A nulla sono serviti gli arresti dei vertici di Forza Nuova.
A nulla sono servite le evidenze emerse nelle ore successive all’assalto lanzichenecco al palazzo che ospita il principale sindacato italiano. I vari esponenti dei nuovi “patrioti” la butta – per dirla alla romana – “in caciara” non prendendo posizione e citando cose a caso.
Delle parole di Giorgia Meloni – intervenuta sul “caso”, tra l’altro, dal palco di Madrid del congresso del movimento ultranazionalista spagnolo “Vox” – si è già parlato nelle ore precedenti: “È sicuramente violenza e squadrismo poi la matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista, non sarà fascista non è questo il punto”
E la leader di Fratelli d’Italia viene seguita anche dai suoi esponenti di punta.
L’apoteosi si tocca quando Ignazio La Russa prova a vincere il premio come miglior arrampicatore sugli specchi. Il senatore di Fratelli d’Italia (e vicepresidente del Senato), in un colloquio con Il Corriere della Sera, prova a ribaltare il fronte parlando di attacco per screditare e danneggiare la destra: “Sono stati molto funzionali a chi vuol creare uno stato di tensione e tentare di danneggiare la destra”.
Insomma, un complotto ardito per danneggiare la scalata di Fratelli d’Italia. Sulla matrice attacco CGIL La Russa non nega la presenza di Forza Nuova (quindi dei fascisti), ma la cospirazione viaggia nell’aere delle sue dichiarazioni: “Diciamo la conferma che non si vuole davvero impedire che certe manifestazioni trascendano. Come se ci fosse la precisa volontà di lasciarli fare per poi gridare ‘al lupo!’. Tra chi ha attaccato la Cgil c’era gente che aveva divieto di partecipare a manifestazioni: perché non li hanno fermati?”.
Al festival della “supercazzola” non poteva mancare Matteo Salvini. Dopo aver espresso solidarietà a Maurizio Landini e alla CGIL, la Lega ha annunciato la sua non-partecipazione alla manifestazione di piazza del prossimo 16 ottobre. Ma c’è di più: il leader del Carroccio si è detto contrario alla mozione (proposta da Fiano) per lo scioglimento di Forza Nuova dicendo che non è la politica a sciogliere i partiti”.
Ma FN è un movimento fascista, quindi anticostituzionale. La politica ha il compito di difendere la Costituzione. Basterebbe conoscerla.
(da NextQuotidiano)

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PER MARIO GIORDANO CHI CRITICA I NO GREEN PASS E’ FASCISTA

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

“SI VUOLE METTERE A TACERE OGNI PENSIERO DISSENZIENTE”: PARLA LUI CHE OGNI SETTIMANA PUO’ LIBERAMENTE ESPRIMERE IL SUO DISSENSO DA UNA RETE TV

Mario Giordano come Alessandro Borghese: ribalta la situazione. Il giornalista e conduttore di Fuori dal Coro, parlando degli “eventi romani” che hanno fatto da contorno alla manifestazione andata in scena a Roma sabato pomeriggio, riesce nell’impresa di definire “fascisti” chi critica le posizioni dei cosiddetti “No Green Pass”. Lo ha fatto durante il suo intervento a Controcorrente, la trasmissione di Veronica Gentili in onda su Rete4.ù
“Io non ho nessun problema a condannare i fascisti e a dire la parola ‘fascisti’. Io vengo da Azione Cattolica, figuriamoci. Per cui non ho nessuna ambiguità con questi mondi, non ho mai frequentato questi mondi”.
Poi, però, arriva il capolavoro con cui si ribalta la situazione.
“Però, l’operazione che si sta facendo di mettere a tacere ogni pensiero dissenziente, ogni pensiero al di fuori del Green Pass. Che non si possa più criticare una norma perché si diventa immediatamente mandanti di ogni violenza è un’operazione violenta, anti-democratica. Fascista allo stesso modo dei fascisti che vanno in piazza”. Eppure lui, fervente oppositore della certificazione verde (e del modello italiano) ha una trasmissione in prima serata su Rete4 e ha la possibilità, ogni martedì sera (e con altre comparsate nel mondo Mediaset) di esprimere il suo dissenso.
Lo fa liberamente, senza alcuna “repressione” di stampo fascista. Lo specchio riflesso, dunque, è decisamente di legno.
(da NextQuotidiano)

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IL CASO MORISI NON E’ AFFATTO CHIUSO: L’ANSIA SOVRANISTA DEL “NIENTE DI PENALMENTE RILEVANTE” SI SCONTRA CON LA REALTA’

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

SE MORISI HA FORNITO E CEDUTO LA COCAINA DURANTE IL FESTINO NON CAMBIA L’IMPUTAZIONE ANCHE SE NON E’ STATO LUI A FORNIRE LA DROGA DELLO STUPRO

Il caso non è chiuso. Nonostante l’ansia leghista di mettere sulla disavventura di cui è stato protagonista Luca Morisi, l’etichetta del “niente di penalmente rilevante”, l’indagine sull’ex guru della comunicazione di Matteo Salvini prosegue
Lo dice espressamente a Repubblica la procuratrice capo di Verona, Angela Barbaglio: «È prematuro parlare di archiviazione, il pm a cui è stato affidato il fascicolo (Stefano Aresu, ndr) sta conducendo altri accertamenti. Ogni ipotesi, compresa quella che vede Morisi vittima di un possibile ricatto dei due escort romeni, è al vaglio».
Lo dice perché, per quanto tutti sembrino dimenticarsene, questa non è una storia “da guardoni” o di “meri affari personali”, come da definizioni ultime di Salvini. Ma di droga.
Nell’appartamento di Belfiore, poco fuori Verona, i carabinieri durante la perquisizione il 14 agosto scorso hanno trovato e sequestrato cocaina. Droga che apparteneva a Morisi e che è stata consumata — per loro stessa ammissione — dai due ospiti romeni.
È possibile che, date le modiche quantità rinvenute (una bustina nascosta dentro un libro con 0,31 grammi di polvere bianca e tracce di polvere su due piatti), l’ipotesi di spaccio cada. Ma, certamente, Morisi ha comprato cocaina. E l’ha data ai due ragazzi.
È quello che sabato Petr R., 20 anni, ha confermato nel corso dell’interrogatorio con il pm veronese. È indagato, come l’ex social media manager del leader della Lega, per cessione di stupefacenti.
Al magistrato, Petr (che nei giorni scorsi ha rilasciato diverse interviste, spesso contraddicendosi su alcuni passaggi chiave del racconto) ha ribadito che la bottiglietta di Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro” che lui stesso ha consegnato ai carabinieri tirandola fuori dal suo zaino, non era sua.
E quasi certamente neanche di Morisi, come invece aveva dichiarato in un primo momento ai militari.
Il perché abbia mentito sarà oggetto di approfondimento: sul tavolo c’è anche l’ipotesi del ricatto. In ogni caso, dalle chat appare chiaro che l’avesse portata Alexander, l’altro escort romeno partito da Milano insieme a Petr.
Tanto basta, secondo la Lega, a chiudere la questione. Ma così non è: col pm lo stesso Petr ha ammesso di aver fatto uso, durante l’incontro avvenuto tra le 8 e le 17 del 14 agosto, sia di Ghb sia di cocaina. In quantità importanti, tanto da essere costretto ad andare al pronto soccorso perché strafatto. E questo per Morisi può essere un problema.
Il consumo di gruppo è una fattispecie prevista dal Codice penale.
La giurisprudenza dice questo: non è punibile se è volontario e soprattutto partecipato, ossia se tutti coloro che fanno uso di stupefacente insieme hanno contribuito economicamente ad acquistarlo. In questo caso è uso personale.
Altrimenti, è vietato, perché si configura la cessione di modiche quantità: il reato per cui Morisi è tuttora iscritto sul registro degli indagati.
Se Morisi, attraverso il suo bravo avvocato Fabio Pinelli, riuscirà a dimostrare che la cocaina offerta ai suoi due ospiti faceva parte del pagamento delle prestazioni sessuali, otterrà l’archiviazione. L’interrogatorio non è stato ancora fissato.
Comunque vada, gli resterà la segnalazione in Prefettura come consumatore abituale. Oltre che, chiaramente, la bugia politica: all’inizio di settembre Luca Morisi non ha lasciato improvvisamente la Bestia, come è stato ribattezzato l’apparato social di Matteo Salvini, per “motivi familiari”, “per le condizioni di salute del padre”, o per “stress”.
Ha abbandonato la sua creazione perché sapeva cosa era successo. E perché, nonostante l’interessamento di qualcuno col Viminale per tenere riservata la storia, sapeva che la notte di Belfiore non sarebbe finita il 14 agosto.
(da La Repubblica)

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INDOVINATE CHI E’ IL PREFETTO DI ROMA SOTTO ACCUSA PER NON AVER IMPEDITO LE DEVASTAZIONI NO VAX: L’EX CAPO DI GABINETTO DI SALVINI QUANDO ERA AL VIMINALE

Ottobre 11th, 2021 Riccardo Fucile

I SOVRANISTI ATTACCANO LA LAMORGESE PER COPRIRE LE SUE RESPONSABILITA’…DRAGHI FURIOSO: “NON E’ POSSIBILE CHE QUATTRO FACINOROSI BLOCCHINO LE ISTITUZIONI”… MA DI SCIOGLIERE PER DECRETO FORZA NUOVA NON SE NE PARLA

«Non può passare l’idea che quattro facinorosi blocchino le istituzioni». Mario Draghi ha tracciato la linea del governo in poche parole dopo gli scontri a Piazza del Popolo e gli assalti alla Cgil e al pronto soccorso del Policlinico Umberto I da parte dei No Green Pass. Per questo è pronta una stretta sui cortei con la difesa dei luoghi a rischio. Mentre finisce sulla graticola il prefetto di Roma Matteo Piantedosi.
E il governo prepara il piano per garantire la sicurezza a partire dal 15 ottobre, quando la Certificazione Verde Covid-19 diventerà obbligatoria. E per il G20 previsto per la fine del mese. Mentre a Palazzo Chigi ci si chiede come sia stato possibile non accorgersi di nulla.
Il Corriere della Sera spiega oggi che per il governo adesso la strategia deve cambiare. Il sistema di prevenzione – questa la posizione di Palazzo Chigi – deve essere più incisivo e attento. Il via libera alle manifestazioni dovrà arrivare dopo una valutazione rigorosa dei rischi, limitando al massimo i cortei. E le regole dovranno «dimostrare che lo Stato c’è e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità».
E bisognerà evitare ulteriori sottovalutazioni del fenomeno. Il presidente del Consiglio ha parlato in queste ore con la ministra Lamorgese, con il sottosegretario delegato ai servizi segreti Franco Gabrielli e con i collaboratori più stretti. Nessuno ha potuto negare gli errori e le sottovalutazioni.
Perché, spiega ancora il quotidiano, il dispositivo di sicurezza messo a punto in vista della manifestazione di sabato in piazza del Popolo a Roma prevedeva che i partecipanti potessero essere al massimo tremila e invece le forze dell’ordine si sono trovate a fronteggiare oltre diecimila persone, e centinaia sono sfuggite ai controlli. Intanto il capo della polizia Lamberto Giannini ha già sensibilizzato le questure «alla massima attenzione di tutte quelle aree di malcontento» che potrebbero pianificare azioni eclatanti. Ma anche aggregare personaggi che mirano a fomentare le paure e le contestazioni dei cittadini.
E la ministra Lamorgese ha convocato per mercoledì un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza che servirà ad analizzare cosa non ha funzionato sabato.
Il prefetto Piantedosi sotto accusa
Sotto accusa c’è soprattutto il prefetto Matteo Piantedosi. Nominato a Roma da Lamorgese dopo essere stato il capo di gabinetto di Matteo Salvini al ministero dell’Interno (e l’autore della strategia del respingimento delle navi delle Ong).
E autore ieri di una nota per la stampa piuttosto autoassolutoria: «Solo nelle ultime ore, man mano che diverse migliaia di persone giungevano da tutta Italia nella Capitale è stato possibile rilevare un livello della partecipazione non solo quantitativamente molto elevato ma pure caratterizzato dalla variegata composizione dell’adesione alla manifestazione, verso la quale andavano confluendo da persone comuni a gruppi organizzati di facinorosi».
Secondo Piantedosi la prefettura ha disposto «un’adeguata cornice di sicurezza per fronteggiare anche le frange più radicali della protesta», ma «l’uso della forza è qualcosa che deve essere sempre ponderato con equilibrio, soprattutto quando si fronteggiano gruppi indistinti di persone».
Intanto il Viminale si prepara. Durante il lockdown erano stati vietati i cortei e consentiti soltanto i sit-in all’aperto.
L’allentamento successivo sarà rivisto drasticamente. Si dovrà valutare se il luogo richiesto sia adeguato, se ci siano possibili vie di fuga in caso di scontri. E possibilità di presidiare le vie limitrofe in modo da impedire a chi protesta in maniera violenta di andare altrove. E, sempre, dovrà essere stilata la lista dei luoghi che potrebbero essere presi di mira da chi protesta, predisponendo un cordone di protezione.
Se si riterrà che non ci siano le condizioni per garantire la sicurezza, la manifestazione dovrà essere vietata. Impedendo in ogni modo a chi ha presentato richiesta di riuscire comunque a scendere in piazza. Di sciogliere Forza Nuova per decreto invece per ora non si parla.
(da Open)

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