Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
“IL PD RILANCIATO, OGGI VINCE OVUNQUE”… “DA SALVINI PAROLE SURREALI”
“Un trionfo”. Esulta il segretario del Pd Enrico Letta che, in conferenza stampa, commenta i risultati dei ballottaggi delle amministrative 2021 che vedono l’affermazione del Pd e del centrosinistra sia a Roma che a Torino, oltre che a Varese, Latina e Cosenza.
“Una vittoria trionfale, i risultati sono andati oltre ogni rosea aspettativa. Gli elettori di centrosinistra si sono saldati, sono più avanti di tutti noi”. Il leader dem definisce surreale la conferenza stampa di Matteo Salvini che ha negato la sconfitta e ha attaccato la ministra dell’Interno Lamorgese per la gestione degli scontri a Roma di sabato 10 ottobre.
“Un risultato clamoroso in tutta Italia – afferma Letta – La destra dice ‘abbiamo sbagliato i candidati’. Noi abbiamo vinto con lo stesso margine a Roma e Torino. Ho sentito una conferenza a stampa surreale di Matteo Salvini, mentre guardavo la Tv mi chiedevo se fossero immagini di archivio”.
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
INCAPACE DI AMMETTERE UNA CLAMOROSA SCONFITTA, ATTACCA GIORNALISTI E LAMORGESE
Matteo Salvini prova a negare la sconfitta alle amministrative 2021, sottolinea
il “non voto” e poi attacca i giornalisti (rei di aver svelato lo scandalo Morisi e le connessioni neofasciste di Lega e Fratelli d’Italia) e il ministro Lamorgese per la gestione degli scontri di Roma sabato 10 ottobre.
Il leader del Carroccio fa “in bocca al lupo” a Roberto Gualtieri, Stefano Lo Russo e Roberto Dipiazza per la vittoria e sottolinea come sia un problema avere “eletti da minoranze di minoranze”.
Il problema del non voto c’è. E’ evidente. Ma Salvini ne parla anche per evitare di parlare di quello che tutti gli analisti definiscono una netta sconfitta.
“Chi governava le grandi città è stato confermato”, dice Salvini. Il centrodestra ha vinto in 4 comuni tra i capoluogo: Trieste, Pordenone, Grosseto, Novara, ma perde in due città che governava, Savona e Cosenza.
Salvini è tornato così ad attaccare la ministra Lamorgese “visto che c’è stata una cattiva gestione dell’ordine pubblico”.
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
TELEFONI MUTI, I LEADER NON SI FANNO VEDERE
Roma da caput mundi a finis mundi per il centrodestra. In sessanta secondi.
Alle tre e un minuto, la doccia gelata arriva con le prime tendenze de La 7: Michetti è sotto di venti punti dopo essere partito con tre di vantaggio. Più di una distanza incolmabile: un crepaccio.
Gli exit poll della Rai confermano: il candidato meloniano è al 37-41%, il rivale Dem al 59-63%.
Tirava aria di sconfitta, non con queste percentuali. Non una faccia né una voce da metterci sopra, ma occhi incollati agli schermi e speranza non ancora persa. Al suo comitato, Michetti non è ancora arrivato, Meloni neppure, via della Scrofa a differenza del primo turno è chiusa.
È la concretizzazione di una mattinata carica di silenzi e cattivi presagi. A tenere botta nel comitato a due passi dalla Garbatella ci sono i “pretoriani”: Trancassini, Rampelli, la consigliera regionale Chiara Colosimo.
Il candidato sindaco ha fatto sapere che seguirà lo spoglio presso il suo comitato. In stile calendiano: farà il suo dovere, un po’ mesto.
Alle 16 però, non è ancora apparso, ad animare la sala video sono i suoi faccioni sulle pareti azzurre e le telecamere inerti. Il resto del partito è desaparecido.
Meloni si occupa di altro: gli idranti delle forze dell’ordine sui portuali triestini No Green Pass, la solita Lamorgese, il teorema che quelli di Forza Nuova sotto la sede della Cgil “ce li hanno fatti arrivare”. L’ordine pubblico è un tema serio, per carità, ma nella circostanza sa tanto di “parliamo d’altro”.
I big tacciono. Telefonini muti, informazioni zero. Nessuna indicazione su come si svilupperà il pomeriggio. Boh, mah, chissà.
Trancassini è il primo ad affacciarsi, sorriso tirato e dita incrociate. Uno che i numeri li capisce, come Rampelli, è inquieto dal mattino: il calo dell’affluenza storicamente penalizza la destra, soprattutto ai ballottaggi.
A Roma è intorno al 30%, sotto il 2016, significa che i candidati non hanno “trainato”, che il vento gira male. L’analisi municipio per municipio peggiora gli umori: bene quelli del centro storico e di Roma Nord – I, II, III – dove Gualtieri era in testa, scendono quelli più periferici, come il VI in cui aveva preso il 40% e più in generale le zone dove Michetti aveva consolidato i tre punti di vantaggio.
Non tira aria di festa, né al comitato né fuori.
Ma dove è Meloni? Boh. Affari suoi, risponde qualcuno. A un certo punto apparirà, farà la sua dichiarazione, e saluti.
Mentana gela tutti: “Gualtieri sicuro su Michetti. Ballano 20 punti”. Se davvero finirà così, sarà l’ultima tappa di un percorso a ostacoli per l’ex Re Mida dei consensi (che però a livello nazionale è ancora in partita alla grande, e anche nel centrodestra visto che alla Lega non è andata meglio).
Una gimkana politica, corsa nell’ultimo mese e piena di brutte notizie. L’inchiesta di Fanpage, con uno dei pesi massimi, il capo dell’euro-delegazione Fidanza, invischiato nella rete “para post e cripto-nazista” del Barone Nero.
Le pressioni dell’ala più liberal di FdI per abbandonare la “zavorra” dei nostalgici del Duce, con Crosetto in prima linea, che prima offre il petto a “Piazza Pulita” e poi abbandona il “plotone di esecuzione” approntato per Giorgia.
Non ne va in porto una: anche la visita alla Comunità Ebraica, in occasione dell’anniversario del rastrellamento al Ghetto, slitta perché non tutti sono d’accordo.
Alla fine Meloni l’ha accompagnato fino all’ultimo miglio il suo Michetti, quel “cavallo di Giorgia” imposto alla coalizione e che da domani le verrà rinfacciato, con le sue sparate radiofoniche tra Wehrmacht e soccorritori di colore a Rigopiano,
Ma alla fine, non è chiarissimo chi si sia “accollato” chi tra dirigenti come minimo improvvidi, alleati tiepidi, elettori perplessi. E soprattutto senza uno straccio di reazione identitaria all’”assedio comunista”.
E’ andata buca, e mercoledì si risale sulla giostra: per votare (o no) la mozione in Parlamento sullo scioglimento di Forza Nuova.
(da Huffingtonpost)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
IL PRIMO CITTADINO: “IL VOSTRO MESSAGGIO NON PASSERA'”
Giovanni Gargano ha postato su Facebook uno dei tanti biglietti di
propaganda No vax che in questi giorni riempiono la città del Modenese. «Documento che inserirò nello stupidario»
Si fanno chiamare “Vivi perché liberi” e imbrattano la città di svastiche, messaggi anti vaccino e anti «sistema nazi-sanitario». A Castelfranco Emilia in provincia di Modena l’aggressiva campagna No vax e No Green pass è fatta di volantini di protesta, muri imbrattati e hub vaccinali danneggiati.
§A denunciare è il sindaco della cittadina Giovanni Gargano, preso anche lui di mira per le sue idee pro vaccino e bombardato sui social da messaggi che lo accusano di alimentare la campagna del «nazi-Green pass».
In un lungo post pubblicato su Facebook Gargano ha mostrato l’immagine di uno dei tanti volantini propagandistici disseminati nella sua città dal gruppo di convinti No vax, sfoggiando un’ironia che ormai gli sembra essere l’unica reazione possibile. «Inserirò questa “meraviglia” di diritto nello stupidario che sto tenendo in questa esperienza come Sindaco! Grazie per il contributo!» ha scherzato.
Poi facendosi più serio: «Sappiate che il vostro messaggio qui a Castelfranco non passerà, ve lo garantisco».
Già nei giorni scorsi Gargano si era schierato contro i vandalismi di numerosi post sui social scritti da una rete di profili che si firma con una “W” rossa.
Commenti per lo più tutti dello stesso stampo ma provenienti da account differenti e ripetuti migliaia di volte. «Mi sembra di sognare, magari vi consiglio un passaggio all’Anpi per capire meglio cosa vuol dire la parola ‘partigiano’ da queste parti», aveva scritto anche il sindaco rispondendo a quelli che si erano paragonati a dei partigiani in lotta contro la dittatura.
Il primo cittadino si è poi schierato in difesa della senatrice Liliana Segre, insultata dal palco della manifestazione No Green pass di Bologna. «Consiglio: chiedere una white card per studiare la storia, no? Vi servirebbe piuttosto di riempire di idiozie le vostre bocche! Legittimo manifestare ed essere dall’altra parte ma minacciare ed offendere vanno ben oltre al tema del Green Pass».
(da Open)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
DAL PARTITO COMUNISTA AI SINDACATI DI BASE
C’è Marco Rizzo con il suo Partito Comunista. Ci sono i sindacati di base in polemica con il moderatismo di Cgil, Cisl e Uil. E poi ci sono gli anarchici in azione durante i cortei di Milano: una quarantina in tutto, provengono dalla città o da Varese. Vengono attenzionati dalla Digos.
Non c’è solo Forza Nuova a capo del movimento No Green pass. Anzi. Degli oltre 100 manifestanti identificati durante il corteo No Green pass di ieri la Polizia di Milano «sta valutando la posizione di circa 40 persone aderenti all’area anarchica milanese e varesina» per la loro denuncia.
Le indagini – spiega la Questura – in relazione al «flusso disordinato di circa 10 mila persone, riunitesi senza preavviso» che hanno attraversato il centro tentando, senza riuscirci, di avvicinarsi a Regione, Corriere della Sera e Cgil «hanno portato a due arresti e otto indagati per interruzione di servizio pubblico, violenza privata, istigazione a disobbedire alle leggi e per manifestazione non preavvisata».
Comunisti No pass
Tra i più attivi c’è lo stalinista neocon Marco Rizzo. Che con il suo Partito Comunista ha proclamato lo sciopero generale dal 15 al 20 ottobre «contro il Green pass e ogni forma di ricatto sul luogo di lavoro».
Repubblica ricorda oggi che di fronte alle scene dell’assalto alla Cgil, Rizzo ha evocato una non ben chiara strategia della tensione. Come Giorgia Meloni. Comunque, e questo lo premettono tutti a sinistra, «non è una battaglia contro il vaccino, ma – è la posizione del Pc – contro un mezzo anti-scientifico, inutile, ricattatorio, divisivo e degradante come il Green pass nei luoghi di lavoro».
E non è l’unico. Sempre il quotidiano ricorda che nelle settimane scorse il collettivo di scrittori Wu Ming ha veicolato un kit di pronto soccorso antifascista contro il nuovo lasciapassare.
Dopo qualche giorno sul proprio blog Giap, in due puntate, hanno rilanciato una lunga riflessione sui perché e sui per come dell’avversione. Arrivando a sostenere che «nel loro modo sballato, quelli che il mainstream e la sinistra perbene chiamano no vax sono tra i pochi a tentare una critica alla scienza medica sul versante della produzione, dei rapporti di proprietà. Nel loro confusionismo, alcuni di loro sono istintivamente più “marxisti” di certi eredi del marxismo smarritisi nello scientismo».
Poi ci sono i sindacati di base. Cobas, Usb, Cub: tutti in contrapposizione anche per distinguersi da Cgil, Cisl e Uil. Con le quali lo scontro rimane aperto.
Come testimonia quello che è successo a Milano, davanti alla Camera del Lavoro. Dove si sono fronteggiati il servizio d’ordine della Cgil e le bandiere rosse dei sindacati di base.
Il corteo, che è sfilato per oltre cinque ore, infatti, ha sostanzialmente bloccato la circolazione, anche dei mezzi pubblici, fino a quando si è sciolta, dopo le 22, in piazzale Loreto. Tra gli oltre 100 manifestanti identificati durante il corteo che più volte si è diviso prendendo direzioni diverse la Polizia sta però valutando la posizione di “circa 40 persone aderenti all’area anarchica milanese e varesina” per un eventuale loro denuncia. La Questura parla di “flusso disordinato” di circa 10 mila persone, “riunitesi senza preavviso” che hanno attraversato il centro del capoluogo lombardo tentando, senza riuscirci, di avvicinarsi a obiettivi sensibili: Regione Lombardia, Corriere della Sera e Cgil. Dell’inchiesta si occupa il capo del Pool antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili.
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
L’ALLENATORE HA DIFESO NAPOLI DAI SOLITI PREGIUDIZI
Luciano Spalletti qualche giorno fa è stato vittima del furto della sua auto.
L’allenatore del Napoli però invece di assecondare i pregiudizi ha rilasciato una bella dichiarazione contro i luoghi comuni sulla criminalità in città.
L’auto di SPalletti è stata rubata nella sera tra giovedì e venerdì: la macchina, una Panda, era parcheggiata davanti all’hotel Britannique, in corso Vittorio Emanuele a Napoli. L’albergo viene abitualmente usato dalla società di calcio per i ritiri e i raduni. Pochi giorni prima era avvenuto un altro furto molto simile ai danni del centrocampista Diego Demme: la vettura del calciatore tedesco, una 500 Abarth, era parcheggiata nel quartiere di Posillipo ed era in quel momento in uso alla moglie.
Non sembrano però esserci collegamenti tra i due episodi.
E in ogni caso il tecnico del Napoli ha inquadrato alla perfezione cosa gli è successo: “Il furto della mia auto non cambia il mio giudizio su Napoli. Per gioco ho visto cosa succede in Italia, vengono rubate circa 100mila auto l’anno, 300 al giorno in tutta Italia, non capisco perché si voglia fare una parentesi per Napoli”, ha detto il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, alla vigilia del match con il Torino, allontanando i soliti pregiudizi sulla criminalità in città.
“Bisogna passare alla prossima domanda”, ha aggiunto derubricando la domanda della giornalista di Canale 21 a un’insinuazione di poco conto. E le sue parole piene d’amore per Napoli sono piaciute
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
“HA RACCONTATO UNA VERSIONE SBAGLIATA PER POI FARE VITTIMISMO SUI SOCIAL”
La maggioranza silenziosa prende la parola.
La storia di Silvia, la studentessa No Green Pass di Bologna salita agli “onori” della cronaca per aver provocato – di fatto – la sospensione di una lezione universitaria per la sua insistenza alla partecipazione seppur sprovvista di certificato verde (come invece indicato dalla legge vigente), ha provocato moltissime reazioni.
E ora sono proprio i “compagni” di corso della giovane a prendere la parola per difendersi dalle accuse mosse contro di loro da chi li ha criticati per il loro “non essere democratici”.
Gli studenti del corso di Laurea in Filosofia hanno deciso di prendere una posizione netta con una lettera inviata al Rettore dell’Università di Bologna, anche per non far passare il messaggio univoco lanciato e rilanciato da Silvia (non utilizziamo il suo cognome per motivi di privacy). Questi alcuni estratti pubblicati oggi sull’edizione bolognese del quotidiano La Repubblica:
“È ormai ben noto che la nostra collega Silvia sia entrata durante una lezione di Psicologia cognitiva sprovvista di quella da lei definita ‘infame tessera verde’, provocando l’annullamento della lezione e accusando la prof.ssa Luisa Lugli di aver preso questo provvedimento di sua spontanea iniziativa; ebbene, ci teniamo a sottolineare che la professoressa non ha fatto altro che seguire il protocollo di ateneo, che prevedeva la ripresa delle lezioni qualora la ragazza fosse uscita o l’annullamento qualora fosse rimasta”.
Una narrazione che ricalca quella fatta dalla stessa docente che, la scorsa settimana, si è trovata a dover affrontare la protesta della studentessa No Green Pass.
Anche perché, spiegano gli stessi “compagni di corso”, il protocollo è ben noto a tutti ed era stato già applicato da altri professori – quindi non solo dall’insegnante di Psicologia Cognitiva – nel corso di altre lezioni. Come nel caso del corso di Storia della Filosofia, quando la stessa Silvia decise di allontanarsi (non poteva partecipare perché sprovvista di certificazione verde), ma abbandonando l’aula ha rovesciato un cestino e strappato un cartellone.
Poi, nella stessa lettera al Rettore, si critica la posizione “vittimistica” assunta sui social dalla studentessa No Green Pass e si chiude con il loro pensiero nei confronti della certificazione verde all’Università:
“Ebbene sì, bisogna ricordarlo: l’utilizzo del Green Pass è una disposizione posta per la tutela della salute di tutti. Dopo un confronto avuto con la professoressa i ragazzi se ne sono andati di propria iniziativa. Erano state avvisate le forze dell’ordine dagli altri studenti. Peccato non siano mai giunte sul posto. Infine, ribadiamo che l’unico scopo di questa lettera, oltre quello di difenderci dalle calunnie e accuse che ci sono giunte a livello nazionale, è quello di riprendere le lezioni in totale tranquillità”.
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX PORTAVOCE DEI 20 PORTUALI RIMASTI SI E’ INGINOCCHIATO IN LACRIME OSTENTANDO UN ROSARIO
Era lì anche oggi, dopo un balletto che lo aveva visto fuori dalla proteste
all’interno del Porto di Trieste, con tanto di dimissioni, fino al ritorno a ruolo di protagonista. Stefano Puzzer, ex (?) portavoce del coordinamento dei portuali triestini che protestano contro l’estensione dell’utilizzo del Green Pass la mondo lavorativo, ha parlato anche questa mattina durante le fasi iniziali dello sgombero dell’area da parte della Polizia.
Lo ha fatto mentre si trovava inginocchiato, seduto a terra stringendo le mani ad altri manifestanti e tenendo nel suo pugno un rosario. Tra le lacrime.
“Non sono in lacrime, ma sono triste. Triste perché i nostri diritti son questi. Non stiamo facendo nulla, nulla. E dovete far capire all’Italia che questo non può andare avanti – ha detto Stefano Puzzer ai giornalisti all’interno del varco 4 del Porto di Trieste -. Io non sono triste perché sono disperato, io sono triste per tutte queste persone, perché siamo responsabili di loro. Noi non andiamo via. Stiamo qui, stiamo pregando, siam vicini. C’è gente che trema, che ha paura. Come con lui (rivolgendosi a una persona seduta al suo fianco, ndr). Non arriveranno tanto, si spera. Io starò qua e spero non arrivino. Perché siamo tutti tranquilli, come siamo stati tranquilli in questa giornata”.
Le operazioni di sgombero stanno proseguendo. Poco dopo le 8 di questa mattina, infatti, alcune camionette della Polizia – con agenti in tenuta anti-sommossa – hanno fatto il loro ingresso attraverso il varco numero 4 del porto di Trieste. Dopo aver tentato di disperdere la folla con gli idranti è iniziato un confronto con alcuni dei rappresentanti/organizzatori della protesta. Poi qualche momento di tensione, con cariche di alleggerimento. Fino alle parole di Puzzer.
(da agenzie)
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Ottobre 18th, 2021 Riccardo Fucile
QUESTA NON E’ DESTRA, E’ CONNIVENZA CON I FACINOROSI… PUR DI PRENDERE DUE VOTI DAI NO VAX VOGLIONO DISTRUGGERE L’ECONOMIA DEL PORTO DI TRIESTE
Prosegue la campagna di Matteo Salvini e Giorgia Meloni contro Luciana Lamorgese. Stavolta a essere contestato è l’intervento della Polizia per sgomberare il Porto di Trieste da portuali e No Green Pass che protestano.
“Sindacati muti, media accondiscendenti, forze politiche di maggioranza plaudenti. Ecco in cosa stanno trasformando l’Italia” afferma Meloni.
“La polizia tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro” afferma il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – che a differenza di Salvini non usa la parola neofascisti per i disordini e le violenze di Roma della scorsa settimana.
Discriminati? Ma che si vaccinino, invece di distruggere l’economia del porto di Trieste, come ha fatto l’86% degli Italiani a cui il cervello funziona.
Una trentina di portuali (appoggiati da 2.000 No vax) a fronte di 1500 portuali che vogliono imporre uno sciopero dichiarato illegale dal Garante sarebbe una violazione del diritto?
Ma di quale legalità parla la Meloni?
(da agenzie)
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