Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
FAIDA INTERNA NEL PARTTO DELLA MELONI… NON VANNO D’ACCORDO NEMMENO TRA DI LORO E VORREBBERO GOVERNARE IL PAESE
“Io sono Sergio Rastrelli, e sono un vero fascista napoletano”, con tanto di foto
dell’avvocato candidato sindaco della città con Fratelli d’Italia in posa mentre fa il saluto romano. I
n basso, il logo del partito capeggiato da Giorgia Meloni. Sono centinaia i manifesti così in tutto il capoluogo campano, anche nella zona di Piazza Municipio, dove ha sede il Comune.
L’iniziativa shock sarebbe riconducibile a una frangia interna alla sezione locale del partito, che chiede le dimissioni del coordinatore cittadino, oltre che del coordinatore provinciale Michele Schiano, l’azzeramento dei “loro nominati” e un rilancio del partito.
“Un atto indecente – commenta Rastrelli – perché solo dei vigliacchi senza onore, facilmente individuabili, potevano pensare di strumentalizzare un’immagine dell’ultimo saluto a mio padre, una promessa solenne fatta sul letto di morte”.
Lo scatto infatti risale al giorno delle esequie del padre Antonio, volto noto del Msi: “Un momento personale e doloroso – commenta Rastrelli – per il quale non ho nulla di cui vergognarmi, né da rinnegare. Non era un gesto politico, ma un omaggio rivolto alla storia personale e familiare di cui vado orgoglioso”.
A guidare la frangia che si oppone a Rastrelli è l’ex consigliere comunale Gennaro Castiello: “Se la nuova destra – attacca – deve partire da nuovi soggetti calati dall’alto e che portano un retaggio imbarazzante per il partito noi chiediamo, quanto meno per opportunità politica, che facciano un passo indietro”.
“Ho pienissimo mandato politico – replica Rastrelli – e fermissima intenzione di rilanciare il nuovo corso del partito. La vigliaccheria e le imboscate non si addicono agli uomini di destra”.
L’obiettivo della manifestazione è mettere in imbarazzo la leader del partito, Giorgia Meloni, che più volte ha dichiarato: “In Fdi non c’è spazio per atteggiamenti nostalgici del fascismo”.
(da NetQuotidiano)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
L’AVANZATA È LENTA E NEI SOBBORGHI DELLA CAPITALE GLI UCRAINI AVREBBERO RIGUADAGNATO POSIZIONI
Il professor Michael Clarke, ex capo della difesa e del think tank della sicurezza del Royal United Services Institute (RUSI), ha affermato che i russi stanno “commettendo quasi tutti gli errori tattici che è possibile fare”:
«Sembrano forze completamente impreparate che non hanno pensato a come affrontare una guerra. Gli ucraini stanno bloccando l’avanzata russa in tutte le aree e stanno operando anche contrattacchi abbastanza efficaci. I russi stanno perdendo molti equipaggiamenti e truppe».
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
LA PROTESTA SILENZIOSA IN PIAZZA MERCATO
Nella piazza del mercato di Leopoli ci sono 109 passeggini vuoti, disposti in file ordinate,
a simboleggiare il numero di bambini uccisi dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina.
Una protesta silenziosa che grida attraverso le immagini e lascia riecheggiare nell’aria le urla delle piccolissime vittime della barbarie voluta da Putin.
La scritta in cirillico “bambini” posta all’esterno del teatro di Mariupol in modo che fosse visibile anche ai caccia della Russia che da tre settimane incessantemente sganciano bombe su tutto il Paese non ha dissuaso gli uomini dell’esercito del Cremlino, che hanno distrutto interamente la struttura all’interno della quale, secondo Human Rights Watch, c’erano 500 persone, perlopiù donne e bambini. Un dramma giornaliero, denunciato anche su diversi cartelli appoggiati ai passeggini vuoti
La città teatro della protesta, Leopoli, questa notte è stata colpita dai bombardamenti: tre esplosioni sono state avvertite nella zona dell’aeroporto.
“Diversi missili hanno colpito un impianto per la riparazione di velivoli. Il sito è stato distrutto. Le attività erano state sospese in precedenza e quindi al momento non risultano vittime”, ha scritto su Facebook il sindaco della città, Andriy Sadovyi. “Questo bombardamento ha un valore simbolico: l’Ucraina è stata colpita al cuore. C’è il terrore tra la gente”, ha raccontato all’AdnKronos don Moreno Cattelan, missionario orionino a Leopoli. Intanto, la carovana della missione “Safe Passage” di Mediterranea Saving Humans ha varcato la frontiera tra Polonia e Ucraina a Medyka e si sta dirigendo proprio verso Leopoli. Ad annunciarlo è la stessa ong. Il convoglio è formato da sei van attrezzati anche per emergenze mediche. A bordo, infatti, oltre ad aiuti alimentari, coperte termiche e sacchi a pelo ci sono anche medicinali e dispositivi di intervento rapido.
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
TANTI GIOVANI MILITARI SABOTANO IL PROPRIO MEZZO PER NON ANDARE AVANTI, C’E’ CHI DISERTA
Lo State Emergency Service of Ukraine ha diffuso un video che mostra un soldato russo catturato dall’esercito ucraino al quale viene passato un cellulare mentre c’è in riproduzione un filmato con le immagini delle distruzione causata dall’invasione. “Cosa sto guardando”, dice il giovanissimo militare, che si chiama Anatoly. “Sono immagini nuove? Dannazione”.
Si porta le mani al volto, sconvolto da quanto sta osservando. “Vedi cosa fa il tuo mondo russo?”, gli chiede l’uomo che gli ha consegnato il cellulare. “Cosa hai da dire?”. “Non riesco a dire nulla”, la risposta del prigioniero di guerra.
Non è chiaro in quali condizioni Anatoly sia stato catturato, quel che è certo è che come lui tantissimi altri soldati russi, giovanissimi, mandati allo sbaraglio da Putin in Ucraina, non vorrebbero combattere.
Sono diverse le testimonianze di soldati che hanno sabotato i propri mezzi dopo essersi resi conto di cosa stesse succedendo, abbandonato i carri armati e cercato rifugio presso la popolazione.
In molti hanno denunciato di non essere stati informati di star formalmente invadendo un altro Paese, sostenendo di sapere che si trattasse di un’esercitazione.
Alcuni hanno fatto sapere di essere stati inviati con provviste per soltanto due giorni, il tempo necessario – nelle idee di Putin – per portare a termine la missione militare. Non a caso, infatti, molti sono stati sorpresi a “rubare” cibo o animali nelle case dei civili per sfamarsi.
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
UNA ANALISI IMPIETOSA DELLE CARENZE DELLE FORZE ARMATE RUSSE
Per quanto riguarda la situazione militare russa in Ucraina “cercherò di essere il più
conciso possibile: le forze e i mezzi esistenti sono insufficienti non solo per conquistare l’Ucraina ma neppure le città chiave. Non ci sono forze sufficienti nemmeno per un completo accerchiamento, non parliamo poi di un assalto”.
Lo scrive una presunta ‘talpa’ dell’Fsb, i servizi di sicurezza russi, in una nuova lettera inviata a Vladimir Osechkin, attivista dei diritti umani in esilio, osservando che l’arsenale di Mosca include “armamenti che non sono stati ancora attivati, ma il cui utilizzo pone problemi”.
Il riferimento è – spiega – a un eventuale “attacco nucleare locale che non risolverà il problema militare, ma anzi aggiungerà problemi”.
Si può agitare questo spauracchio “per cercare di spaventare” l’opinione pubblica, ma è uno strumento che pone “enormi rischi. E sebbene la situazione sia ormai oltre i limiti della logica e del buon senso – aggiunge – spero ancora che non venga fatta alcuna stupidaggine” di questo tipo.
Inutile pensare poi a un attacco nucleare su larga scala: “Anche supponendo che sia tecnicamente possibile che tutti gli anelli della catena di comando eseguano tutti gli ordini ( ma non ci credo più)” questa mossa non avrebbe “ancora senso” visto che esporrebbe l’intera Russia a una apocalittica ritorsione.
Quanto al ricorso ad armi termobariche e super-proiettili l’autore della lettera riconosce che “l’onda d’urto di tali esplosioni, insieme alle case di Kiev, distruggerà anche la neutralità di tutti gli altri paesi (India, Cina, mondo arabo, America Latina) nei nostri confronti”. Anche perché – aggiunge – “bisognerà iniziare a cercare una giustificazione per questo ‘genocidio’ “.
Per distrarre l’attenzione dal fallimento dell’invasione dell’Ucraina a Mosca “la minaccia di atti di terrorismo sta aumentando rapidamente”, l’allarme lanciato dalla presunta ‘talpa.
Nella lunga missiva – di cui non è possibile verificare l’attendibilità, ma che è giudicata credibile, come le precedenti – si evidenziano i fallimenti e gli errori di giudizio compiuti da Mosca e si afferma chiaramente il rischio che qualcuno possa decidere di ricorrere a ‘manovre diversive’:
“Quello che viene chiamato un ‘attacco terroristico nazista’ potrebbe distogliere l’attenzione” o comunque “giustificare una permanenza molto più lunga delle truppe russe sul territorio ucraino”. Ma questa prospettiva, aggiunge la fonte , potrebbe anche fornire a Mosca una scusa per spiegare “il possibile ritiro” dall’Ucraina.
Resta il nodo di chi potrebbe portare avanti questa operazione di ‘false flag’. La fonte spiega come – anche all’interno di una stessa agenzia – “non significa che tutti siano a conoscenza di tutto” e quindi che una simile operazione potrebbe essere condotta all’interno dello stesso Fsb senza che nessuno – a parte chi la ordina e chi la compie materialmente – ne sia consapevole.
La fonte tende tuttavia ad escludere un coinvolgimento del Fsb (“sono sicuro che impediremmo” questi attentati, anche se, spiega, “va di moda accusarci di tutto”) e ricorda come ci siano “altre agenzie e altri dipartimenti, soprattutto militari, che trarrebbero grande vantaggio da un simile sviluppo”.
Dopo l’attacco a Kiev, a mandare in frantumi i piani dei russi è stato anche “il comportamento inaspettato di Zelensky, al quale nessuno era pronto, scrive ancora la presunta ‘talpa’, osservando come Mosca puntasse sulla sua presunta mancanza di credibilità, presentandolo come “un tossicodipendente e un comico”: invece dal presidente ucraino è arrivato “un comportamento dissonante”, da leader di un paese che combatte.
Il tutto, sottolinea, mentre in Russia “non avevamo una risposta simmetrica: Putin, mantenendo le distanze anche dalla sua cerchia più vicina, sembrava a qualsiasi osservatore esterno molto più ‘perso’ di Zelensky, e non avevamo nostre figure carismatiche per controbilanciare la trasmissione costante di personaggi ucraini”.
“Negli ultimi giorni la Russia ha costruito un proprio modello mediatico, ma era troppo tardi e inoltre nel campo dei media per definizione abbiamo più difficoltà rispetto a professionisti dello spettacolo”, come Zelensky, spiega la ‘talpa’.
Se l’Ucraina ha fermato l’attacco di Mosca è perché ha “vinto la ‘guerra dell’informazione'” ed anche perché “i militari hanno avuto il controllo delle decisioni”: il risultato è che l’Occidente si “è costruito una immagine dell’Ucraina tale che non si può più pensare di fare pressione” su Kiev per arrivare a una sua resa, il quadro sconfortato fatto dalla presunta ‘talpa’.
Nel documento – difficile da verificare ma ricco di dettagli giudicati credibili – si spiega che “in Russia si è persa la logica delle azioni: la gerarchia delle decisioni è stata minata dal basso e manca il necessario livello di analisi critica. Si ricorre a scelte avventuristiche in ambiti in cui non dovrebbero neppure essere considerate”.
La fonte dei servizi lamenta come – se prima del conflitto si tendeva a considerare l’Ucraina come “un’altra Russia” e quindi a fare valutazione partendo da ciò – oggi “possiamo affermare che stiamo trattando con uno stato assolutamente differente, e quindi i nostri piani iniziali possono essere gettati nella spazzatura”.
A quanto pare, a giudicare da questo racconto, uno degli errori è stato ritenere che a Kiev il ruolo dei servizi di sicurezza (l’Sbu, equivalente dell’Fsb) fosse cruciale come lo è a Mosca. Invece l’azione dell’Sbu sarebbe stata – scrive la talpa russa – “primitiva e inefficace” mentre le forze armate hanno tenuto testa all’attacco russo. A questo va ad aggiungersi la mancata adesione di personaggi politici filo-russi che avrebbero dovuto invocare un cambio di governo e un accordo con i russi.
Oltre a resistere sul campo all’attacco delle forze inviate dal Cremlino la’ dove gli ucraini “sono stati incommensurabilmente migliori” è stato nella ‘guerra di informazioni’ in cui Kiev ha subito saputo coagulare il sostegno alla sua resistenza, a livello interno e internazionale. Invece in Russia “non ci sono state contromisure in tal senso nei primi giorni, in parte per la segretezza” sulla decisione di attaccare e “in parte perché all’inizio ci si è concentrati a illustrare a Kiev la necessità di smettere di resistere”.
Il risultato – si evidenzia – è che “gli operatori dell’informazione ucraini hanno semplicemente fatto irruzione nel nostro territorio”, mostrando in conferenza i prigionieri russi, permettendo loro di chiamare i genitori, e quindi “abbiamo subìto un dominio totale della comunicazione ‘esterna’: sul piano dell’informazione nei primi giorni è stata una sconfitta totale” per la Russia.
L’agente russo osserva che Kiev ‘disinformava’, creava leggende, dava informazioni “abbastanza reali dal campo di battaglia, mentre noi non abbiamo trasmesso questo tipo di informazioni: è qui che la lezione degli americani sembra aver dato i risultati maggiori”.
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
LA CONVERSAZIONE TRA MILITARI INTERCETTATA
È una conversazione intercettata e che dimostra il morale basso fra i soldati russi andati a combattere in Ucraina. Il morale sarebbe talmente ai minimi termini che molti di loro si sparano alle gambe, utilizzando munizioni ucraine, pur di non dover combattere, e i casi di questo tipo potrebbero essere fino a 14.000, secondo quanto riporta il media d’opposizione bielorusso (che trasmette dell’estero) Nexta, che avrebbe intercettato alcune conversazioni.
«Ci hanno sparato contro per 14 giorni. Abbiamo paura. Stiamo rubando il cibo, facendo irruzione nelle case. Stiamo uccidendo i civili», si dice in una delle conversazioni intercettate, riportata dal New York Post.
In un altro dialogo due soldati russi dicono: «Ufficiali russi si sono sparati alle gambe per andarsene a casa. Ci sono corpi ovunque».
Un altro parla di commilitoni «alla ricerca di munizioni ucraine per potersi sparare alle gambe e andare in ospedale».
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
ORA HA UN TEAM DI ASSAGGIATORI DEL CIBO
«Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue.
Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame», scrive Rosella Postorino nel meraviglioso «Le assaggiatrici».
Nel libro racconta delle donne costrette ad assaggiare il cibo destinato a Hitler per essere sicuri che non fosse avvelenato. Quello che ha pensato di fare anche Vladimir Putin: le minacce sulla tv di stato russa oltre alla spietatezza dello zar nascondono la paura – inevitabile – di minacce esterne ma anche interne.
Perché dietro alla denuncia dei russi che si oppongono alla guerra come «feccia» e «traditori» da «sputare come moscerini», si nasconde il timore (che in Russia definiscono «paranoia») che qualcuno possa cercare di ucciderlo.
Come? Con il veleno, il metodo più usato fin dai tempi dell’ex Unione Sovietica.
Una paura che arriva anche da chi si trova nella sua stretta cerchia di collaboratori. Secondo il Daily Beast, Putin ha anche degli assaggiatori personali (e per lui non è una novità, li aveva adottati già in passato): a loro fa appunto assaggiare il cibo prima che lo mangi lui stesso e il mese scorso avrebbe sostituito tutto il suo intero staff personale di mille persone.
«Addetti alla lavanderia, segretarie, cuoche… adesso ha un gruppo di persone completamente nuovo. La valutazione dell’intelligence è che abbia paura», si legge sul Daily Beast.
E che il veleno sia il metodo “preferito” per uccidere in Russia, Putin dovrebbe saperlo: si ritiene che i suoi agenti abbiano ucciso Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi segreti e poi dissidente, aggiungendo veleno radioattivo a una tazza di tè nel 2006. E nel 2018, le autorità affermano che i collaboratori di Putin abbiano spruzzato veleno mortale sulla porta d’ingresso dell’ex spia Sergei Skripal con lui e sua figlia salvi per miracolo. E Putin avrebbe anche ordinato l’avvelenamento del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny.
L’addio del generale Gravrilov
A riprova delle preoccupazioni di Vladimir Putin e della stretta sugli organismi direttamente responsabili della fallimentare campagna di Ucraina, c’è il siluramento dei vertici della Guardia nazionale russa, istituita personalmente da Putin nel 2016, storica erede del “Corpo delle Guardie interne” creato nel 1811 dallo Zar Alessandro I. Il generale Roman Gavrilov, vicecomandante della Rosgvardia, sarebbe stato arrestato dall’Fsb (i servizi di sicurezza della Federazione russa, l’ex Kgb), secondo altri solo «rimosso dall’incarico», con l’accusa di fuga di notizie e abusi amministrativi. A divulgare la notizia è Christo Grozev, giornalista investigativo del sito “Bellingcat”, che rimanda a tre «fonti indipendenti».
(da Il Mattino)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
IL PIUMINO BLU MASCHERA IL GIUBBOTTO ANTI-PROIETTILE… APPENA IERI AVEVA CONDANNATO GLI OLIGARCHI CHE BRAMANO I BENI DI LUSSO OCCIDENTALI
Un vero e proprio show all’americana. È quello andato in scena a Mosca, nello stadio Luzniki, dove Vladimir Putin ha tenuto il suo discorso alla nazione nell’impianto che aveva accolto migliaia di sostenitori.
E di quei minuti – in cui è stato celebrato l’anniversario dell’annessione della Crimea – emergono sempre più dettagli. Alcuni curiosi, come quello della giacca di Loro Piana (brand italiano di Vercelli) del valore di poco meno di un milione e mezzo di rubli, circa 13mila euro.
Lo zar russo, si presenta con un abbigliamento sportivo, un piumino blu scelto non a caso, visto che maschera il giubbotto antiproiettile, e un maglione dolcevita. Le immagini dell’arena piena di musica e colori fanno il giro del mondo e rendono ancora più contrastanti e forti quelle che provengono dall’Ucraina, dove ovunque è distruzione e morte. Deve aver fatto un particolare effetto sull’autocrate russo la grande campagna di informazione messa in piedi dall’avversario Volodymyr Zelensky, quel presidente ucraino in prima linea che parla con il cuore all’Europa e all’America, che fa selfie, video e proseliti.
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2022 Riccardo Fucile
LE IMBOSCATE DELLE FORZE ARMATE UCRAINE FALCIDIANO GLI INVASORI
L’esercito ucraino ha ucciso Georgij Dudorov, 23enne figlio di un amico di Putin
impegnato in guerra come paracadutista e ufficiale dell’intelligence militare.
La notizia, riportata dal sito polacco Fakt, risale al 6 marzo. Dudorov era il comandante della campagna di ricognizione del 137esimo reggimento della 106esima divisione aviotrasportata di Tulska.
Il 6 marzo il gruppo che includeva Dudorov è stato sorpreso da un’imboscata dalle forze ucraine.
Durante i combattimenti è stato «fucilato dall’artiglieria».
Il padre del georgiano ucciso è Alexander Dudorov, un ufficiale del KGB di 49 anni e attualmente governatore del Circondario autonomo dei Nenec della Federazione Russa. L’uomo è un caro amico del presidente russo.
(da agenzie)
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