Luglio 3rd, 2025 Riccardo Fucile
GOVERNO DELLA VERGOGNA: IL CAS DI FIUGGI AVREBBE DOVUTO ESSERE UNO SPAZIO SICURO PER 54 RIFUGIATI TRA CUI DISABILI E BAMBINI CON MALATTIE ONCOLOGICHE
Le immagini mostrano quello che viene descritto come «un inferno», uno spazio che
avrebbe dovuto essere sicuro per un gruppo di 54 rifugiati ucraini composto da persone vulnerabili e disabili e da bambini con malattie oncologiche e invece è il luogo in cui il nostro Paese mostra il suo volto peggiore e la parola solidarietà perde ogni significato.
L’«inferno» è il Cas di Fiuggi, una struttura infestata da cimici che, raccontano, invadono muri, letti, prese elettriche. «Le persone sono piene di morsi. I più piccoli, alcuni con allergie, hanno reazioni cutanee, insonnia e attacchi di panico – raccontano le attiviste dell’associazione “Donne for Peace”, che coordina il gruppo – Qualcuno è stato costretto a dormire all’aperto, altri hanno accettato di passare la notte all’interno rischiando nuovi morsi. Una donna in sedia a rotelle non ha potuto accedere all’edificio perché non esiste ascensore e l’ingresso non è accessibile».
Video e foto documentano la gravità della situazione, le condizioni precarie degli ambienti, la presenza degli insetti, i segni sulla pelle, le persone accampate tra scatoloni e borse accatastate, i ragazzi addormentati sulle panchine all’esterno del centro per sfuggire alle cimici. «I rifugiati, finora ospitati a Sora, sono stati trasferiti con la forza il 30 giugno dalla Prefettura di Frosinone al Centro di accoglienza straordinaria di Fiuggi
nonostante la richiesta ufficiale di sospensione del trasferimento» spiega l’associazione, che parla di «prove pregresse» di una situazione igienico-sanitaria «inaccettabile, con presenza di cimici, muffa, infissi rotti, totale mancanza di privacy, sicurezza e accessibilità». Non solo.
Le attiviste denunciano anche «violenze psicologiche»: «Ci hanno minacciato di escluderci dal sistema di protezione se non avessimo accettato il trasferimento» accusano, sottolineando che l’amministrazione del Cas «nega la gravità del problema e minimizza la presenza di parassiti».
Una situazione che, scrivono in una lettera-appello a istituzioni e organizzazioni non governative, rappresenta una violazione di diritti fondamentali come quello alla salute e alla protezione contro trattamenti inumani e degradanti e alla tutela delle persone con vulnerabilità.
(da agenzie)
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Luglio 3rd, 2025 Riccardo Fucile
ERA STATO SCELTO PERSONALMENTE DA PUTIN PER SUPERVISIONARE I MARINES RUSSI E LE FORZE NAVALI… LE FORZE SPECIALI DI KIEV HANNO FATTO FUORI FINORA OLTRE 10 GENERALI IN TERRITORIO RUSSO, LO AVEVANO PROMESSO: “VI VERREMO A CERCARE , UNO PER UNO”
Confermato anche da ffonti ufficiali: un attacco devastante ucraino, avvenuto nel Kursk, a Korenevo, ha ucciso il generale Mikhail Evgenievich Gudkov, comandante della 155ª Brigata di fanteria della Marina, vice comandante in capo della Marina russa, che era stato personalmente scelto da Putin a marzo per supervisionare i marines russi e le forze missilistiche e di artiglieria navali.
Nella tarda mattinata la morte di Gudkov stata confermata dal governatore Oleg Kozhem’yako, che ha affermato di aver parlato a lungo con Gudkov nel corso degli anni, e ha comunicato che è stato ucciso «mentre svolgeva il suo dovere di ufficiale» insieme ad altri: «Quando è diventato Vice Capo della Marina, non ha smesso di visitare personalmente le postazioni dei nostri marines»
Secondo il “Canale nero”, il 2 luglio a Korenevo ci son state almeno quattro grosse esplosioni, «4 colpi di missile sono andati a bersaglio al posto di comando avanzato di una delle brigate. Più di 10 persone sono morte, molte delle quali ufficiali superiori».
Dall’invasione russa su larga scala in Ucraina, le forze armate ucraine hanno ucciso un numero notevole di generali russi, almeno dieci, alcuni dei quali riconosciuti morti ufficialmente dalla Russia, altri no.
Nel 2022 sono stati ammazzati cinque generali russi, nel 2023 uno. Poi nel dicembre 2024 i servizi segreti ucraini hanno ucciso in un attentato a Mosca il generale Igor Kirillov, capo delle forze chimiche e biologiche delle forze armate russe (per capirci, il capo in comando dei militari russi che vennero anche in Italia nella missione Covid).
Poco dopo, con un’altra enorme esplosione a Mosca, l’equivalente di circa 400 grammi di TNT, è stato ammazzato Armen Sargsyan, il fondatore del battaglione russo e filorusso Arbat, impegnato a respingere l’offensiva delle Forze armate ucraine nella regione di Kursk. Nell’aprile 2025 è stato fatto fuori il generale della Difesa russa Yaroslav Moskalik, anche lui a Mosca.
Si tratta di operazioni speciali che comportano un notevole pericolo e difficoltà logistiche serie, ma che nelle intenzioni di Kyiv hanno anche un rilevante effetto sul morale delle truppe, perché dimostrano – come anche nel caso dei caccia russi distrutti in Siberia – una straordinaria capacità delle forze speciali di Kyiv di colpire il «nemico lontano», nelle retrovie e nei luoghi che in teoria sarebbero meglio difesi dal Cremlino. E, parallelament,e comprovano una certa pigrizia o sciatteria nei servizi russi, e nelle intelligence militari russe sul campo, quelle
che sarebbero deputate al controspionaggio militare.
Uno di questi luoghi più esposti è sicuramente il posto di comando russo nel Kursk, dove sarebbe stato ucciso Gudkov: si tratta di un luogo che in teoria dovrebbe esser protetto da sistemi di difesa missilistica e S-300, oltre che naturalmente dai caccia russi Su-34, ma tutto questo anche in questa circostanza non sembra aver funzionato.
(da agenzie)
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