Luglio 20th, 2025 Riccardo Fucile
UNA VALANGA DI RICORSI PER ORE DI LAVORO NON PAGATE E LA DESTRA “ASOCIALE” SI SCHIERA OVVIAMENTE CONTRO I DEBOLI PER TUTELARE I FORTI
Proprio mentre Poste Italiane potrebbe trovarsi ad affrontare una valanga di ricorsi per
ore di lavoro non pagate, il Governo italiano cerca di introdurre una modifica legislativa che, se approvata, complicherebbe notevolmente la vita dei lavoratori
che intendono reclamare i propri crediti. Un emendamento al decreto Ilva, proposto da Fratelli d’Italia, sposta l’inizio del termine di prescrizione per stipendi arretrati, straordinari e altre indennità.
Finora, i dipendenti avevano cinque anni dalla cessazione del rapporto di lavoro per intraprendere azioni legali e richiedere quanto dovuto. La nuova norma, invece, stabilisce che questi cinque anni iniziano a decorrere già “in costanza del rapporto di lavoro” per le aziende con più di 15 dipendenti. Non solo: impone al lavoratore di agire in Tribunale entro 180 giorni dall’invio di una diffida.
Questo significa che, se un dipendente di Poste Italiane o di qualsiasi altra azienda volesse reclamare compensi non versati, sarebbe costretto a intentare una causa contro il proprio datore di lavoro mentre è ancora impiegato.
È facile immaginare le inevitabili conseguenze negative: dal rischio di ritorsioni alla creazione di un ambiente lavorativo ostile, fino a possibili licenziamenti.
Ancora una volta, si palesa una scollatura inaccettabile tra il Paese legale e il Paese reale. L’Italia del privilegio sembra ormai ostaggio di una classe politica moralmente irresponsabile. Non stupisce, dunque, che i giovani facciano bene a guardare oltre i confini, cercando altrove le opportunità e la giustizia che qui faticano a trovare.
Come Associazione Precari in Rete, che da tempo denuncia la condotta furbesca di Poste Italiane consistente nel non pagare
sistematicamente le ore ai propri dipendenti, esprimiamo ferma condanna per questa proposta legislativa. Essa non solo legalizza, di fatto, un comportamento aziendale scorretto, ma mette anche a rischio la già precaria posizione dei lavoratori, costringendoli a scegliere tra il proprio posto di lavoro e la rivendicazione di ciò che gli è dovuto. È un attacco diretto ai diritti fondamentali e alla dignità di migliaia di persone.
Carmine Pascale
Associazione Precari in Rete
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Luglio 20th, 2025 Riccardo Fucile
GLI 007 SONO CONSIDERATI GLI AUTORI DI UNA SERIE DI ATTACCHI ESPLOSIVI, ROGHI, DANNEGGIAMENTI A INFRASTRUTTURE E ASSALTI INFORMATICI IN EUROPA E NEL REGNO UNITO PER DESTABILIZZARE L’UE E MINARE IL SOSTEGNO ALLA RESISTENZA DELL’UCRAINA CONTRO L’INVASIONE DELLA RUSSIA
Una rete di spie russe, responsabile di una campagna di sabotaggi in Europa, è stata smascherata dall’intelligence britannica, che ha pubblicato le identità e le foto di 18 agenti segreti del Cremlino, sottoponendoli a sanzioni assieme a tre unità del Gru, il servizio di spionaggio militare di Mosca.
Gli agenti russi sono considerati gli autori di una serie di attacchi esplosivi, roghi, danneggiamenti a infrastrutture e assalti informatici sul territorio europeo e britannico, nel tentativo di fiaccare l’appoggio alla resistenza dell’Ucraina contro l’invasione da parte di Mosca. Due di quegli agenti sono anche accusati di aver intercettato il telefonino di Yulia Skripal, vittima di un tentativo di assassinio col nervino a Salisbury, nel 2018, assieme a suo padre Serghej, ex spia russa passata all’Occidente.
I britannici sono stati assistiti nell’operazione dall’Fbi americano e dall’intelligence di diversi Paesi Nato. Come ha detto il ministro degli Esteri di Londra, David Lammy, gli agenti del Cremlino «stanno conducendo una campagna per destabilizzare l’Europa, minare la sovranità dell’Ucraina e minacciare la sicurezza dei cittadini britannici». Il ministro h
aggiunto che la Russia ha anche preso di mira mass media, fornitori di servizi di telecomunicazione e istituzioni politiche: «Il Cremlino non abbia dubbi — ha concluso Lammy — vediamo cosa stanno facendo nell’ombra e non lo tollereremo. Le minacce ibride e le aggressioni di Putin non spezzeranno la nostra risolutezza: il sostegno nostro e dei nostri alleati all’Ucraina e alla sicurezza dell’Europa è ferreo».
Le unità del Gru sottoposte a sanzioni hanno lanciato attacchi informatici contro il governo estone nel 2020 e contro le Olimpiadi di Parigi lo scorso anno, oltre ad aver interferito nelle elezioni francesi del 2017 e nella politica tedesca. Ma la responsabilità peggiore è aver condotto ricognizioni online per guidare l’attacco missilistico russo contro il teatro ucraino di Mariupol, tre anni fa, dove vennero massacrati centinaia di civili, in maggioranza donne e bambini. I britannici temono che i russi stiano usando i campi di battaglia in Ucraina come terreno di prova per sviluppare capacità che potrebbero essere usate un domani contro i Paesi occidentali.
La stessa unità del Gru si è introdotta, fra il 2022 e il 2024, nelle telecamere di sorveglianza di numerosi Paesi europei, inclusa l’Italia, per monitorare le forniture militari inviate a Kiev. Ma le spie russe sono responsabili anche di una serie di attacchi fisici contro infrastrutture portuali, nodi di trasporto, posti di frontiera e infrastrutture governative coinvolte nell’invio di aiuti all’Ucraina.
Le unità del Gru erano anche dietro a una campagna per
reclutare giovani afghani e finanziare attacchi talebani contro le forze della coalizione occidentale in Afghanistan, prima del ritiro americano tre anni fa. Un altro gruppo orchestrava invece campagne sui social media per screditare con fake news l’uso dei vaccini in Africa
(da “Corriere della Sera”)
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Luglio 20th, 2025 Riccardo Fucile
C’È IL BRASILIANO JEFFERSON MERIGHETTI, SOPRANNOMINATO “O PRETE GATO” (IL PRETE FIGO), O DON GIUSEPPE FUSARI, CONOSCIUTO COME “IL PRETE CULTURISTA” E DON COSIMO SCHENA, CHE POSA CON MAGLIETTE ATTILLATE CHE ESALTANO I SUOI PETTORALI… C’È ANCHE CHI LA BUTTA SULLA SIMPATIA, COME GLI STRACULTISSIMI FRATE MAGO, CHE FA I GIOCHI DI PRESTIGIO, E DON BRUNO, INNAMORATO DEI RICCHI E POVERI CON CUI HA ANCHE CANTATO INSIEME A “THE VOICE SENIOR”
I preti ormai star di TikTok: “Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Se TikTok fosse
esistito a Gerusalemme più o meno negli anni 30 dopo Cristo, probabilmente questo stralcio del Vangelo di Matteo sarebbe stato uno dei commenti più frequenti che avremmo trovato sotto uno dei video dei “preti fighi”. Sì, avete letto bene: preti fighi su TikTok.
Fatto sta che negli ultimi tempi, sui social, stanno trovando spazio e follower (fedeli forse un po’ meno) molti ministri che fanno del corpo un tempio dello spirito di tutto rispetto. Tra muscoli da tronisti e tatuaggi da calciatori: ma si sa, l’abito non fa il monaco.
Così, la catechesi passa dal bilanciere, l’omelia può essere fatta
dal tapis roulant e l’evangelizzazione può diventare meno faticosa di una seduta di squat. Come fosse una televisione, anche la Chiesa ha deciso di avere di nuovi volti, di parlare con un nuovo linguaggio, e di accettarlo in maniera esplicita. Tanto da organizzare a Roma il Giubileo degli influencer cattolici e dei missionari digitali. Ma andiamo con ordine.
CHI SONO I “PRETI FIGHI”
Conosciamo i nostri “Gym Don”. Il primo Jefferson Merighetti, presbitero brasiliano sulla trentina che vive a Roma, ribattezzato su TikTok come o prete gato (il prete figo). Come lui, c’è don Giuseppe Fusari, della diocesi di Brescia, che si è fatto conoscere come “il prete culturista”.
Il messaggio che traspare dai suoi video è chiaro: “Il corpo è il tempio dello Spirito Santo”. E ancora don Michele Schiavone, sacerdote della parrocchia di Margherita di Savoia, in Puglia, legge passi della Bibbia tra pesi e tappetini per parlare ai giovani della Parola di Dio. Tra questi, però, spicca don Cosimo Schena: sacerdote ovviamente, ma anche poeta e musicista, quasi mezzo milione di follower su Instagram.
Il suo profilo è curato come la sua barba lievemente brizzolata impeccabile, tra foto in cui posa come un modello di Armani e video motivazionali editati come un tiktoker a tutti gli effetti. Spesso è accompagnato dal suo cane e delle sue t-shirt che ne esaltano i pettorali, pur tenendo sempre il colletto bianco.
OLTRE LA TALARE C’È DI PIÙ
E poi ci sono quelli che puntano tutto sulla simpatia. Ma non solo: un esempio di serietà è don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, che porta il Vangelo tra i migranti, mettendosi dalla parte degli ultimi. Anche se sui social, probabilmente, è più facile andare virali con la comicità o l’ironia. Il caso è quello di Frate Mago, cappuccino che sfrutta i giochi di prestigio in parabole evangeliche, oppure don Roberto Fiscer che più di tutti riesce a parlare con il linguaggio dei tend per svolgere la sua missione.
E poi c’è il mitico don Bruno il prete innamorato dei Ricchi e Poveri, di cui è ormai un ambasciatore non ufficiale. Già dai tempi del Pomeriggio Cinque di Barbara d’Urso il sacerdote si esibiva nella sua canzone preferita: Mamma Maria, secondo lui una sorta di inno alla madonna. La sua ossessione si è trasformata in un trend che è la vera chicca trash di matrimoni, battesimi, cresime (speriamo non funerali), a cui partecipa.
IL GIUBILEO DEGLI INFLUENCER CATTOLICI
E se ogni follower è un’anima e ogni like una preghiera, la Chiesa non può restare ulteriormente indietro rispetto ai tempi. Per questo il 2025 sarà un anno storico in questo senso, con il primo Giubileo degli influencer cattolici che si svolgerà a Roma il 28 e 29 luglio.
(da wired.it)
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Luglio 20th, 2025 Riccardo Fucile
“SONO STATI ASSEGNATI TUTTI GLI STABILIMENTI, MA NON E’ CAMBIATO NULLA”
“Il lungomuro di Ostia è la rappresentazione dell’inefficienza di tutte le amministrazioni, destra e sinistra”. Cosimo Forleo, dell’associazione Mare Libero, cammina lungo il muro di cemento e ferro che separa la città dal mare. Ha lo sguardo fisso sull’orizzonte che non si vede, si dirige verso il pontile, dove ieri si è tenuta la Presa della Battigia, la manifestazione nazionale per il diritto al mare libero.
La scena è sempre la stessa: chilometri di recinzioni, teli, inferriate. E dietro, il mare. “Vogliamo ricordare ai cittadini che le spiagge devono essere libere. Non può essere normale che quelle in concessione superino quelle pubbliche”, spiega Danilo Ruggiero, dell’associazione Mare Libero. È all’inizio del pontile e lega uno striscione bianco con la scritta rossa: “Il mare è di tutti. Spiagge bene comune”.
Intorno a lui ci sono una decina di attivisti. Distribuiscono volantini a chi attraversa il varco che porta alla striscia di sabbia libera sotto il pontile: pochi metri sconnessi, niente passerelle per disabili, un cartello sbiadito indica “spiaggia libera a 300 metri a destra o 800 a sinistra”. Intorno, solo stabilimenti.
Sono passati cinque mesi dai nuovi bandi per le concessioni. Trenta spazi assegnati. “Ma non è cambiato nulla”, dice Danilo. “Le concessioni sono tornate in gran parte ai vecchi proprietari. E il muro è sempre lì”
E lo si vede ovunque. Cemento, barriere, chioschi abusivi, piscine coperte da teli blu. I varchi sono pochi, a volte nascosti dentro gli stessi stabilimenti. E chi ci prova, spesso viene fermato.
Sotto al pontile, tre turisti vengono invitati a lasciare la sabbia. “Devono andare a cercare la spiaggia libera, non possono passare da qui”, dice un dipendente. Poi si avvicina ai manifestanti: “Passeggiate pure, ma non provate a salire nello stabilimento”.
(da Fanpage)
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