Destra di Popolo.net

L’AUTOREVOLE QUOTIDIANO ARGENTINO “LA NACION”: DIETRO LA SCELTA DI BEATRICE VENEZI COME DIRETTRICE OSPITE DEL TEATRO COLON DI BUENOS AIRES NEL 2024 PRESSIONI DELL’AMBASCIATA ITALIANA. HA PESATO LA SUA VICINANZA A GIORGIA MELONI, ALLEATA DI JAVIER MILEI

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

IL GIORNALE RICORDA L’INCARICO DELLA VENEZI AL MINISTERO DELLA CULTURA (CON SAN GIULIANO) E LA PARTECIPAZIONE AD ATREJU – IL M5S ANNUNCIA UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Contestata in patria, Beatrice Venezi ha trovato, anche grazie alla politica, la sua America sul Rio della Plata, in un teatro che non è certo tra le principali piazze della musica classica del mondo, ma che conserva ancora il suo innegabile fascino.
Lo sbarco a Buenos Aires, dove è stata chiamata direttrice ospite dello storico Teatro Colon, è arrivato grazie ad un programma promosso dalla nostra ambasciata e dall’Istituto italiano di cultura.
Il ciclo «Divina Italia» ha previsto una serie di concerti durante la stagione 2024, su idea dell’ex direttore del Colon Jorge Tellerman, poi destituito in corso d’opera. Un ciclo, va detto, che non è stato costruito unicamente intorno a Venezi, ma che ha previsto una decina di invitati italiani per spettacoli tra il Colon ed il più modesto Teatro Coliseo
L’autorevole quotidiano argentino La Nacion ha comunque posto l’accento sul biglietto da visita importante che è servito alla Venezi per conquistare l’Argentina, la sua vicinanza con la premier Giorgia Meloni, non a caso alleata di ferro dell’ultraliberista presidente argentino Javier Milei.
La Nacion ha ricordato il suo incarico al Ministero della Cultura (sotto la gestione di San giuliano) e la partecipazione alla kermesse di Atreju, proprio mentre si è consolidato rapporto di ferro tra Palazzo Chigi e la Casa Rosada.
L’aria porteña, in ogni caso, è piaciuta assai a Venezi e non poteva essere altrimenti: Buenos Aires, pur tra le mille difficoltà e le continue crisi economiche, è una città cosmopolita e
internazionale, con un’intensa attività culturale e sembra che vi ci abbia trovato anche un fidanzato argentino.
In un programma condotto dal popolare giornalista Eduardo Feinmann ha spiegato il suo ruolo al Colon. «Voglio dare il mio contributo per rilanciare un teatro che è stato tra i più grandi del mondo. Lavorerò a stretto contatto con il coro e l’orchestra stabile».
Al Colon spiegano che il suo ruolo non è la direzione musicale, anche perché orchestra e coro hanno già una guida stabile, ma che viene chiamata per dirigere singole opere. Al momento sta lavorando per portare in scena, alternandosi con Renato Palumbo alcune funzioni de La Traviata.
(da La Stampa)

argomento: Politica | Commenta »

GIORGIA BIFRONTE: IN EUROPA S’ATTEGGIA A STATISTA, MA PER NON TRADIRE SE STESSA RIMANE SOVRANISTA

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

LA PREMIER NON ERA OBBLIGATA A PARLARE DEL ‘DIRITTO DI VETO’. SI È SENTITA PERÒ IN DOVERE DI ESPRIMERE LA SUA CONTRARIETÀ A QUESTA IPOTESI, DENUNCIANDO AL TEMPO STESSO L’IMMOBILISMO DELL’EUROPA. UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI”… “È EVIDENTE IL TENTATIVO DI BARCAMENARSI NELL’AMBITO DEL ‘SOVRANISMO POSSIBILE’, PER NON SMENTIRE SE STESSA E NON INDISPETTIRE L’ALLEATO AMERICANO”

E’ nella parte più “riflessiva” delle sue repliche che c’è la sostanza politica più rilevante. La premier non era obbligata a parlare del “diritto di veto”, quel meccanismo che blocca l’Europa, per cui alcune decisioni nella direzione di una maggiore integrazione non si riescono a prendere se non c’è l’unanimità.
Meccanismo di cui peraltro il ministro degli Esteri del medesimo governo auspica un superamento. Si è sentita però in dovere di esprimere la sua orgogliosa contrarietà a questa ipotesi, denunciando al tempo stesso l’immobilismo dell’Europa. Una
contraddizione in termini.
È il classico segnale politico che certifica la profonda appartenenza a un campo sovranista. A chi quel diritto lo esercita con gioioso impegno (Victor Orban). A chi (Trump) ha in mente un ordine (o meglio: disordine) mondiale in cui l’Europa non è un soggetto politico con cui avere un’interlocuzione, ma un’aggregazione di satelliti nell’orbita americana. A chi, con l’aria che tira, potrebbe arrivare, da Wilders in Olanda a Le Pen in Francia.
Quell’appartenenza cioè può avere varie sfumature, ma non contempla il salto o la discontinuità in nome di un’altra appartenenza europea, dentro cui declinare l’interesse nazionale italiano. Diciamo così, da quando c’è Trump, la storia, per Giorgia Meloni, è quella di un bivio: tra essere una “europea” amica di Trump o “un’americana” amica dell’Europa. Ieri il pendolo ha oscillato più nella seconda direzione.
Un’oscillazione, che non equivale alla trumpizzazione o alla subalternità totale perché sul rilevante punto dell’Ucraina non ha avuto cedimenti sulla linea perseguita fin qui.
Invece, quando il senatore Mario Monti l’ha invitata a usare la sua forza e la sua autorevolezza per spiegare al presidente americano che l’Europa non è un demone, la sua risposta è stata: il tema non è l’Europa, ma l’Occidente.
Ecco: è evidente il tentativo di barcamenarsi nell’ambito del “sovranismo possibile”, per non smentire se stessa – e uno dei
punti qualificanti del suo governo – e non indispettire l’alleato americano (dazi compresi).
Il cortocircuito, però, attiene alla concezione stessa dell’Occidente per come l’abbiamo conosciuto finora: la coscienza di far parte di una comunità di destino e la condivisione di valori che stanno alla base delle nostre democrazie.
L’Occidente senza un’idea di democrazia diventa involucro piegato all’opportunità tattica. Sono proprio quei valori occidentali che dovrebbero spingere l’Europa a invitare gli Stati Uniti a fare la propria parte e invece, nel momento più acuto della sfida, l’europeismo, se possibile, si abbassa di intensità, su questo come su altri temi strategici come il Green Deal.
Legittimo prenderlo a picconate, in nome del “pragmatismo”: se la premier avesse chiesto il blocco, proponendo, al tempo stesso, il piano Draghi e l’emissione di bond, avrebbe avuto un senso. Se ognuno si occupa del processo di neutralità tecnologica a casa sua, si pone un gigantesco problema di politica industriale, per reggere la competizione globale. Si ripresenta cioè, a ogni tornante, il tema della contraddizione tra ideologia e interesse nazionale. Siccome però, in materia, è poco sfidata, il pendolo può continuare ad oscillare.
(da La Stampa)

argomento: Politica | Commenta »

“DIFENDERE PUTIN È DIFENDERE LA DEMOCRAZIA”: IN VENETO IN LISTA CON LA LEGA CI SARA’ IL VANNACCIANO STEFANO VALDEGAMBERI CHE PER ELOGIARE LA RUSSIA HA ANCHE ATTACCATO MATTARELLA

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

CINQUE ANNI FA ERA STATO ELETTO NELLA CIVICA DI ZAIA E SI ERA POI ISCRITTO AL GRUPPO MISTO. “NON È UN CONSIGLIERE DEL CARROCCIO”, DICEVA IL GOVERNATORE. ADESSO VANNACCI, ANCHE LUI FILO-PUTIN, LO HA IMPOSTO NELLA LISTA DEL PARTITO

Sostenere che sia un filo putiniano non è abbastanza. Non a caso il soggetto in questione è stato uno dei pochi occidentali ammessi come “osservatore” delle elezioni del 2024 che hanno rieletto sul trono di Mosca lo zar Vladimir Putin.
La sua passione per la Russia in Veneto è nota, anche troppo: non a caso nelle scorse regionali Stefano Valdegamberi era stato
candidato nella lista “civica” di Zaia e non in quella della Lega, pur avendo la tessera del Carroccio: tanto è vero che fino ad adesso è stato iscritto al gruppo misto, proprio per evitare imbarazzi al segretario Matteo Salvini anche nel suo ruolo di vicepremier di un governo sulla carta schierato con l’Europa, a favore dell’Ucraina e per le sanzioni alla Russia.
Ma adesso Valdegamberi sarà candidato nella lista ufficiale della Lega e ha già stampato i fac-simile con il simbolo di Alberto Da Giussano.
A volerlo con forza in lista però non sono stati i leghisti veneti, o Salvini e Zaia, ma soprattutto l’ex generale e vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, anche lui elogiatore della Russia di Putin. Valdegamberi è diventato un riferimento in Veneto dell’associazione il Mondo al contrario guidata da Vannacci, e quindi eccolo nella lista della Lega.
Valdegamberi già nel 2019 aveva promosso una mozione che sosteneva la correttezza della cessione della Crimea ai russi. Poi ha sostenuto anche, a invasione dell’Ucraina avvenuta, che “difendere Putin è difendere la democrazia”. Invitato nel marzo 2024 dai russi come osservatore “indipendente” delle elezioni che hanno visto per l’ennesima volta Putin stravincere senza veri oppositori, ha detto: “Piaccia o no, Putin gode di ampio consenso.
Valdegamberi difende la Russia sempre e il mese scorso ha attaccato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva pronunciato parole molto dure nei confronti di Putin e della guerra avviata dallo Zar in Ucraina.
Apriti cielo, come si permette il presidente della Repubblica? “L’affermazione del presidente Mattarella è stata non solo imprudente, ma anche poco veritiera”, ha dichiarato Valdegamberi. “La storia dice cose diverse e anche lui è, forse in buona fede, vittima di quella propaganda in Europa evidenziata da J.D. Vance. La censura è una minaccia più grave di Putin. Purtroppo, persone come il sottoscritto, solo per aver espresso opinioni diverse sul conflitto Russo-Ucraino sono state pesantemente accusate di essere ‘agenti di Putin’ e di ricevere compensi dal Cremlino.
Chi mi conosce sa che non sono corruttibile perché ci tengo troppo alla mia libertà di pensiero. Chi è corrotto invece è schiavo perché ricattabile”. E non finisce qui: “Dov’era il presidente Mattarella quando cittadini italiani, come me, venivano aggrediti da media che riportavano in prima pagina accuse infamanti di “fantomatiche inchieste giornalistiche” di agenzie che poi sono risultate a libro paga per screditare? Dov’era quando cittadini italiani venivano iscritti sulle liste di proscrizione ucraine, di stile nazista, come Myrotvorec? In un momento in cui Trump tratta direttamente con Putin, scavalcando l’Europa”.
(da Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

“LA SANTANCHÈ È PIÙ FALSA DELLE SUE BORSE”: LA BORDATA DI FRANCESCA PASCALE ALLA “PITONESSA”, CHE ERA STATA ACCUSATA DALL’EX COMPAGNA DI BERLUSCONI DI AVERLE REGALATO DUE BORSE TAROCCHE

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

“LA QUERELA DELLA SANTANCHÈ (CHE AVEVA PROMESSO) NON È MAI ARRIVATA” … L’ATTACCO A MARTA FASCINA (“PERCHÉ LA PAGHIAMO SE NON VA IN PARLAMENTO”) E L’ENDORSEMENT A MARINA BERLUSCONI

“Un intellettuale che mi piace? Marco Travaglio. Berlusconi studiava il nemico, gli piaceva il modo in cui il direttore del Fatto Quotidiano approfondiva le storie. Quando Berlusconi pulì la sedia di Travaglio, durante una puntata di ‘Servizio Pubblico’, l’opposizione perse tre punti”.
“Marina Berlusconi potrebbe essere la donna leader di Forza Italia? Ogni giorno le faccio questa preghiera. Io non lo farei neanche per sogno, già mi hanno fatto male. Spero lo faccia Marina, a non credo lo farà. Né lei né Pier Silvio li vedo impegnati in politica”.
“Marta Fascina? Perché in Parlamento sono pagate persone che non vanno?”
“La querela della Santanchè in merito alla vicenda delle borse non mi è mai arrivata. È più falsa lei delle borse”
(da “Fin che la barca va” – Rai3)

argomento: Politica | Commenta »

IN MANOVRA SPUNTA UN AUMENTO DELLE TASSE PER I PICCOLI AZIONISTI: CHI HA PARTECIPAZIONI SOTTO IL 10% IN UNA SOCIETÀ NON PAGHERÀ PIÙ L’1,2% DELLE CEDOLE, MA IL 24. UNA FREGATURA PER CHI DETIENE PICCOLE PERCENTUALI, A TUTTO VANTAGGIO DEI GRANDI AZIONISTI (UNA NORMA CHE PUZZA DI REGALO A CALTAGIRONE)

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

TENSIONE TRA LA CONSOB E IL GOVERNO PER LA RIFORMA DELLA FINANZA, CHE PENALIZZA CHI POSSIEDE PICCOLE QUOTE E RENDE POSSIBILE AGGIRARE IL MECCANISMO DELL’OPA

La manovra 2026 riscrive una regola che in Italia era consolidata da oltre vent’anni. E scatena la reazione del mondo finanziario. La norma inserita nel testo prevede che le holding che hanno partecipazioni sotto il 10% in una società non debbano più pagare l’1,2% delle cedole ricevute dalle controllate […] ma […] versare il 24%. Un dietrofront netto rispetto alle norme introdotte da Giulio Tremonti nel 2003 con la cosiddetta “partecipation exemption”, che mirava appunto ad eliminare la doppia imposizione fiscale.
E proprio il tema della doppia imposizione […] potrebbe rendere facilmente attaccabile la nuova norma di fronte alla Corte Costituzionale. Assonime, l’associazione delle società quotate, ad esempio, ha accolto con stupore la novità spuntata nella manovra, che considera incoerente con i principi della riforma fiscale.
A essere colpiti sono soggetti come le holding familiari, i family office e tutti quelli che detengono partecipazioni finanziarie che siano appunto sotto il 10%, come ad esempio grandi investitori in banche e assicurazioni.
Se queste partecipazioni sono sopra il 10%, nulla cambia. Ma se si trovano sotto quella soglia, l’onere fiscale esplode: 100 euro di utile di una società diventano 76 dopo l’Ires; senza esenzione lholding paga di nuovo il 24% sui 76 euro (18,24 euro), scendendo a 57,76 euro; se poi distribuisce il dividendo ai soci persone fisiche, l’imposizione del 26% porta al traguardo solo 42,74 euro.
Di fronte a questo quadro la prospettiva è che molte holding si affidino a fondi, per i quali non vale la nuova norma. Inoltre, rischia di essere disincentivata la partecipazione azionaria in società italiane che finora aveva goduto di un trattamento fiscale privilegiato sui dividendi rispetto alle partecipazioni detenute in società estere. Per lo Stato invece aumentano le entrate: 983,2 milioni nel 2026 e 1 miliardo circa in ciascuno degli anni 2027 e 2028, secondo la relazione tecnica.
Delisting, trasferimento della sede all’estero, scheme of arrangement, audizioni. Le tensioni sul Tuf aumentano con l’arrivo alla Camera – il 17 ottobre scorso e la successiva assegnazione alle Commissioni Giustizia e Finanze – dello schema di decreti legislativi per la riforma del testo unico della finanza.
La Consob non è convinta della formulazione di una serie di articoli del nuovo codice della finanza e si aspetta un intervento del Parlamento. Il governo, invece, credo che il testo sia frutto di un ottimo compromesso.
Secondo quando ricostruito da La Stampa in ambienti parlamentari e finanziari, l’authority di vigilanza dei mercati avrebbe più volte sollevato davanti all’esecutivo la questione
della mancanza di equilibrio tra l’emittente – ovvero le società quotate in Borsa – e gli investitori. Secondo gli esperti ci sarebbe un potenziale disallineamento informativo che rischia di danneggiare tutto il mercato.
La scorsa estate il presidente della Commissione di vigilanza dei mercati Paolo Savona ha scritto al ministero dell’economia per sollevare le proprie preoccupazioni e per sottolineare gli elementi di incertezza rilevati dall’authority. Ma l’appello non sarebbe stato colto.
A preoccupare gli addetti ai lavori sarebbe la possibilità di aggirare il meccanismo d’Opa. Anche perché ad alimentare l’interesse degli azionisti, in particolare i fondi, c’è la contendibilità delle società: certo prima di investire si studiano nel dettaglio i fondamentali, ma quello che fa correre i titoli è la prospettiva di un’offerta o di una battaglia per il controllo di una società.
Un’ipotesi che con l’articolo 112 bis del nuovo Tuf rischia di diventare meno attraente. In pratica mutuando dai paesi di diritto anglosassone lo scheme of arrangement si modifica la disciplina dell’acquisto totalitario prevedendo che l’Opa possa essere scavalcata con l’autorizzazione dell’assemblea straordinaria dei soci.
Incassando il voto favorevole della maggioranza dei presenti con un whitewash della maggioranza. Tradotto: in assise non potrebbero votare né chi propone l’acquisizione né i soci di
controllo.
Una norma a tutela delle minoranze, ma che in Italia rischia di scontrarsi con il fatto che sono ben poche le società quotate ad avere un primo azionista di riferimento. In Inghilterra la norma era stata pensata per salvare le aziende a rischio fallimento, motivo per cui serve il via libera anche di un giudice. In Italia rischia di penalizzare il mercato. E soprattutto in assenza di un prospetto aumenta l’assimetria informativa e riduce il potere di chi controlla.
La Consob insiste per modificare almeno in parte l’articolo 112 bis, ma ha evidenziato dei rilievi anche sul fronte di delisting e spostamento di sede all’estero. La Commissione chiede che per deliberare su questi argomenti vengano sterilizzati in assemblea i voti multipli, sempre a tutela delle minoranze, ma la richiesta – per il momento – è caduta nel vuoto.
Con uno sbilanciamento tra i grandi azionisti e gli altri. Altro punto di riflessione riguarda la scelta di portare la soglia d’Opa dal 25 al 30% come in molti Paesi europei: per l’Italia però sembra una mossa che va in direzione contraria rispetto alla volontà di privatizzare le partecipate pubbliche perché impone, di fatto, al Mef di non scendere sotto la soglia del 30% per non perdere il controllo delle società.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

SANGIULIANO CANDIDATO, FDI HA PAURA DEL FLOP E VA A CACCIA DI VOTI

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

CINQUE ANNI IN CONSIGLIO REGIONALE E ARRIVA ALLA PENSIONE RAI

«Se il centrodestra perde, farò il direttore del Domani». Gennaro Sangiuliano, dopo aver smentito a più riprese, ha annunciato con un’intervista la Corriere della Sera la sua candidatura al Consiglio regionale della Campania per Fratelli d’Italia. E promette che stavolta resterà al suo posto. Anche se dovesse essere all’opposizione.
L’ex direttore del Tg2, ex ministro della Cultura e a questo punto ex corrispondente della Rai da Parigi, dopo una serie di post preliminari che testimoniavano il suo amore per la Campania e la Costituzione ha deciso che sì, correrà come capolista.
Eppure, fino alla scorsa settimana, era in televisione a parlare di Emmanuel Macron e delle sue peripezie politiche. Sette brevissimi mesi in cui ha intervistato Michel Houllebecq e raccontato la vicenda della famiglia francese ebrea aggredita in un Autogrill in estate.
Un posto, quello di capo dell’ufficio di corrispondenza di Parigi, che tanti colleghi sognano e dove lui, se davvero venisse eletto e l’aspettativa durasse per i cinque anni della legislatura, non tornerà prima di andare in pensione.
Niente da fare, la passione politica ha ormai sostituito il giornalismo nel cuore di Sangiuliano. Usigrai, nel dubbio, anche se con il deposito delle liste l’ex direttore non potrà avvicinarsi più ai cespiti Rai se non per le tribune elettorali, ha chiesto che l’azienda sospenda le corrispondenze.
«Ci chiediamo se i vertici Rai fossero a conoscenza dei progetti politici di Sangiuliano quando hanno deciso il suo nuovo incarico, concedendogli quindi una importante vetrina personale».
In ogni caso Sangiuliano può contare, oltre che sulla gratitudine per aver lasciato piuttosto in fretta la poltrona di ministro all’indomani della vicenda Boccia, sulla riconoscenza del centrodestra, ma in particolare di Fratelli d’Italia, per la visibilità che ha avuto nel suo telegiornale (con tanto di accuse sollevate nei suoi confronti dalla commissione Vigilanza Rai dell’epoca) durante l’ascesa di Giorgia Meloni verso palazzo Chigi.
Sangiuliano era salito talmente tanto nelle grazie della futura premier da essere chiamato a scrivere parte del programma dei meloniani, invitato a convention di partito e, alla fine, ricompensato addirittura con un posto di governo.
Sarà stato probabilmente più modesto della folla presente alle manifestazioni nazionali il pubblico che, la sera di mercoledì 22, l’ha accolto a Palma Campania, da cui è ufficialmente partita la sua campagna elettorale. Che però non parte sotto i migliori auspici, nonostante all’evento in provincia di Napoli abbia partecipato anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Secondo i sondaggi il centrodestra parte svantaggiato e, nonostante esprima il candidato presidente, Edmondo Cirielli, all’interno della coalizione Fratelli d’Italia rischia di non fare la parte del leone. O meglio, potrebbe rischiare di non farla
Sangiuliano.
Alle elezioni europee del 2024, FdI ha preso il 19 per cento, Forza Italia l’11 e la Lega il 6. Alle ultime regionali nel 2020 – ma era un’altra era geologica dal punto di vista politico – il partito della premier era fermo al 6 per cento, la Lega al 5,6 e FI al 5,1. Al di là dei voti, però, contano le preferenze, e chi possa orientarle.
Forza Italia sta beneficiando di qualche innesto deluchiano che vuole tentare la propria fortuna fuori dal campo largo che sostiene Roberto Fico, quindi una declinazione più di sinistra dell’area progressista. I transfughi però difficilmente approdano in casa FdI. Insomma, chi non ha voti propri deve sperare che il partito gliene offra qualcuno. Sangiuliano è tra i potenziali beneficiari.
In salita
Perché tutti, l’ex ministro compreso, sono ben consapevoli che la sua traiettoria l’ha portato presto lontano dalla militanza politica sul territorio. Da sempre vicino alla corrente tatarelliana di An, ha lavorato prima all’Indipendente e poi è stato direttore del Roma (all’epoca vicino al parlamentare missino) fino al 2001.
Dopo un’elezione persa, nello stesso anno, sempre a Napoli, l’arrivo in Rai nel 2003, durante il governo Berlusconi II. Di lì in poi, la sua attività si è spostata in maniera stabile a Roma, con pochi ritorni.
Alcuni li elenca lui stesso nel post dedicato a «cosa ha fatto per la Campania», dove sono citate iniziative per l’albergo dei poveri, Capodimonte, il museo archeologico, «Pompei» (il Frecciarossa quotidiano continua a correre da Roma agli scavi).
«Difficile però che i napoletani lo votino per questo, e lo sanno sia lui sia il partito» dice chi conosce bene il territorio. Ma il neocandidato non si è perso d’animo e, riferisce chi ha familiarità con il dossier, ha già chiesto il sostegno del partito, commissariato a Napoli e sotto il controllo della deputata Marta Schifone.
In tutta la maggioranza, anche negli esponenti che nutrono simpatia nei suoi confronti, corre comunque il dubbio su che motivazione possa aver spinto Sangiuliano a fare questo passo.
«Non sappiamo quale sia la sua capacità di mobilitare gli elettori. Alle regionali c’è bisogno di una rete di sindaci e persone che scelgano di spendersi per te e non per un altro candidato» dice un parlamentare che lo conosce bene. «A Parigi sta una favola» sospira qualcun altro. «Perché buttarsi in una gara in cui la concorrenza è serrata e rischia di fare una figuraccia?»
Effettivamente, conti alla mano, la mossa di Sangiuliano non conviene per primo all’ex direttore: un consigliere regionale arriva a guadagnare 12-13mila euro lordi, almeno stando a un documento della regione del 2022.
In Rai, l’ex ministro ha raggiunto il tetto massimo dello stipendio: 240mila euro l’anno, circa 20mila al mese. Ma
ovviamente per chi lavora fuorisede sono previsti anche benefici aggiuntivi per agevolare la trasferta.
«Non mi candido “contro” qualcuno, ma per un intero popolo, quello campano. Voglio ringraziare chi è sempre stato al mio fianco e chi mi sosterrà in questo percorso» scrive Sangiuliano sui suoi social. Chissà se il popolo campano vuole che l’ex ministro si spenda per lui.
(da Domani)

argomento: Politica | Commenta »

LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE A DESTRA: LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO

Le resurrezioni professionali di “Lazzaro” Sangiuliano ormai non si contano più: “bocciato” da ministro, riacciuffato in Rai e spedito a fare il corrispondente da Parigi (malgrado non fosse abilitato alla lingua di Flaubert) e ora sbuca come capolista alle regionali campane.
Una svolazzante giostra che fa venire in mente l’imperdibile sketch, nei panni di Francesco Rutelli, di Corrado Guzzanti ad una puntata de ‘’L’Ottavo Nano’’, con la sua straziante esortazione: “Berlusco’, ricordati degli amici! Ricordati di chi ti ha voluto bene!”.
Essì: diversamente dagli irriconoscenti sinistrati, a destra gli amici non si dimenticano e vanno aiutati, anche nella malasorte. Anzi: soprattutto quando le avversità si sono accanite e ti hanno relegato nel sottoscala sociale e politico.
Durante i tre anni a Palazzo Chigi, il “governo del merito come ascensore sociale” (copy Meloni) ha piazzato una marea di ex deputati, dirigenti locali, trombati e riciclati nei cda delle aziende
controllate dallo stato.
La selva delle partecipate, sotto la cappella del Mef e di Cdp, servono ai tre caballeros del governo anche per “risarcire” i tecnici non graditi, da sostituire con burocrati amici (vedi il caso, Biagio Mazzotta, fatto sloggiare dalla Ragioneria di Stato alla presidenza di Fincantieri per fare posto alle giorgettiana Daria Perrotta)
Alessandro Zehentner, candidato non eletto al Senato per i meloniani, è presidente di Snam e siede nel consiglio di amministrazione dell’Enel. Nel cda di Leonardo siedono Francesco Macrì, ex consigliere comunale meloniano ad Arezzo, e Altieri Trifone, leghista di Conversano, provincia di Bari; mentre l’ex senatore del Carroccio Paolo Arrigoni ha ottenuto una poltroncina come presidente del Gestore servizi energetici (Gse). A fargli compagnia nel cda siedono anche due azzurri trombati: l’ex senatrice Roberta Toffanin e l’ex deputato Giuseppe Moles.
Ancora. A presiedere Acque del Sud è il coordinatore di Fratelli d’Italia di Bari, Luigi Giuseppe Decollanz. Fece scalpore all’epoca del caso Sangiuliano la nomina dell’ex assessore meloniano di Frosinone, Fabio Tagliaferri, gestore di un salone di auto a noleggio, che venne spedito al vertice di Ales, la più importante società in house del ministero della Cultura.
Un posticino a mo’ di risarcimento per il destino cinico e baro anche per l’ex assessora leghista del Friuli Venezia Giulia,
Federica Seganti, che siede nel cda dell’Eni, ma in quota Lega c’è anche Paolo Marchioni, ex sindaco di Omegna, nel cda di Poste, e l’ex consigliera della Regione Lombardia Francesca Ceruti nel cda di Consap insieme all’ex deputato Antonio Gennaro.
! Il vispo diplomatico Mario Vattani, un tipino con alle spalle una gioventù piuttosto agitata (venne filmato nel 2011 mentre si esibiva nel saluto romano a una manifestazione di Casapound a Roma, poi assolto dall’accusa di aver pestato tre giovani di sinistra insieme ad altri militanti del Fronte della Gioventù, nomignolato “Katanga” per il suo passato da leader del gruppo fascio-rock “Sotto fascia semplice”), lo scorso giugno è stato nominato dal governo Meloni ambasciatore a Tokyo. Eccetera, eccetera…
Ora ditemi come la Statista della Garbatella poteva dimenticare Sangiuliano, immarcescibile direttore del Tg2 al servizio della Fiamma. Il futuro “Genny Delon” ‘’era salito talmente tanto nelle grazie della futura premier da essere chiamato a scrivere parte del programma dei meloniani, invitato a convention di partito e, alla fine, ricompensato addirittura con un posto di governo’’ (vedi articolo a seguire).
Dopo le tragicomiche disavventure con la “pompeiana esperta”, un grottesco remake dell’“Angelo azzurro” di Marlene Dietrich in versione commedia all’italiana, l’ex ministro della Cultura ha ripreso il suo posto, lasciato con una aspettativa, in Rai e subito
incoronato corrispondente da Parigi.
Ora, per misteriosi motivi, si candida alle regionali in Campania, come capolista di Fratelli d’Italia. Alle proteste dell’Usigrai (“La candidatura di Sangiuliano mette in gioco la credibilità della Rai, da lui usata come un tram che lo porta dove gli pare”), ha ribattuto serafico: “Ho chiesto il permesso elettorale all’Ad Rai Giampaolo Rossi”.Vero, verissimo. Come è vero che a sbrigare la faccenda è intervenuta la bacchetta magica di Arianna Meloni, la capessa della segreteria di via della Scrofa. Non è una bieca indiscrezione, lo ha affermato Sangiuliano stesso: “Ne ho parlato con La Russa e Arianna Meloni”. E Giorgia? “Mi ha detto in bocca al lupo”. Amen.
E’ così a destra: nessuna pietà per chi tradisce, cambiando casacca e saltando sul carro dei vincitori; massima compassione per chi finisce in un cono d’ombra dove i telefoni tacciono e gli inviti scompaiono. Gli amici fedeli non si abbandonano: tutti per uno, uno per tutti…

argomento: Politica | Commenta »

USARE I BENI RUSSI IN CUSTODIA PRESSO LA SOCIETÀ BELGA EUROCLEAR È LEGALE, MA CI SONO MOLTE GRANE. LA PRIMA È COME NON FARLA SEMBRARE UNA CONFISCA, CHE VIOLEREBBE L’IMMUNITÀ DEGLI STATI SOVRANI

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

ALTRO PROBLEMA: LA RUSSIA POTREBBE FARE CAUSA E RIVALERSI SUL BELGIO (CHE CHIEDE GARANZIE), O ADOTTARE CONTROMISURE – I SOLDI SAREBBERO INVESTITI IN BOND EUROPEI E QUANTO RACCOLTO VERREBBE USATO PER DARE IL PRESTITO DI ‘RIPARAZIONE’ ALL’UCRAINA, CHE IN LINEA DI PRINCIPIO DOVREBBE RIMBORSARLO SOLO QUANDO LA RUSSIA CESSERÀ LA SUA GUERRA E LA RISARCIRÀ PER I DANNI. IL CHE NON AVVERRÀ MAI

È legale usare gli asset russi in custodia presso la società belga Euroclear per un «Prestito di riparazione» come vorrebbe una parte della Ue?
Risponde Federico Casolari, docente di diritto Ue e direttore di Giurisprudenza all’Università di Bologna) «Sì, purché si tratti di un prestito temporaneo e non di una confisca mascherata che viola l’immunità degli Stati sovrani e dei loro beni tutelata dal diritto internazionale».
2 Lo sarebbe se Euroclear desse i titoli in scadenza all’Ue in cambio di bond intestati alla Banca centrale russa fermi fino al risarcimento dei danni di guerra all’Ucraina?
«In teoria appare così. Anche se la logica finora era di sanzioni semestrali sottoposte a revisione all’unanimità. L’Ungheria si oppone ma c’è già stato un avallo al G7 per questa soluzione che si può far valere per superare il vincolo dell’unanimità».
3 A chi può rivolgersi Mosca?
«Potrebbe citare Euroclear, che si rivarrebbe sul Belgio (che infatti chiede garanzie agli altri Stati Ue) di fronte a un collegio arbitrale internazionale, sulla base del trattato bilaterale Belgio
Russia per la protezione degli investimenti.
Oppure impugnare di fronte alla Corte di giustizia Ue per violazione del principio di immunità. La Russia, considerata la più grande minaccia all’ordine europeo, si rivolgerebbe al giudice che di quell’ordine è garante. Ma il timore è che adotti contromisure su beni di Euroclear, del Belgio, o di altri Stati Ue in Russia».
IL NODO DEGLI ASSET RUSSI, IN BALLO 140 MILIARDI
Si parte da un numero ‘grande’: 290 miliardi di euro. Tanti sono gli asset della Banca Centrale russa congelati dall’Occidente allo scoppio della guerra in Ucraina. Per arrivare ad uno più piccolo: 209 nell’Ue.
Poi serve un ulteriore zoom: i 185 miliardi detenuti nelle casse della belga Euroclear, che non è una banca ma una centrale di deposito titoli, una sorta di gigantesca cassaforte per le transazioni finanziarie europee.
Ecco, sono questi gli asset congelati di cui tanto si parla e che la Commissione Europea vorrebbe utilizzare per finanziare
l’Ucraina. Ma come? La confisca, per il diritto internazionale, non si può fare.
Dunque bisogna ragionare in modo creativo. I soldi russi in Euroclear sarebbero investiti in bond europei e quanto raccolto, emettendo queste obbligazioni, verrebbe usato per dare il prestito di ‘Riparazione’ all’Ucraina, che in linea di principio dovrebbe rimborsarlo solo quando la Russia cesserà la sua guerra e la risarcirà per i danni. Il che non avverrà mai dato che la cifra stimata dei danni, oggi supera già, e di molto, i beni congelati.
Un meccanismo macchinoso ma non inedito, considerando che già l’iniziativa del G7 (che eroga il prestito a Kiev con i profitti “inattesi” degli asset russi) usa questa stessa scappatoia: investe i beni russi di Euroclear dentro la Bce con strumenti a brevissimo termine. Proprio togliendo questi prestiti già organizzati dal G7 (45 miliardi di cui 25 già erogati) dai 185 miliardi nella pancia della cassaforte belga ne resterebbero 140.
L’operazione è molto complessa e pone diverse sfide. Il Belgio, che è legalmente responsabile per Euroclear, vuole delle garanzie, dato che stiamo parlando di una cifra pari a un terzo del suo Pil.
Ad esempio la mutualizzazione del rischio con promesse solidali degli Stati membri nel caso in cui, in futuro, ci dovessero essere degli intoppi, politici o giuridici. E un’opzione potrebbe essere quella d’inserire tutto nel prossimo bilancio europeo, ma con il rischio di allungare troppo i tempi
Detto ciò, c’è un’altra grana. Le sanzioni dell’Ue si rinnovano ogni sei mesi, all’unanimità: dovesse venire meno – metti che Budapest si metta di traverso – anche l’immobilizzazione degli asset russi cadrebbe, innescando a quel punto la richiesta di rimborso di Euroclear all’Ue (perché Mosca si riprenderebbe il bottino in un battibaleno).
La Commissione sta quindi studiando un metodo con i servizi legali per spostare il rinnovo con un voto a maggioranza. Ultimo dettaglio: la quota parte di ogni Paese (calcolata coll’indice Reddito Nazionale Lordo) conterà o meno per il debito pubblico? La Commissione pensa di no ma l’ultima parola la dovrà dire Eurostat e non è un nodo da poco per molti partner.
E, ancora, alla presidente della Bce potrebbero tremare i polsi se si minasse la credibilità dello snodo Euroclear: 40mila miliardi di titoli custoditi, inclusa la metà circa dei titoli di Stato dei Paesi Ue. Altro che stabilità dell’Eurozona. Non a caso per mesi Christine Lagarde non ha voluto saperne. Ma la proposta creativa della Commissione potrebbe cambiare la musica anche Francoforte.

(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

NEI PROSSIMI ANNI, JEFF BEZOS RIDURRA’ IL NUMERO DI ASSUNZIONI DI LAVORATORI IN CARNE E OSSA, CHE VERRANNO SOSTITUITI DA MACCHINE PIÙ EFFICIENTI: CON LA ROTTAMAZIONE DEGLI ESSERI UMANI, AMAZON RIUSCIRA’ A RADDOPPIARE LE CONSEGNE ENTRO IL 2033

Ottobre 23rd, 2025 Riccardo Fucile

L’AZIENDA PRECISA “NELL’ULTIMO DECENNIO, NESSUNO HA CREATO PIÙ POSTI DI LAVORO DI AMAZON” (SI, MA IN FUTURO?)

Alcune interviste e una serie di documenti interni visionati dal New York Times indicherebbero che i dirigenti di Amazon ritengono che l’azienda sia sul punto di “sostituire più di mezzo milione di posti di lavoro con dei robot”. Lo scrive il quotidiano statunitense che parla della possibilità di evitare 600 mila assunzioni negli Stati Uniti nei prossimi anni, nonostante la previsione di raddoppiare le consegne di prodotti entro il 2033. L’azienda non conferma e parla di un quadro “incompleto e fuorviante”.
“I documenti trapelati spesso dipingono un quadro incompleto e fuorviante dei nostri piani, come accaduto in questo caso”, dichiara la portavoce di Amazon, Kelly Nantel, a margine dell’evento Delivering the future. “I materiali sembrano riflettere la prospettiva di un solo team e non rappresentano la nostra strategia complessiva di assunzione nelle varie linee di business operative – né ora né in futuro”, aggiunge Nantel.
“Nessuna azienda – ricorda – ha creato più posti di lavoro di Amazon negli Stati Uniti nell’ultimo decennio. Stiamo attivamente assumendo nei centri logistici in tutto il Paese e recentemente abbiamo annunciato il nostro piano per assumere 250.000 persone per la stagione natalizia”.
Due nuovi robot intelligenti entrano nei magazzini di Amazon: un robot giocoliere che usa “come palline decine di migliaia di prodotti che si muovono ad alta velocità”, Blue Jay, e un sistema di intelligenza artificiale agentica, a supporto dei manager che analizza situazioni operative complesse e suggerisce le azioni più appropriate agli operatori, Project Eluna.?Li presenta il chief technologyst di Amazon, Tye Brady, all’evento Delivering the
future dicendo che sono stati studiati per rendere il lavoro più sicuro, più intelligente e ancora più gratificante.
In particolare Blue Jay è in fase di test operativo nella Carolina del Sud ed è, secondo l’azienda, come un paio di mani in più, progettato per assistere i dipendenti nelle attività che richiedono movimenti ripetitivi, sollevamenti e spostamenti: è in grado di prelevare, smistare e consolidare gli articoli nello stesso spazio lavorando ad alta velocità. Si tratta di un sistema robotico di nuova generazione che coordina più bracci robotici per eseguire simultaneamente diverse operazioni, unificando in un’unica postazione ciò che prima richiedeva tre diverse aree di lavoro e già può essere usato sul 75% delle tipologie di prodotto nei magazzini Amazon.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.222)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.591)
    • criminalità (1.403)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.535)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.079)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.793)
    • governo (5.804)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.395)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.414)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (543)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (35.204)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.689)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Ottobre 2025 (502)
    • Settembre 2025 (662)
    • Agosto 2025 (669)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (641)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (307)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (436)
    • Giugno 2014 (391)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (233)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Ottobre 2025
    L M M G V S D
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  
    « Set    
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • L’AUTOREVOLE QUOTIDIANO ARGENTINO “LA NACION”: DIETRO LA SCELTA DI BEATRICE VENEZI COME DIRETTRICE OSPITE DEL TEATRO COLON DI BUENOS AIRES NEL 2024 PRESSIONI DELL’AMBASCIATA ITALIANA. HA PESATO LA SUA VICINANZA A GIORGIA MELONI, ALLEATA DI JAVIER MILEI
    • GIORGIA BIFRONTE: IN EUROPA S’ATTEGGIA A STATISTA, MA PER NON TRADIRE SE STESSA RIMANE SOVRANISTA
    • “DIFENDERE PUTIN È DIFENDERE LA DEMOCRAZIA”: IN VENETO IN LISTA CON LA LEGA CI SARA’ IL VANNACCIANO STEFANO VALDEGAMBERI CHE PER ELOGIARE LA RUSSIA HA ANCHE ATTACCATO MATTARELLA
    • “LA SANTANCHÈ È PIÙ FALSA DELLE SUE BORSE”: LA BORDATA DI FRANCESCA PASCALE ALLA “PITONESSA”, CHE ERA STATA ACCUSATA DALL’EX COMPAGNA DI BERLUSCONI DI AVERLE REGALATO DUE BORSE TAROCCHE
    • IN MANOVRA SPUNTA UN AUMENTO DELLE TASSE PER I PICCOLI AZIONISTI: CHI HA PARTECIPAZIONI SOTTO IL 10% IN UNA SOCIETÀ NON PAGHERÀ PIÙ L’1,2% DELLE CEDOLE, MA IL 24. UNA FREGATURA PER CHI DETIENE PICCOLE PERCENTUALI, A TUTTO VANTAGGIO DEI GRANDI AZIONISTI (UNA NORMA CHE PUZZA DI REGALO A CALTAGIRONE)
    • SANGIULIANO CANDIDATO, FDI HA PAURA DEL FLOP E VA A CACCIA DI VOTI
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA