Destra di Popolo.net

INTERVISTA A FRANCESCA ALBANESE: “GOVERNI OCCIDENTALI HANNO PERMESSO IL GENOCIDIO E ORA SI DIVIDERANNO LE SPOGLIE DI GAZA”

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

IL NUOVO RAPPPORTO DELLA RELATRICE ONU PER I DIRITTI UMANI IN PALESTINA: ”CHI HA CONTINUATO A COMMERCIARE IN ARMI CON ISRAELE E’ COMPLICE DEL GENOCIDIO”

La Relatrice dell’Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha presentato il suo quarto rapporto che ha come focus principale le complicità e le corresponsabilità dei paesi terzi, rispetto alle azioni perpetrate da Israele contro la popolazione civile palestinese. Il genocidio a Gaza, secondo il lavoro di Albanese, sarebbe stato impossibile senza il supporto di altri paesi occidentali che, sia economicamente attraverso il commercio delle armi, sia logisticamente, attraverso la messa a disposizione dello spazio aereo e delle basi militari, e infine giuridicamente, rifiutandosi di applicare il diritto internazionale, possono essere considerati
complici dei crimini commessi dalle autorità israeliane. Dal Sudafrica dove si trova per le celebrazioni in onore a Nelson Mandela, la seconda bianca invitata nella storia da quando esistono queste celebrazioni, la giurista italiana ha rilasciato un’intervista esclusiva a Fanpage.it.
Cosa c’è nel nuovo rapporto che hai redatto? Qual è il focus principale?
L’obiettivo è far capire, non solo agli Stati, ma anche al mondo, ai milioni di cittadini che in questi Stati vivono, che il genocidio a Gaza non sarebbe potuto essere commesso senza la complicità di troppi governi, soprattutto, ma non solo, occidentali. Nel mio precedente lavoro ho parlato dell’economia del genocidio e dell’occupazione, di come aziende, università, fondazioni, alimentavano il genocidio, oggi il nuovo rapporto getta luce sulle criticità dell’aiuto diplomatico, militare, economico che tanti Stati, inclusa l’Italia, hanno continuato a dare ai governi israeliani, condonandone e giustificandone i crimini, anche davanti al genocidio, e continuando a dare sostegno economico e commerciando con uno Stato di apartheid. Uno degli aspetti più sinistri di questo mio ultimo rapporto è stata la farsa umanitaria, l’ultimo chiodo nella bara del multilateralismo, perché ha trasformato l’aiuto umanitario in un “killing feeling”, attraverso la “Gaza Humanitarian Foundation”, che certo ora è stata smantellata, però gli ideatori di tutti i crimini ancora devono essere puniti e quel modello rischia di essere trasferito nel piano di pace. Tutti gli Stati che hanno permesso tutto questo ora si divideranno le spoglie di Gaza.
L’aiuto economico e il commercio di armi veniva fatto con pienacontezza dell’uso genocidario che ne veniva fatto?
È l’intento che fa scattare la complicità. Molti Stati, tra cui l’Italia, avevano violato il diritto internazionale rendendo aiuto e assistenza a Israele, ad esempio commerciando, con uno Stato che commetteva crimini di guerra. La costruzione di colonie, i crimini contro l’umanità nei confronti dei palestinesi, l’uso della tortura, erano tutti evidenti, eppure molti paesi occidentali hanno continuato ad avere rapporti commerciali e di aiuto economico nei confronti di Israele. Questa è complicità, già pregressa. Quando si è manifestato il genocidio a Gaza, nel gennaio del 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto ai paesi del mondo di prevenirlo, ma tutti hanno continuato a fare quello che facevano prima, quindi c’è una compartecipazione in un crimine evidente. Se ci fosse un mondo giusto i capi di questi governi si troverebbero dinanzi a tribunali per essere giudicati per le loro condotte. Ed è questa la sfida, è in questo che si decide o meno se andiamo verso un mondo distopico ancora peggiore di questo, verso la barbarie, oppure riusciremo a salvarci.
Quali sono i paesi in cima al commercio di armi con Israele che hanno alimentato il genocidio?
Gli Stati Uniti e la Germania, l’Italia è la terza, ma i primi due forniscono quasi il 90% delle armi a Israele. Stati Uniti e Germania sono partners in crime, hanno fornito le armi ma anche quella narrazione genocidaria per cui i palestinesi diventavano scudi umani di Hamas, oppure definendo i palestinesi come gli autori del più grande crimine contro gli ebrei dopo l’Olocausto,
tutta questa narrativa è servita a giustificare l’eccidio di migliaia e migliaia di palestinesi.
Anche la mancata applicazione del mandato di arresto a Benjamin Netanyahu da parte della corte internazionale di giustizia rientra nel quadro di complicità?
È una violazione del diritto internazionale tesa a favorire le azioni criminali, essere Stato membro dello Statuto di Roma obbliga all’esecuzione dei provvedimenti presi o ordinati dalla Corte. C’è un obbligo di complementarietà dell’azione penale, nel momento in cui c’è la possibilità di un crimine, quello deve essere investigato, quindi già c’è stato lassismo nei confronti dei provvedimenti di urgenza ordinati dalla corte di giustizia nel gennaio del 2024. La Corte ha nominato una serie di politici israeliani tra cui il presidente della repubblica israeliana Herzog, indicandolo come istigatore al genocidio. Quello doveva essere investigato, invece in Italia lo abbiamo ricevuto con tutti gli onori, dal Presidente della Repubblica e anche dal Papa. La giustificazione è stata che bisognava parlare di pace, ma non lo si accoglie con tutti gli onori allora. Herzog è stato nominato negli atti della Corte e va in giro come se nulla fosse, uno che è andato al confine a mettere la propria firma sulle bombe che avrebbero poi colpito Gaza. Inoltre è stato concesso lo spazio aereo ai veicoli militari israeliani che andavano a bombardare Gaza, lo ha fatto l’Italia, la Francia, la Grecia.
Trump poco dopo il suo insediamento ha revocato le sanzioni internazionali contro i coloni violenti emanate dall’amministrazione Biden, anche questa è una complicità
Assolutamente sì, perché avrebbero avuto l’obbligo di investigare e portare davanti alla giustizia queste persone. Invece sono state condonate le responsabilità di tutti questi presunti criminali e questo ha incentivato la violenza maggiore nei confronti dei palestinesi. Non c’è giorno che una banda armata di coloni non si riversa in un villaggio palestinese a bruciare case o a sradicare alberi. Questa orda di criminali semina morte e distruzione, ed ai palestinesi non li protegge nessuno. Non li protegge l’esercito israeliano, ma mi chiedo anche dove sia l’Autorità Nazionale Palestinese. La gente deve capire, ed il mondo mediatico italiano spesso non glie lo concede, che la relazione tra palestinesi ed israeliani non è una relazione simmetrica, ma una relazione domestica abusiva, dove c’è uno che opprime e un altro che subisce, e la violenza è strutturale da parte di chi opprime. E quali sono gli strumenti a disposizione dell’oppresso per riconquistare la sua libertà? Per 35 anni abbiamo lasciato i palestinesi da soli, e davanti al massimo picco di violenza subita, quella del genocidio, gli si è scatenata contro tutta la comunità internazionale, attraverso le azioni, la complicità, la connivenza.
Tu ti trovi in Sudafrica in questi giorni
Io mi trovo in Sudafrica adesso, è stata un’esperienza bellissima, solo Sudafrica e Namibia hanno sostenuto i palestinesi. Oggi ci troviamo davanti a un nuovo sistema coloniale, che prima era esercitato dagli Stati ed oggi dalle multinazionali, siamo davanti ad un quadro di ingiustizie e compressione delle libertà che ci lega tutti. In tutto il mondo la gente scende in piazza dicendo che
pensavano di manifestare per la libertà della Palestina, invece è la Palestina che sta liberando noi. Questo è un momento di svolta.
Lottare per i diritti dei palestinesi è diventato un collante delle lotte per la democrazia, la libertà e la giustizia, è questo il senso?
È proprio questo. Mandela diceva una cosa che noi facciamo fatica a capire “la nostra libertà non sarà completa fin quando non ci sarà la libertà del popolo palestinese”. Diceva questo perché sapeva benissimo che il regime coloniale in Palestina è molto meno permeabile al cambiamento, meno facile da destrutturare, perché è sostenuto dall’Occidente per l’Occidente, e dietro c’è un’ideologia che ha reso la Palestina un laboratorio di armi, di tecnologie militari, e il popolo palestinese resiste, è una spina nel fianco per l’Occidente. C’è un sistema plutocratico, come dice Yanis Varoufakis, che controlla le armi, i grossi capitali, la comunicazione, tutti gli altri rischiano di essere sottomessi o schiavi. Per questo è il momento della resa dei conti, come tanti giovani hanno capito, è il momento di una rivoluzione, spero pacifica.

(da Fanpage)

argomento: Politica | Commenta »

“GRANDE MELA”, GRANDE OCCASIONE PER ALEXANDRA OCASIO-CORTEZ PER LANCIARE LA SUA CORSA ALLA CASA BIANCA

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

MAMDANI È IL GRAN FAVORITO PER DIVENTARE PRIMO CITTADINO DI NEW YORK (SECONDO I SONDAGGI HA DOPPIATO L’EX GOVERNATORE CUOMO): IN VISTA DEL VOTO DEL 4 NOVEMBRE, CON L’AIUTO DELLA MACCHINA ORGANIZZATIVA DI OCASIO-CORTEZ E DI BERNIE SANDERS, IL 34ENNE MUSULMANO RIUNISCE 13 MILA PERSONE NELLO STADIO DI “FOREST HILLS”

Il primo messaggio arriva da Hannah: «Cerco volontari per l’evento di domenica, vieni all’una e mezza per il training?». Si riferisce alla manifestazione “New York is not for sale”, con cui Zohran Mamdani lancia l’assalto finale a City Hall in vista del voto del 4 novembre, dove i sondaggi lo danno avanti all’indipendente Andrew Cuomo e al repubblicano Curtis Sliwa.
Il luogo è curioso, lo stadio del tennis di Forest Hills dove un tempo si giocavano gli US Open, ma l’indizio più significativo è che Hannah appartiene al gruppo “Amici di Bernie Sanders”
Quindi il senatore non solo sale sul palco insieme a Mamdani e alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, ma guida. Ha messo la sua macchina elettorale di ex candidato presidenziale al servizio del trentaquattrenne deputato statale, perché vede in lui una grande occasione.
Come prima cosa, prendersi la città Usa più grande per governarla con l’agenda del populismo progressista, e poi magari usare il successo per costruirci l’alleanza e la squadra con cui puntare alla Casa Bianca nel 2028. Il progetto era iniziato col “Fighting Oligarchy Tour”, lanciato da Sanders con Ocasio dopo la sconfitta di Harris contro Trump, per indicare al Partito democratico la strada della rivincita, tornando a mettere la classe media e lavoratrice al centro del programma.
Poi però è esploso il fenomeno Mamdani, che usando questi argomenti ha battuto Cuomo nelle primarie democratiche e ora è favorito. Bernie e Alexandria hanno allargato la tenda per allearsi con lui.
Lo capisci appena Ocasio inizia a parlare: «Non è un caso che le stesse forze con cui Zohran si scontra qui rispecchino ciò che affrontiamo a livello nazionale. Una presidenza autoritaria e criminale alimentata da corruzione e fanatismo, e una destra estrema in ascesa». Se non fosse chiaro: «Parlo con te, Donald Trump. C’è stato un giorno prima della tua presidenza e ce ne sarà uno dopo. E appartiene a noi».
L’odore di canne permea l’aria, il microfono passa a Sanders: «Queste elezioni si svolgono con un’amministrazione a Washington che ogni giorno ci muove verso una società
autoritaria, minando Costituzione e stato di diritto». Bernie nota che «all’inizio Zohran aveva l’1% nei sondaggi, ma ora è primo. Come ha fatto? Puntando sui temi concreti che interessano al popolo».
Ecco il piano. Mamdani non può candidarsi alla Casa Bianca perché è nato in Uganda, ma Ocasio sì. Sanders ha già accennato che potrebbe incoronarla come erede nel 2028, per ripetere il suo schema del 2016 e quello di Zohran oggi. Sorprendere con una campagna progressista dal basso l’establishment democratico, che già scommette sui governatori moderati Newsom, Pritzker, Shapiro, Beshear, Moore. E poi togliere a Trump i voti scippati dalla base democratica.
Lo conferma Mamdani, quando sale sul palco tra gli applausi di 13.000 fan rapiti: «Mentre i miliardari di Trump pensano di avere i soldi per comprare queste elezioni, noi abbiamo un movimento di massa. Costruiamo un municipio che funzioni per chi fatica ad acquistare i generi alimentari, non per chi si sforza di comprare la nostra democrazia.
Quando fondi una coalizione per ogni newyorkese, crei una forza straordinaria. Questo, amici, è il vostro movimento, e lo sarà sempre». Poi molla un calcio al suo avversario ex governatore, accusandolo di essere un pupazzo della Casa Bianca: «Siamo saliti nei sondaggi più velocemente di quanto Andrew Cuomo potesse comporre il numero di Trump». […]
Il suo programma si basa su quattro punti: blocco degli affitti nel milione di appartamenti “rent-stabilized” di New York, ossia a equo canone; assistenza per l’infanzia; bus pubblici veloci e
gratuiti; supermercati finanziati dal comune, per contenere i prezzi e garantire cibo economico ma di qualità a tutti. Il costo è 7 miliardi all’anno, a fronte di un bilancio comunale da 116 miliardi.
Li coprirà con nuove entrate fiscali da 9 miliardi, ottenute alzando all’11,5% le tasse per le aziende e aumentando del 2% le imposte per chi guadagna oltre un milione all’anno. Cuomo lo boccia così: «I socialisti vogliono il Partito Democratico. Questo sono Sanders e Ocasio. Se vincono, prenotate i biglietti per la Florida». Poi ha attaccato Zohran anche per la fede musulmana, insinuando che festeggerebbe un nuovo 11 settembre.
(da Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

E’ IL TRIONFO DEL PARACULISMO: MICHELA ROSTAN, CANDIDATA AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA NELLA LISTA DELLA LEGA, HA CAMBIATO GIA’ SEI PARTITI

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

L’AVVOCATA “TRASVERSALE” DI MELITO HA INIZIATO NEL PD, POI E’ PASSATA PER “ARTICOLO 1”, ITALIA VIVA, MISTO E FORZA ITALIA, PER APPRODARE INFINE AL CARROCCIO (MANCA SOLO FRATELLI D’ITALIA E POI FA BINGO)

Clemente Mastella in fondo è sempre rimasto al centro. Da quella posizione ha sostenuto una volta la destra, l’altra la sinistra.
Un principiante dei cambi di casacca dinanzi a Michela Rostan. Da sabato candidata al consiglio regionale campano nella lista della Lega. Ma quella dell’avvocata di Melito, in provincia di Napoli, è una storia di militanza politica che dire trasversale è un eufemismo. Dal Pd alla Lega, passando però prima per Articolo 1, Italia Viva, Misto e Forza Italia. Unica eccezione, per ora, FdI.
Come da suo curriculum pubblico tutto è cominciato nel 2007 quando partecipa alle primarie fondative del Pd.
Nel 2011 viene eletta consigliera comunale a Napoli, con ben 1800 preferenze, la donna più votata di quella tornata elettorale. Nel 2013 entra in Parlamento: componente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e della Commissione giustizia.
Ma, in rotta di collisione con l’allora segretario Matteo Renzi, passa nelle file del nascente Articolo 1.
Nel 2018 viene rieletta con Leu, dopo appena due anni però torna nelle truppe renziane di Italia Viva dichiarando che «il Pd sui temi a me cari, come appunto quello della giustizia, ha abdicato in favore del M5S».
Peccato che nel 2021, contrariamente alle indicazioni di Renzi, vota la fiducia al governo Conte II, per questo approda nel gruppo Misto.
L’anno dopo aderisce a Forza Italia. Ora è candidata con la Lega perché, dice, «sono orgogliosa di poter partecipare a questa
competizione elettorale in un partito che considera la rappresentanza territoriale un valore assoluto». E siamo a sei.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

L’EUROPA STENTA A TROVARE SPAZIO FRA I TRE MONDI DELLA POLITICA ESTERA TRUMPIANA: MEDIO ORIENTE, ASIA, AMERICHE

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

GLI USA DI TRUMP SI PROIETTANO DOVE CI SONO AFFARI DA FARE E SOLDI DA GUADAGNARE (ANCHE IN FAMIGLIA), POCHI DA NOI, CHE PER SOSTENERE KIEV NON ABBIAMO DI MEGLIO CHE INDEBITARCI

Dopo le ovazioni in Medio Oriente, il Presidente americano riscuote i plausi asiatici mentre minaccia nemici e premia amici nelle Americhe. L’Europa resta periferica, fonte di problemi intrattabili.
L’Internazionale Trump vola invece sulle ali del successo. “The Donald” si attende ora di coronarlo nell’incontro bilaterale con Xi Jinping a Seoul giovedì, ultima tappa asiatica, a margine del vertice Apec.
Un’intesa con Xi Jinping chiuderebbe il cerchio che ha visto Donald Trump indiscusso protagonista mondiale in appena nove mesi di seconda presidenza. Manca ancora, almeno per ora, la sfuggente pace fra Russia e Ucraina.
L’Europa stenta a trovare spazio fra i tre mondi della politica estera di trumpiana: Medio Oriente, Asia, Americhe. Gli Usa di Donald Trump si proiettano dove ci sono affari da fare e soldi da
guadagnare (anche in famiglia) – pochi da noi, che per sostenere Kiev non abbiamo di meglio che indebitarci (ulteriormente).
La politica estera di Donald Trump continua, e continuerà, ad essere dominata dall’istinto e dalla versatilità di posizionamenti, vedi altalena (non finita) con Vladimir Putin. Tuttavia, emerge ormai la visione di dove vuole arrivare e di come: premiando l’efficacia sull’ortodossia.
Trump parte accantonando per ora Ucraina e dialogo con Putin ma si ferma nel Golfo. In Qatar, con l’Emiro Al-Thani che gli rende visita sull’Air Force One, Trump da un doppio segnale: di voler puntellare il suo intero piano di pace, non solo il cessate il fuoco a Gaza; di privilegiare il Golfo e, in particolare Doha.
Perché il Qatar gli ha regalato il prossimo Air Force One o perché è l’attore che ha più influenza su Hamas? Comunque, Gerusalemme è avvertita. Gli Usa hanno anche altri amici nel quartiere.
Nelle capitali asiatiche, prese nella morsa Cina-Usa, Trump consolida le posizioni americane nei confronti di quelle di Pechino con qualche ramoscello d’olivo commerciale, incassa la mediazione di un’altra “pace” (Thailandia e Cambogia) a fini Nobel 2026 e, con grande tempismo, stabilisce subito un rapporto diretto con la nuova premier giapponese Sanae Takaichi, fresca di nomina.
Di qui Trump passerà all’appuntamento più importante, con il Presidente cinese, da cui dipende il bilancio dell’intero viaggio. La posta in gioco è semplicemente: guerra o compromesso commerciale fra le due maggiori economie mondiali?
Trump ha scoperto che la Cina è un osso duro; ha una capacità di ritorsione che l’Europa o altri partner commerciali non possiedono.
I lineamenti di un accordo sono tracciati; dazi americani più bassi, allentamento delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare – sperando erga omnes per beneficiarne anche in Ue – ripresa degli acquisti cinesi di soia.
L’intera economia mondiale tirerebbe un sospiro di sollievo. Ieri, anticipando l’intesa, la borsa giapponese era schizzata oltre la soglia di 50.000.
Forte dell’amicizia senza limiti con Xi, dalla lontana Mosca Vladimir Putin farà il tifo per un accordo sino-americano che non tocchi gli interessi russi.
A passeggio fra Golfo e Mar cinese, Trump metteva anche in atto una politica delle Americhe volta ad affermare il predominio continentale Usa sia a Nord che a Sud. Dazi al Canada per avere, pur autenticamente, citato un Ronald Reagan anti-protezionismo – il confinante Canada di Mark Carney, liberale, con politiche sociali avanzate, è una spina nel fianco di Maga; spiegamento di forze avio-navali senza precedenti nelle acque dei Caraibi con malcelata minaccia di diretto intervento in Venezuela – non si muovono portaerei senza intenzione di usarle; sanzioni contro il Presidente colombiano, Gustavo Petro, reo di critiche agli affondamenti di imbarcazioni sospette di narcotraffico.
Mentre invece il Presidente argentino, Javier Millei, riceve dagli Usa una boccata d’ossigeno finanziaria di 40 miliardi di dollari; a condizione che il suo partito vincesse le elezioni legislative di
domenica, aveva premesso Trump. Domenica le urne gli hanno dato ragione.
A Washington si invoca apertamente una nuova dottrina Monroe. Ultimamente senza più menzionare la Groenlandia ma Mette Frederiksen, Primo Ministro danese, non dorme sonni tranquilli.
Né li dovrebbero dormire gli altri leader europei con un Presidente americano, del quale hanno bisogno ma del quale non possono fidarsi, e che li preferisce divisi anziché uniti. Fa bene Giorgia Meloni a invocare l’unità delle due sponde dell’Atlantico – dirlo è buona politica. Purtroppo, suona sempre più come un vecchio disco di vinile rotto. Con Donald al timone la deriva continentale ha ripreso il sopravvento.
(da La Stampa)
–

argomento: Politica | Commenta »

NETANYAHU E’ A FINE CORSA? SECONDO UN SONDAGGIO DELLA TV ISRAELIANA “CANALE 12”, IL 52% DEGLI ELETTORI ISRAELIANI PENSA CHE “BIBI” NON DOVREBBE CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

SE DOMANI SI DOVESSE ANDARE AL VOTO, IL PREMIER NON RIUSCIREBBE A CREARE UNA COALIZIONE DI 61 SEGGI, LA SUA NARRAZIONE È IMPLOSA

Il 4 novembre 1995, durante una manifestazione per la pace in piazza dei Re d’Israele a Tel Aviv, il primo ministro Yitzhak Rabin fu assassinato da Ygal Amir, un estremista nazional-religioso condannato all’ergastolo.
All’epoca Benjamin Netanyahu guidava l’opposizione e partecipava alle proteste contro gli accordi di Oslo, segnate da slogan e immagini violente contro Rabin. Poche settimane prima dell’attentato, Itamar Ben Gvir — oggi ministro della Sicurezza — mostrò in tv l’emblema dell’auto di Rabin, affermando che “sarebbero arrivati anche a lui”.
Come ricorda Manuela Dviri sul “Fatto Quotidiano”, l’uccisione di Rabin non pacificò Israele, ma lo divise ulteriormente. Alle elezioni del 1996 Netanyahu vinse di stretta misura, presentandosi come garante della sicurezza dopo gli attentati suicidi di Hamas. Lo stesso slogan, “Mr. Security”, gli permise di tornare al potere nel 2022.
Dopo il 7 ottobre, però, la sua leadership è messa in discussione. Netanyahu ha attribuito le responsabilità dell’attacco a servizi segreti, esercito e ministri, sostituendone alcuni considerati poco fedeli. Secondo un sondaggio del Canale 12, il 52% degli israeliani ritiene che non dovrebbe ricandidarsi. Se si votasse oggi, non riuscirebbe a ottenere una coalizione di 61 seggi.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

GIOVANE, SOCIALISTA E MUSULMANO: CHI E’ ZOHEAN MAMDANI, IL PROBABILE FUTURO SINDACO DI NEW YORK CHE FA SOGNARE IN GRANDE LA SINISTRA AMERICANA

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

I SONDAGGI LO DANNO IN NETTO VANTAGGIO

Dalle 13mila persone radunate nello stadio di Forest Hills ai video virali su TikTok, dalla consegna porta a porta dei volantini ai palchi con Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. Zohran Mamdani è diventato in poche settimane il nome che domina la politica americana.
Trentaquattro anni, deputato statale, nato in Uganda da madre regista e padre accademico, musulmano e socialista: un mix che fino a poco tempo fa avrebbe garantito al massimo un ruolo da outsider. E invece, alle elezioni per il sindaco di New York in programma per il 4 novembre, è il netto favorito. Non solo: è lui il volto su cui la sinistra americana — ma forse anche quella di altre parti del mondo — ha deciso di mettere gli occhi.
Il focus sull’accessibilità
La ricetta con cui Mamdani si presenta ai cittadini della Grande Mela è tanto radicale — almeno per gli Stati Uniti — quanto immediata, perché si concentra quasi esclusivamente su un tema soltanto: rendere la città più accessibile.
Le sue proposte sono ambiziose: bloccare il prezzo degli affitti per un milione di appartamenti, offrire autobus pubblici gratuiti e veloci, assistenza per l’infanzia e supermercati gestiti dal Comune per tenere bassi i prezzi ed evitare speculazioni anche sui beni di prima necessità.
Il costo stimato di tutte queste misure? Sette miliardi di dollari, che il giovane candidato socialista sa già come racimolare: alzando le tasse sulle grandi aziende e su chi guadagna più di un milione di dollari.
I sondaggi e l’ultimo dibattito prima delle elezioni
Dopo aver stravinto le primarie del partito democratico con una vittoria inaspettata, alle elezioni del 4 novembre dovrà vedersela con Andrew Cuomo, l’ex governatore dello Stato di New York finito nella bufera mediatica per via di alcuni scandali sessuali, e Curtis Sliwa, candidato del partito repubblicano. I sondaggi danno Mamdani in netto vantaggi sui rivali. Durante il dibattito del 16 ottobre, Cuomo ha accusato il giovane socialista di inesperienza.
Ma Mamdani ha replicato con una risposta che ha fatto in poche ore il giro del web: «L’esperienza che mi manca la compenso con l’integrità, l’integrità che ti manca non potrai mai compensarla con l’esperienza».
A prescindere da come andrà a finire, il 34enne originario dell’Uganda ha già ottenuto un risultato notevole: riportare entusiasmo in un partito depresso, diviso e in crisi di identità, che pure di fronte alla scarsa popolarità di Donald Trump non è riuscito finora a risalire nei sondaggi.
La preoccupazione di repubblicani e democratici
Eppure, la sua probabile vittoria viene vissuta con discreta preoccupazione sia tra i repubblicani che tra i democratici. I primi già sono pronti a mettergli i bastoni tra le ruote. Il presidente Trump che ha minacciato di tagliare i fondi federali alla città di New York, qualora Mamdani diventasse sindaco. I secondi sono spaventati dalla popolarità di un leader così vicino all’ala più radicale del partito. Quando un passante gli ha gridato «Comunista!» durante una campagna di volantinaggio in sella a una bicicletta, lui ha risposto sorridendo «Si dice “ciclista”». E
ha pure rilanciato il video sui suoi profili social.
Mamdani: la sinistra di Sanders e AOC sogna in grande
Mentre l’establishment del Partito democratico americano spera ancora in un colpo di scena dell’ultimo minuto, l’ala socialista è in fermento. «Zohran aveva l’un per cento nei sondaggi, ora è in testa. Questo movimento dà speranza non solo a New York, ma a tutto il mondo», ha suonato la carica l’anziano senatore Bernie Sanders. Eppure, gli esperti invitano alla cautela. «Mamdani è la prova che la sinistra americana ha ancora qualcosa da dire. Ma New York non è l’America», mette in guardia Daniel Schlozman, della Johns Hopkins University. Insomma, non sta scritto da nessuna parte che il suo successo «si tradurrà automaticamente in una rinascita democratica a livello nazionale». Nel frattempo, a New York qualcosa sembra muoversi. E per la sinistra americana, che da anni sgomita per portare un proprio candidato alle elezioni presidenziali, siamo già alle prove generali in vista del 2028.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

IL CICLISTA VIVIANI FA UNA X PER ANNUNCIARE LA SUA FINE CARRIERA SPORTIVA, VANNACCI FRAINTENDE: “UN’ALTRA DECIMA PER L’ITALIA”! E SUI SOCIAL SI SCATENA L’IRONIA

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

COMICHE SOVRANISTE: SI SCATENANO COMMENTI DI SCHERNO E PRESE PER IL CULO

Domenica 26 ottobre il ciclista Elia Viviani ha chiuso con un’ultima vittoria una carriera piena di successi. Come a sigillare il momento, a fine gara Viviani ha tracciato con le braccia una “X”, una croce, idealmente messa alla chiusura di un’avventura sportiva capace di lasciare un segno indelebile nel ciclismo italiano.
C’è però chi ha dato al gesto tutt’altra interpretazione. Il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, ha rilanciato sui suoi social una foto del campione con una didascalia piuttosto fuori luogo.
Il significato del riferimento alla Decima
Su X l’europarlamentare ha scritto: «Un’altra Decima per l’Italia!». Il riferimento è ormai un classico del generale, aspramente criticato per le sua ambigua vicinanza al fascismo. La prima volta in cui Vannacci aveva giocato su questa ambivalenza era stato in occasione della campagna elettorale per le elezioni europee del 2024, nel corso della quale il generale aveva invitato a tracciare «una decima» sul simbolo della Lega.
La frase aveva attirato contro Vannacci l’accusa di voler celebrare la X Flottiglia MAS, un corpo militare fondato dai fascisti durante la Repubblica Sociale Italiana. Il leghista si era difeso precisando di aver voluto fare riferimento all’omonima unità speciale della Regia Marina, Vannacci è poi tornato più volte su commenti di questo tenore.
I commenti degli utenti
Nei commenti al post dell’ex generale gli utenti di X si sono scatenati. Oltre a chi l’ha corretto più o meno seriamente, c’è chi ha ironizzato sull’ultimo risultato del partito di Vannacci, la Lega, fermatasi al 4% in Toscana, osservando che la X di Viviani forse «simboleggia il simbolo che non hanno messo sul nome del generalissimo alle elezioni regionali».
Altri hanno incoraggiato Viviani a querelare Vannacci: «Fossi in lui ti denuncerei», «Lascialo in mutande». Infine, c’è chi ha pensato di dare al generale un suggerimento: «Il prossimo post lo fa sulla decima inneggiata a X-Factor?».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

TRA ORBAN E RANUCCI

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

GLI EQUILIBRISMI DI GIORGIA DI FRONTE ALLA QUINTA COLONNA DI PUTIN

La passeggiata romana di Viktor Orbán è stata illuminante. Non tanto per le arcinote posizioni del primo ministro ungherese, leader di una nazione dove lo Stato di diritto scricchiola e sempre più critico con l’Unione europea, nella quale il suo Paese non avrebbe mai dovuto entrare.
Quanto piuttosto per aver acceso l’ennesimo faro sulle camaleontiche acrobazie di Giorgia Meloni, abilissima a vestire una mise per ogni occasione: orbaniana con Orbán, europeista con von der Leyen, atlantista con Trump.
Anche quando il suo ospite d’onore spara l’ennesima bordata contro Bruxelles e Washington. “L’Ue non conta nulla”, taglia
corto l’alleato di Giorgia, aggiungendo: “Trump sbaglia sulle sanzioni, vado da lui per fargli togliere le sanzioni”. Una scudisciata, senza citare la padrona di casa, alla politica estera italiana.
Eppure, nella nota ufficiale di Palazzo Chigi, Giorgia non ha avuto nulla da eccepire. Tanto, tra TeleMeloni, Mediaset e il lungo elenco di giornali amici, nessuno le chiederà conto del doppio, anzi del triplo gioco che sta conducendo sui tavoli nazionale e internazionale. Poi non c’è da stupirsi se trasmissioni come Report, contro cui ieri si è scagliata perfino l’Ungheria proprio mentre Orban era in Italia, diano tanto fastidio al potere. Del resto un’Authority indipendente si può limitare con le nomine politiche. La stampa libera alla Ranucci, invece, non la fermano neppure le bombe.
(da lanotiziagiornale.it)

argomento: Politica | Commenta »

GHIGLIA E ARIANNA: C’E’ UN BUCO DI 50 MINUTI NELLA VISITA ALLA SEDE DI FDI

Ottobre 28th, 2025 Riccardo Fucile

BOCCHINO: “DA ME C’E’ STATO SOLO 20 MINUTI”

Nell’affaire Garante-Report c’è un buco nero di 50 minuti. E tocca capire se sono pieni di chiacchiere o di balle. Italo Bocchino, sentito dal Fatto, conferma di aver incontrato nel pomeriggio del 22 ottobre Agostino Ghiglia, il componente del Collegio del Garante immortalato da Report mentre entra in via della Scrofa 39, sede di Fratelli d’Italia, alla vigilia del voto che avrebbe inflitto al programma di Rai3 una multa da 150 mila euro.
Dopo giorni di silenzio, ieri sera in un’intervista rilasciata al Corriere, Ghiglia ha spiegato che “tutto si è svolto nella massima trasparenza”: “Ho incrociato Arianna Meloni, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli”. Ma la versione non convince. I filmati mostrano Ghiglia entrare alle 15.35 e uscire alle 16.45: un’ora e dieci minuti dentro la sede del partito. Bocchino però al Fatto dice che l’incontro “è durato pochissimo, venti minuti al massimo”. Tanto che non si ricorda neanche il titolo del libro di Ghiglia che dovrebbe presentare. E allora dove è stato Ghiglia
per gli altri 50 minuti?
L’ufficio di Bocchino, direttore del Secolo d’Italia, è sullo stesso pianerottolo di quello di Arianna Meloni al secondo piano di via della Scrofa 39. “Dell’incontro di Ghiglia con Arianna io l’ho letto sui giornali di stamattina, io non li ho visti. Il mio è il penultimo ufficio in fondo a un lungo corridoio – racconta – sul lato sinistro del piano. Per andare da Arianna, Ghiglia deve attraversare tutto il palazzo e uscire sul pianerottolo”.
Un dettaglio non irrilevante, visto che i due piani sono divisi a metà: una parte ospita la Fondazione, l’altra è affittata a Fratelli d’Italia.
Bocchino conosce Ghiglia da quarant’anni, dai tempi del Fuan: “Eravamo dirigenti nazionali assieme – io a Perugia, lui a Torino. Lo conosco dal 1985”. Ne parla con la franchezza di chi lo ha frequentato a lungo: “Non è uno che si fa dettare la linea. Se provi a dirgli cosa deve pensare, ti tiene un’ora per spiegarti l’esatto contrario”. Conferma che l’incontro del 22 ottobre non fu casuale: “Era fissato in agenda per le 16. Dovevamo concordare la presentazione dei nostri libri”. Esclude però che si sia parlato di Report: “Assolutamente no. Anche perché io sono noto nel nostro ambiente come l’unico amico di Ranucci”.
Ma Bocchino dice anche di più, mostrando quanto la vicenda resti oscura anche in casa FdI. “Non so se la multa sia giusta o sbagliata, non mi intrometto, ma un docile ammonimento sarebbe bastato. Lo scontro non era la strada giusta e se poi c’è stata una discriminazione ai danni di Ranucci, me ne dolgo e la ritengo ingiusta. Sarebbe inaccettabile”. Un giudizio che – a quanto risulta al Fatto – coincideva con quanto Ghiglia aveva in mente prima di varcare quel portone. Il giorno dopo, però, voterà per la multa. E ora getta altra benzina sul fuoco: “Sono pronto a denunciare chi mi ha pedinato”. A un membro del Garante che non risponde ai giornalisti ma li minaccia, tocca anche ricordare che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni preventive né a censure” (art. 21 Cost.).
(da ilfattoquotidiano.it)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.222)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.591)
    • criminalità (1.403)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.535)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.079)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.793)
    • governo (5.804)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.395)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.414)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (543)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (35.295)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.689)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Ottobre 2025 (593)
    • Settembre 2025 (662)
    • Agosto 2025 (669)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (641)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (307)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (436)
    • Giugno 2014 (391)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (233)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Ottobre 2025
    L M M G V S D
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  
    « Set    
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • INTERVISTA A FRANCESCA ALBANESE: “GOVERNI OCCIDENTALI HANNO PERMESSO IL GENOCIDIO E ORA SI DIVIDERANNO LE SPOGLIE DI GAZA”
    • “GRANDE MELA”, GRANDE OCCASIONE PER ALEXANDRA OCASIO-CORTEZ PER LANCIARE LA SUA CORSA ALLA CASA BIANCA
    • E’ IL TRIONFO DEL PARACULISMO: MICHELA ROSTAN, CANDIDATA AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA NELLA LISTA DELLA LEGA, HA CAMBIATO GIA’ SEI PARTITI
    • L’EUROPA STENTA A TROVARE SPAZIO FRA I TRE MONDI DELLA POLITICA ESTERA TRUMPIANA: MEDIO ORIENTE, ASIA, AMERICHE
    • NETANYAHU E’ A FINE CORSA? SECONDO UN SONDAGGIO DELLA TV ISRAELIANA “CANALE 12”, IL 52% DEGLI ELETTORI ISRAELIANI PENSA CHE “BIBI” NON DOVREBBE CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI
    • GIOVANE, SOCIALISTA E MUSULMANO: CHI E’ ZOHEAN MAMDANI, IL PROBABILE FUTURO SINDACO DI NEW YORK CHE FA SOGNARE IN GRANDE LA SINISTRA AMERICANA
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA