IL PONTE CHE UNISCE DUE MAFIE
TRA ESPROPRI E INDENNITA’ DI OCCUPAZIONE, ‘NDRANGETA E COSA NOSTRA INCASSERANNO DAL PONTE SULLO SGTRETTO DI MESSINA UNA VALANGA DI SOLDI PUBBLICI… L’ASSALTO AGLI APPALTI E AI SUBAPPALTI
Cosa Nostra e ‘ndrangheta hanno già messo le mani sull’affare del
secolo: il ponte che collegherà Sicilia e Calabria. L’assalto agli appalti ed ai subappalti è già cominciato e gli espropri dei terreni su cui l’opera sorgerà già mostrano evidenti crepe.
Nella provincia di Vibo Valentia condannati per mafia della cosca Mancuso, ma anche figli e nipoti dei boss, incasseranno soldi pubblici in maniera perfettamente legale. Tra espropri, servitù e indennità di occupazione, infatti, la ’ndrangheta e Cosa Nostra incasseranno una valanga di soldi pubblici.
Due mafie che negli anni si erano allontanate oggi grazie al ponte, si riavvicineranno.
Assieme alle organizzazioni criminali a dividersi i guadagni ci saranno anche i colletti bianchi e cioè quell’area grigia senza la quale il cerchio non si chiuderebbe mai.
Organizzazioni mafiose, grandi holding economico-finanziarie, società di costruzioni, professionisti del settore, guardano con grande interesse alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La realizzazione di quest’opera pubblica è l’occasione per un nuovo patto politico-economico-finanziario tra le mafie e la borghesia mafiosa ad esse contigua. Ulteriore terreno fertile ai fini della realizzazione di ingenti guadagni nell’economia legale è rappresentato anche dai progetti di realizzazione del ponte, al quale sembrerebbero interessati quei professionisti contigui sia con le cosche siciliane sia calabresi. Sul punto è possibile ipotizzare l’esistenza di alleanze fra Cosa nostra e ‘ndrangheta ai fini di una più efficace divisione dei potenziali profitti.
Le ultime Relazioni della Dia (2021-2022-2023) certificano forti investimenti di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta sull’imprenditoria edile e dei trasporti, intercettando sia gli investimenti pubblici sia quelli privati. L’usura e le estorsioni restano il grimaldello preferito, non escludendo affatto la partecipazione diretta ai lavori in maniera legale.
Questi aspetti devono preoccuparci e non poco poiché la gran parte delle risorse investite sarà, di fatto, sottratta alla realizzazione dell’opera, determinandone una esecuzione non rispondente ai criteri qualitativi stabiliti e la necessità di dare ricorso ad ulteriori e non previsti finanziamenti. Cose già viste e riviste. Sappiamo bene noi studiosi che l’elemento attrattivo per le cosche è l’immensa somma di denaro pubblico prevista per la sua realizzazione, e soprattutto il fatto che si è di fronte a una concentrazione di investimenti in un’area territoriale limitata.
Le due mafie direttamente coinvolte hanno già attuato tre tipi di strategie per accaparrarsi l’enorme flusso finanziario previsto.
La prima strategia sarà il controllo del territorio alternando a seconda della circostanza violenza e/o corruzione
La seconda strategia riguarda l’attività imprenditoriale dei mafiosi e di loro eventuali soci e si traduce empiricamente nell’inserimento dei lavori da eseguire con imprese totalmente pulite.
La terza strategia è il collegamento e la mediazione con i circuiti politico-amministrativi.
Le mafie ne usciranno enormemente fortificate poiché faranno welfare e intesseranno nuovi rapporti economici attraverso imprese costituite e gestite direttamente da imprenditori “puliti”. Non ci accorgeremo apparentemente di nulla perché le mafie agiranno con imprese e società che, in vario modo, assumeranno forme del tutto legali che renderanno “invisibile” la presenza mafiosa. Il ponte sarà l’opportunità per incrementare il loro potere e accumulare ricchezze per i loro scopi criminali. Il controllo del territorio, l’infiltrazione nell’attività imprenditoriale e la mediazione con i circuiti politico-amministrativi sono purtroppo tattiche ben consolidate che le mafie utilizzano per garantirsi un vantaggio economico e di potere. Tutto questo minerà la legittimità e l’efficacia di tali progetti ed avrà gravi conseguenze sociali ed economiche a lungo termine, compromettendo lo sviluppo delle comunità coinvolte e alimentando ulteriormente la credibilità della criminalità organizzata. Credo sia indispensabile che le istituzioni competenti agiscano con determinazione per contrastare l’infiltrazione delle mafie in progetti di questo genere, attraverso misure di prevenzione, indagini approfondite e azioni legali concrete contro coloro che sono coinvolti in simili attività illecite. Credo altresì sia essenziale sensibilizzare l’opinione pubblica su questa problematica e promuovere una cultura di legalità e trasparenza che possa contrastare l’influenza delle mafie e proteggere l’integrità delle istituzioni e delle infrastrutture pubbliche. Occorre fare tutto questo presto e in maniera seria prima che sia troppo tardi.
(da agenzie)
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