CASO SALIS, QUELLA SEDICENTE DESTRA “GARANTISTA” CHE GIOISCE A VEDERLA IN CATENE
NON E’ STATO COSI’ PER I LORO CONDANNATI PER CORRUZIONE O FRODE FISCALE; IN QUEL CASO STARNAZZAVANO CONTRO LE “INUMANE PENE” CONFERMATE IN TERZO GRADO
Fiumi di bava si secernono in questi giorni in Italia da chi gode come un riccio alla vista di Ilaria Salis “ospite” delle carceri ungheresi e incatenata con ceppi e manette mentre viene tradotta in tribunale con l’accusa di aver pestato, insieme con altri attivisti (o estremisti, fate voi) di sinistra, alcuni antagonisti neonazisti.
Ad accusare la maestra lombarda sarebbero alcuni video in cui vengono ripresi scontri tra manifestanti, elementi rispetto ai quali occorrerebbe attendere l’esito del processo per riscontrare eventuali sue responsabilità.
Invece pare che, in questo caso, politici, media e supporter di centrodestra abbiano già chiuso le indagini preliminari, celebrato il processo ed emesso le sentenze di primo grado, appello e Cassazione. Dunque, il sentimento patriottico dei nostri amici nazionalisti, che così lodevolmente si era manifestato quando si trattava di riportare in Italia i marò o Chico Forti, questa volta pare essersi sopito: il principio di presunzione d’innocenza, per anni legittimamente sbandierato dai conservatori italiani prima berlusconiani e oggi salvin-meloniani, sfuma quando questo sacrosanto concetto dello stato di diritto dovrebbe applicarsi a una esponente della sinistra radicale.
Così, mentre i garantisti a targhe alterne sbraitano contro la custodia cautelare praticata nel nostro paese, e magari se la prendono pure con qualche sindaco “illiberale” che ti blocca l’automobile con le ganasce, non si scandalizzano se le ganasce finiscono ai piedi di un essere umano.
Così è la vita. Se sei un esponente politico condannato con sentenza passata in giudicato per corruzione o frode fiscale, i cuori dei commentatori amici grondano di sangue per le “inumane” pene che ti vengono inflitte (tipo qualche giorno o mese di carcere, o un breve periodo ai servizi sociali – vedi i casi di Berlusconi, Formigoni, Previti et similia) al punto da essere pronti anche a ricorrere alle corti di giustizia europee.
Se, viceversa, sei una maestrina di sinistra che parrebbe essersi macchiata della stessa colpa, devi buttare il sangue in carcere (e che mettessero via la chiave!) senza nemmeno passare per una sentenza.
(da Il Fatto Quotidiano)
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