L’INCHIESTA SULL’URBANISTICA A MILANO E IL DIBATTITO CHE SPACCA DA SEMPRE IL PD: SI PUÒ STARE DALLA PARTE DEI GRATTACIELI, DEGLI ARCHISTAR, DEI FONDI CHE FINANZIANO LE GROSSE OPERAZIONI IMMOBILIARI? O I DEM DOVREBBERO ESSERE DALLA PARTE DELL’EDILIZIA POPOLARE?
CI SI DEVE SCHIERARE CON I “B&B”, E DUNQUE CON LE FAMIGLIE CHE METTONO A REDDITO IL LORO PATRIMONIO IMMOBILIARE, O INVEIRE CONTRO IL TURISMO FAGOTTARO E CHIEDERE LIMITI AGLI INGRESSI? – SORGI RICORDA LA SINISTRA SCHIERATA ANIMA E CORPO CON I MAGISTRATI DI MANI PULITE, SALVO ACCORGERSI IN RITARDO CHE PREPARAVANO LA SVOLTA A DESTRA DEL PAESE
Per carità, la sinistra non può stare dalla parte dei grattacieli, degli archistar, dei fondi internazionali che finanziano le grosse operazioni immobiliari. Deve sempre ricordarsi dell’edilizia popolare, dei bisogni della gente, saper scegliere con chi stare. E ancora: la sinistra non può stare con chi (forse qualche frase del genere è sfuggita anche al sindaco Sala) a Milano ha risposto a muso duro agli studenti attendati per protesta che rivendicavano alloggi a prezzo politico. E poi: deve scegliere i “B&b” e il mercato degli affitti brevi, stare con le famiglie che hanno messo a reddito il loro piccolo patrimonio immobiliare.
Non può mica parlare come l’ex-sindaca di Barcellona Ada Colau, e dire che occorre un limite al turismo fagottaro, che non contribuisce all’economia di una città, anzi le crea solo problemi: sicurezza, pulizia, droga, violenza.
Dietro cautele, incertezze e ritardi che hanno portato Schlein a prender tempo, prima di solidarizzare con il sindaco Sala, […] c’è questo dibattito silenzioso, interno alla sinistra, non solo a quella milanese. La sinistra schierata anima e corpo con i magistrati di Mani Pulite, salvo accorgersi in ritardo che preparavano la svolta a destra del Paese, il berlusconismo nato non a caso a Milano, con la lunga stagione di sindaci prima leghisti (Formentini), poi forzisti (Albertini), poi frutto del
compromesso tra il Cavaliere e il pezzo di città “alta”, “snob” da cui sempre si era sentito escluso (Moratti) e che adesso, ai suoi occhi, veniva a Canossa.
La vittoria di Pisapia, l’avvocato di Rifondazione comunista regnante dal 2011 al 2016, e rinunciatario dopo una sola legislatura, era stata rassicurante per questo pezzo di sinistra ferma nelle sue certezze e nella sua vocazione antagonista. Lo era stato molto meno l’arrivo di Sala, il manager “morattiano” di successo dell’Expo scelto da Renzi
Così “Palazzopoli”, come oggi la chiamano già i nostalgici di Tangentopoli, mette di nuovo il Pd, la sinistra meneghina e nazionale al bivio di fronte al quale è ferma da più di trent’anni.
(da agenzie)
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