IL GIORNALISTA WOLFF: “TRUMP ATTACCA I MEDIA PER INTIMIDIRLI, E’ UNA STRATEGIA USATA ANCHE IN ITALIA, MA VOI SIETE PIU’ ESPOSTI DI NOI”
“IN TUTTO IL GLOBO IL POTERE ATTACCA I EMDIA MA CONTRO TRUMP VINCERA MURDOCH”
«La causa di Trump contro Murdoch verrà ritirata o respinta, perché è frivola dal punto di vista legale e richiederebbe una testimonianza in tribunale del presidente sul caso Epstein, che non darà mai». Michael Wolff è al centro di questa tempesta perfetta, perché ha scritto libri su entrambi i protagonisti e Donald voleva denunciarlo. Perciò avverte: «È una strategia per intimidire i media in tutto il mondo, ma in Italia dovete fare più attenzione perché siete più esposti di noi».
Perché Trump ha fatto causa a Murdoch per 10 miliardi?
«Lo fa sempre, è la sua mossa abituale. Non significa nulla, è solo una dimostrazione di spavalderia. Murdoch però tende a non cedere su questo, quindi presumo verrà archiviata o respinta».
Perché?
«Va sempre così. L’enorme numero di cause fatte da Trump contro i media è stato in genere archiviato perché non hanno merito legale, tranne alcuni casi recenti in cui certi gruppi hanno scelto di patteggiare per ottenere favori da lui. Murdoch però non cederà, anche perché sa che Trump dovrà testimoniare sul caso Epstein, se vorrà procedere con la causa, ma non lo farà mai».
Per difendersi il Wall Street Journal dovrebbe consegnare la lettera di auguri scritta da Donald a Jeffrey, dimostrando la propria buona fede?
«Potrebbe, ma non è tenuto a farlo. L’obbligo della prova ricade sul querelante, che deve dimostrare l’intento diffamatorio. È un ostacolo alto, richiederebbe che Trump testimoniasse in aula sui suoi rapporti con Epstein. Perciò credo che Murdoch non stia perdendo un minuto di sonno su questa causa».
Com’è il rapporto fra i due?
«Murdoch odia Trump. È stato costretto a sopportarlo ma lo odia»
Averlo sulla sua televisione non genera ascolti e ricavi?
«La Fox ha sostenuto prima DeSantis e poi Haley, chiunque pur di fermare Trump. Poi però Donald ha vinto le elezioni e Rupert è rimasto fregato. È stato costretto ad inginocchiarsi, ma ciò non significa che fosse felice e quando ha avuto l’occasione per vendicarsi l’ha colta. Sono sicuro che il Wall Street Journal
abbia lavorato bene. Murdoch era informato e da buon editore, quale può essere quando vuole, ha deciso che era una grande storia da pubblicare».
Odia Trump per motivi personali o politici?
«Entrambe le cose. Sul piano personale lo considera un vile e riprovevole truffatore. Murdoch è un conservatore tradizionale e crede che i politici debbano essere persone serie, non barzellette. Sul piano politico poi è un internazionalista, favorevole all’immigrazione, quindi opposto ai pilastri della linea Maga».
E Trump odia Murdoch?
«No, ha sempre corteggiato la sua approvazione. Rupert è un editore di successo miliardario, ciò che Trump stima e ama».
Il mondo Maga è tornato a schierarsi con Donald dopo la causa. Attaccare i media tradizionali è più importante della verità su Epstein?
«Chiedetelo a loro, è disorientante».
Però Trump ha avuto alcuni successi negli attacchi ai media.
«No, non ha mai avuto successo. Tranne i casi di Abc e Cbs, che hanno scelto di patteggiare per paura. Tutti concordano sul fatto che se queste cause fossero arrivate in tribunale le avrebbe perse, come le altre, perché non hanno merito sul piano legale».
Allora perché insiste con questa strategia?
«Le cause hanno molti usi, non solo vincerle. Ha minacciato anche me. Così attira l’attenzione, ti obbliga a sprecare energie e risorse con gli avvocati, spera di intimidirti e metterti a tacere. Ha creato un modello globale, imitato dai suoi alleati».
Cosa intende?
«Succede anche in Italia, ma dovete fare più attenzione. Da noi
il sistema giudiziario ci protegge ancora, voi siete più esposti».
(da repubblica.it)
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