E ORA FUORI DAI COGLIONI ANCHE IL PIANISTA FILO-PUTIN ROMANOVSKY, BOLOGNA NON TI VUOLE
UN ALTRO INFAME CHE HA SUONATO SULLE MACERIE DEL TEATRO DI MARIUPOL IN ONORE DEGLI ASSASSINI
L’appello del Partito liberal-democratico di Luigi Marattin: “È inaccettabile che Comune e Città Metropolitana di Bologna garantiscano il patrocinio alla esibizione nella nostra città” del pianista che “ha suonato sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei putiniani”
Piovono polemiche a Bologna per il concerto che si terrà il prossimo 5 agosto da parte del pianista ucraino filo-russo Alexander Romanovsky. L’appello affinché il sindaco Matteo Lepore annulli l’evento per un artista considerato” filo putiniano” arriva da un post sui social del Partito liberaldemocratico di Bologna, la formazione fondata da Luigi Marattin.
Questa richiesta arriva nel giorno in cui a Caserta è stato annullato il concerto di Gergiev, poiché le posizioni del direttore d’orchestra russo sono ritenute vicine a Putin.
“È inaccettabile che Comune e Città Metropolitana di Bologna garantiscano il patrocinio alla esibizione nella nostra città, il 5 agosto prossimo, del pianista ucraino filo-russo Alexander Romanovsky – si legga sui social -. Bologna è una città dalle solidissime tradizioni democratiche : non si può avallare il putiniano consentendo ad uno dei suoi propagandisti di toccare il nostro suolo senza, con questo, sporcare la nostra gloriosa bandiera”.
Il partito ricorda che Romanovsky “ha suonato sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei fascio-putiniani”. Da qui l’appello al sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Annulli l’esibizione di Alexander Romanovsky, lo rispedisca a casa sua o ci restituisca la dignità di bolognesi”.
L’esibizione di Romanovsky, dal titolo ‘Favorite Chopin’, è prevista per il 5 agosto ai Giardini di Porta Europa in Piazza Sergio Vieira de Mello, nell’ambito di Cubo Live, rassegna itinerante di spettacoli dal vivo promossa da Cubo, il museo d’impresa del gruppo Unipol. La rassegna fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna.
Non è la prima volta che un evento con Romanovsky scatena polemiche. È successo a Genova a febbraio, quando a chiedere l’annullamento del concerto fu Azione, e a Roma a gennaio 2024: in quell’occasione un’esibizione prevista nell’Aula Magna della Sapienza venne annullata dopo le minacce ricevute dagli organizzatori.
(da agenzie)
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