MOSCA E I SUOI MOSCONI , SUL PRATONE DI PONTIDA RIAPPARE GIANLUCA SAVOINI, EX PORTAVOCE DI SALVINI COINVOLTO NELL’INCHIESTA “METROPOL” SUI RAPPORTI TRA LEGA E RUSSIA
SAVOINI GODE ASCOLTANDO IL DISCORSO FILO-PUTINIANO DEL LEADER DEL CARROCCIO (“NON MANDEREMO MAI FIGLI E NIPOTI A COMBATTERE IN UCRAINA”)
«Si ricorda “Padroni a casa nostra”? Allora non si parlava di sovranismo. Ma era già tutto lì…». Gianluca Savoini rappresenta bene la Lega di ieri e di oggi. Già ai vertici della comunicazione leghista, è stato poi coinvolto nell’inchiesta Metropol sui rapporti tra Lega e Russia, poi archiviata. Ieri, a Pontida, ascoltava Vannacci: «In fondo, un moderato rispetto a Borghezio e Gentilini. Certo, con federalismo e autonomia c’entra poco…». Però, osserva, «ai giovani piace. C’era uno striscione: “Vannacci moderato, noi no”. Ci farà recuperare voti. Se ci attaccano è perché la Lega è in crescita. Se è moderata perde voti come dimostra il 34% del 2019. Ma mi pare che chi di dovere lo abbia capito». Quello che più ha apprezzato della Pontida 2025 è la
mozione «sulla pace» annunciata da Salvini che sarà presentata nei Comuni: «Quella metterà in chiaro le posizioni di tutti. Anche degli alleati».
E prosegue: «Se si fosse dato retta a Salvini quando diceva che la demonizzazione della Russia era sbagliata e si sarebbero invece dovuti costruire rapporti, forse non si sarebbe arrivati a una guerra vera». L’ex portavoce del segretario non vede dualità di leadership: «In realtà colpiscono uniti. Il generale ha preso 500 mila voti? Perché Salvini ha avuto l’intuizione di farlo entrare in un partito importante come la Lega».
(dea agenzie)
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