INTERVISTA A MILENA GABANELLI: “I POLITICI SOLIDALI CON RANUCCI? TORNERANNO PRESTO A QUERELARE REPORT”
“IL MIO TIMORE E’ CHE DA DOMANI CI SI DIMENTICHI”
Milena Gabanelli è in treno che sale verso Milano per i molti impegni che aveva preso. Ma la storica conduttrice di Report oggi non mancherà di far sentire la sua voce e si collegherà con la manifestazione delle 17.30 in piazza Santi Apostoli a Roma promossa dal M5S per dare sostegno a Sigfrido Ranucci, vittima dell’attentato esplosivo alla sua auto nella serata di giovedì. Una reazione diventata in breve una “chiamata” alla società civile per protestare contro gli attacchi all’indipendenza dell’informazione.
Cosa si aspetta dalla piazza di oggi?
Mi aspetto che ci sia tanta gente, mi aspetto consapevolezza e una serie di cose. Il mio timore è che sull’onda emotiva si facciano manifestazioni anche importanti ma domani ci si dimentichi. Spero che non finisca come il Giorno della Memoria
o della Fame nel Mondo.
Quando ha saputo dell’auto esplosa sotto casa di Sigfrido Ranucci, cosa faceva e qual è stata la prima cosa che ha pensato?
Ero a casa, saranno state le 8 e stavo bevendo un caffè… mi è andato di traverso.
Lei ha detto: “È terribile, non succedeva da trent’anni”. Che clima respiriamo oggi attorno al giornalismo d’inchiesta?
Il clima mi sembra sempre lo stesso, più polarizzato però. Mentre è la definizione di “giornalismo d’inchiesta” che si è piuttosto modificata, si chiama inchiesta anche un racconto di cronaca.
Lei stessa è stata la prima a “pagare di persona”. Anche per lei c’è stato un momento in cui la paura ha bussato davvero?
Fortunatamente nessuno mi hai mai messo una bomba davanti alla porta di casa, quindi non ritengo di “aver pagato di persona”. Ho rischiato di pagare di tasca mia, questo sì, e per diversi anni, visto che non avevamo la tutela legale. Per quel che riguarda la paura, direi parecchie volte, ma non nel senso di paura che qualcuno volesse farmi la pelle.
Quante cicatrici lascia tutto questo — sulla salute, sulla famiglia, sulla vita quotidiana?
E’ che sei sempre preso, e sempre concentrato sul lavoro, quindi sottrai tempo e attenzione a te stesso e alla tua famiglia. Ma è un mestiere che ho volontariamente scelto… e mi ha dato tante soddisfazioni (e anche diverse frustrazioni) .
Il suo modo di fare giornalismo ha fatto scuola, dentro la Rai quanta ostilità e quanto isolamento ha sentito?
L’ostilità più grande l’ho sentita quando con Minoli abbiamo
proposto il videogiornalismo come modello di produzione. Era il lontano 1994, e i sindacati Rai si scatenarono contro. Non ho mai sentito invece l’isolamento, perché mi sono autoisolata di mio, per essere più libera e avere meno condizionamenti. Infatti non ho mai avuto frequentazioni politiche o di potere.
Perché, secondo lei, nella Tv pubblica è rimasto (quasi) solo Report a fare inchieste vere?
Perché è faticoso tenere il punto.
E che effetto le fa vedere oggi tanti politici solidali che fino a ieri agitavano carote e querele?
Torneranno domani ad agitare carote e querele, sono fatti così, cavalcano il momento.
Lei ha detto che “intimidire Sigfrido vuol dire intimidire tutta la squadra”. Che cosa tiene unita quella squadra dopo tanti attacchi?
La passione.
La manifestazione può lanciare un messaggio alla politica: quale?
Che c’è bisogno di informazione approfondita, e verificata, che portare alla luce il malaffare è nell’interesse dei governi. Se poi succede che il malaffare è organizzato dai governi… be’, ci sono ancora giornalisti in grado di dimostrarlo.
Smettere di querelare per “partito preso”, approvare il DDL sulle liti temerarie, l’anti-slaps, cosa altro?
L’educazione, in senso scolastico. Educazione a saper distinguere la propaganda, le fake news da un’informazione documentata. A riconoscere una notizia da una balla. Oggi la grande frustrazione è quella di non essere quasi mai considerati
indipendenti: l’utente ti considera sempre un portatore di interessi di qualcuno (di uno schieramento politico, di un pregiudizio, di una multinazionale). I social hanno fatto terra bruciata, tutti oggi vogliono un’informazione gratis e la nostra categoria in quanto a perdita di reputazione ci ha messo del suo.
(da ilfattoquotidiano.it)
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