“LA PIETRA ERA QUELLA APPUNTITA”: L’INTERCETTAZIONE IN CUI L’ULTRÀ DI RIETI KEVIN PELLECCHIA CONFESSA DI AVERE LANCIATO IL SASSO CHE HA UCCISO L’AUTISTA DEL BUS DEI TIFOSI DI PISTOIA RAFFAELE MARIANELLA
IL 20ENNE È IL PIÙ PICCOLO DEI TRE FERMATI: “POTREI ESSERE STATO ANCHE IO, NON LO SO, QUANDO IL PULLMAN HA RALLENTATO, IO HO TIRATO”
È già notte nella questura, il 19 ottobre, quando i tre sospettati Alessandro Barberini, Kevin Pellecchia e Manuel Fortuna sono lasciati soli, insieme a un quarto ultrà, nella sala d’attesa della squadra mobile.
Da poche ore è morto Raffaele Marianella, il secondo autista del pullman che stava riportando a casa, a Pistoia, i tifosi della squadra di basket toscana. I quattro sono stati bloccati insieme a altre otto persone perché erano vicino al pullman dopo la sassaiola che ha ucciso Marianella.
Tra l’uscita di Contigliano sulla Statale Terni-Rieti e le campagne attorno. La confessione inconsapevole di Kevin Pellecchia, 20 anni, il più piccolo del gruppo viene trascritta dai
poliziotti nel fermo, di cui Repubblica è venuta in possesso.
“Oltre a fornire numerosi elementi utili all’incriminazione degli stessi – scrivono gli investigatori nei loro atti depositati in procura – ha ammesso di essere l’autore del lancio del sasso di maggiori dimensioni, a forma di parallelepipedo appuntito, che ha infranto il vetro dell’autobus causando il decesso del povero Marianella”. Ma ecco come Kevin Pellecchia ha confessato davanti ai suoi “colleghi” di curva. È l’intercettazione audio e video che lo inchioda.
Manuel Fortuna dice agli altri due: “Ce danno omicidio a tutti”. E aggiunge: “A noi ce conviene pe chi ha tirati i sassi, conviene che è tutto uno, così la pena diminuisce”. Alessandro Barberini: “Così la pena la dividono in tre”. Kevin Pellecchia: “Sei stato tu, so stato io, sei stato tu, so stato io”. Un altro ultrà in compagnia con loro abbassa lo sguardo: “Lo sanno chi è stato”. E’ a questo punto che Kevin Pellecchia si agita e chiede: “Lo sanno? Dalle impronte?”.
Manuel Fortuna ha già la notizia: “Era quello a punta il sasso, regà”. Kevin Pellecchia è ancor più nervoso: “L’hanno detto?”. E a quel punto Manuel Fortuna si volta verso di lui e gli dice: “Era illu teo (Era quello tuo, ndr). E Kevin Pellecchia annuisce con il volto. Le telecamere riprendono tutto. Il sasso più grosso, tra quelli sequestrati, è proprio quello recuperato dentro il pullman, a forma appuntita, che sembra proprio un parallelepipedo. È la pietra che ha ucciso Marianella.
Le intercettazioni continuano, i poliziotti cristallizzano altri passaggi significativi. Nella sala d’attesa tutti e tre mimano con il corpo e le mani il loro gesto di lanciare il sasso contro il pullman, Kevin Pellecchia aggiunge: aggiunge: “Potrei essere stato anche io, non lo so perché in quella dinamica ho tirato avendolo davanti. Quando il pullman ha rallentato, io ho tirato”.
Tutte le ammissioni inconsapevoli sono le risposte che gli investigatori cercavano e che adesso sono nelle mani della giudice Giorgia Bova che tra un paio di ore dovrà decidere chi resterà in carcere e chi verrà liberato nell’udienza di convalida. La mamma di Kevin Pellecchia, intervistata da Repubblica, aveva escluso che il figlio potesse anche solo pensare di raccogliere una pietra da terra. E aveva aggiunto: “Lo firmerei col sangue”.
(da La Repubblica)
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