ROBESPIERRE, LE SIRENE E LA RIVOLUZIONE MANCATA DEI CINQUESTELLE
TRE SOLI GRILLINI IN AULA A DISCUTERE IL BILANCIO, HANNO PERSO L’APRISCATOLE
La storia di un certo Robespierre, che non faceva il centravanti del Bordeaux, ma il rivoluzionario, è piuttosto illuminante.
Dopo aver ghigliottinato parecchia gente che se lo meritava, finì ghigliottinato anche lui.
E probabilmente se lo meritava.
Il fatto è che quando innesti un meccanismo, specialmente un meccanismo di indignazione, non è tanto facile fermarlo.
Così possono passare in cavalleria, come si dice, faccende che non sfigurerebbero nello “strano ma vero” della Settimana Enigmistica, materia in cui pare i grillini siano maestri.
I microchip sottopelle, e va bene, archiviati.
Le scie chimiche, divertenti, archiviate pure quelle.
Ora, ultima pagina dello stupidario, le sirene, non quelle delle ambulanze, ma quelle con la coda da pesce, le tette al vento (anzi, ai flutti) e il canto magico.
Quelle di Ulisse e di Walt Disney, insomma, quelle lì, che il governo americano vorrebbe nascondere e che invece esistono eccome, come ci assicura, dopo aver visto un documentario piuttosto fantasioso, la deputata del M5s Tatiana Basilio.
Niente di male: davanti a gente (deputati e senatori a decine, anzi a centinaia) pronti a sostenere che Berlusconi è innocente, un liberale, una brava persona, che qualcuno creda alle sirene, ai marziani col naso a trombetta o ai Ligresti trattati come tutti gli altri detenuti non fa quasi notizia. Archiviamo dunque anche le sirene, bye, bye.
Invece è un po’ più difficile archiviare altre cosucce sparse.
Gocce nel mare, per carità , ma sapete com’è, se pecca un fesso qualunque non si stupisce nessuno, ma se pecca chi ha avuto tanto successo nel denunciare i fessi qualunque, beh, il discorso cambia un pochino (chiedete a Robespierre).
Però continuo a consigliare moderazione e persino magnanimità .
Non mi pare così importante accanirsi sui rimborsi per i pranzi alle Regione Emilia Romagna, su cui la magistratura ha avviato un’inchiesta.
Peccati veniali: 9mila euro a testa in pranzi e cene, meno del Pdl, ma più del Pd, forse perchè la virtù sta nel mezzo.
E nemmeno sarebbe il caso di accanirsi sulla riunione a nervi tesi dell’altro giorno, quando il M5s discuteva — senza streaming, dannazione — di portaborse amici e amici degli amici, con deputati inviperiti, lacrime, pugni sul tavolo.
Andiamo, soltanto per l’assunzione di qualche collaboratore (il fidanzato, per dire, o la figlia del convivente).
Porca miseria, dove andremo a finire con questo moralismo, con questa astrusa severità ? Niente drammi, please, succede nelle migliori famiglie.
Peccato però per altri dettagli.
A discutere sul bilancio, alla Camera erano in tre. Pochini, per gente che aveva promesso vigilanza sopraffina, apriscatole per scardinare la scatola di tonno e altre bei propositi di stampo rivoluzionario.
Ora sembrano senza apriscatole, si direbbe, il che dovrebbe far riflettere un po’ tutti, e prima di tutti i sostenitori del movimento, sull’effettiva irrilevanza politica di una forza che ha il 25 per cento dei voti.
Ecco, tutto qui.
Prevengo le obiezioni. Ma gli altri sono peggio. Ma i giornali ci odiano. Ma perchè ce l’hanno con noi. Ma qual è l’alternativa. Ladri. Zombie, Siete morti.
Aggiungere a piacere, salare, pepare e servire caldo.
Si accettano anche argomentazioni scomode, tipo: ma forse le sirene ci sono veramente.
Ecco, tutto bene. Ma la storiella di Robespierre, che non era il centravanti del Bordeaux, è lì da leggere.
Istruttiva.
Alessandro Robecchi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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