ORA IL PDL SCOPRE CHE LA LEGA AL NORD VA PER CONTO SUO: IN VENETO ZAIA FA L’AUTONOMISTA
NEL TREVIGIANO IN TRE COMUNI PERO’ LA LEGA GOVERNA COL PD….A MANTOVA IL CARROCCIO NON VUOLE ALLEARSI COL PDL, GRANE ANCHE A LECCO, COMO, GALLARATE… IN VENETO, DOPO IL TRADIMENTO DI GALAN, MOLTI ELETTORI DEL PDL STARANNO A CASA
Il Pdl si sta accorgendo di quello che sottoliniamo da tempo: la Lega usa gli alleati per estendere il proprio potere, per acchiappare poltrone e posti nei consigli di amministrazione di banche e fondazioni.
Ovviamente in nome di valori ideali del federalismo da sbandierare ai pirla. Come Veneto e Piemonte sono stati regalati alla Lega, in cambio della fedeltà salva-processi, ecco scatenarsi una serie di contrasti locali tra classe dirigente leghista e pidiellina da restare nella storia.
Diamo un’occhiata al Veneto dove la Lega è il secondo partito dietro al Pdl. Due giorni fa, Zaia ha snocciolato un programma suo personale: precedenza ai veneti, dialetto nelle scuole e autonomia.
A parte che verrebbe da ridere pensando che, con questo programma, si possano risolvere i problemi della regione ( non era meglio meno tasse e più infrastrutture?), il Pdl ha già storto il naso, sia perchè Zaia parla senza aver concordato nulla con gli alleati, sia perchè il Pdl ritiene vi siano ben altre priorità che le carnevalate leghiste.
D’altronde ve lo siete voluto, ora ve lo tenete.
I mal di pancia aumentano a dismisura proprio in Veneto, dove il leader pidiellino locale, Giorgetti, sottolinea che “senza paletti e convergenze di posizioni si rischia una competizione troppo accesa”.
I ben informati sostengono che sarà guerra, anche perchè, dopo il tradimento di Galan che ha rinunciato a presentarsi in alternativa a Zaia, saranno molti i pidiellini che staranno a casa, piuttosto che votare l’ex animatore di feste paesane.
Sempre in Veneto si tornerà a votare a Portogruaro, causa impasse tra sindaco di centrosinistra e maggioranza consiliare al centrodestra.
La Lega tuona che è colpa del Pdl che ha praticato il voto disgiunto, tesi assai originale perchè presupporrebbe un potere di controllo che il Pdl non ha di certo.
Comunque la Lega andrà da sola, come d’altronde ha fatto in tre comuni del trevigiano dove governa con il Pd (con tanto di avallo del re dell’ippica, Luca Zaia).
Ma alla Lega tutto è consentito, anche a Mantova, dove si voterà per le comunali. Sindaco uscente del Pd che si ripresenta.
La Lega ha candidato un suo esponente, mentre ancora il Pdl proponeva un fronte ampio.
Pensate che correttezza l’esponente locale della Lega, Fava: “Gioco soltanto per la Lega, non accetterò mai di farlo per il Pdl, nè al primo turno nè a un eventuale ballottaggio”.
Ovviamente lo fa perchè la “Lega è nata per cambiare le cose, non per distribuire poltrone”: infatti se le tiene tutte ben strette.
A Gallarate, la Lega sta facendo la fronda ai suoi alleati del Pdl.
A Lecco era stata la sindaco leghista a essere impallinata da una fronda trasversale che comprendeva anche 5 pidiellini e si era dovuta dimettere.
Ora si torna a votare e Bossi la ripresenta di nuovo, con corsa autonoma nel caso.
A Como steso copione a parti rovesciate: sono i leghisti a fare la fronda al sindaco Pdl e a breve si aprirà la crisi di giunta.
Sono solo alcuni dei principali esempi del malessere della classe dirigente locale podiellina, costretta a convivere con degli acchiappa-poltrone, spesso pure arroganti.
A dimostrazione che laddove la politica nazionale del partito si appiattisce sulle tesi leghiste, poi localmente ne paghi le conseguenze.
Si arriva al punto di candidare in Piemonte il modesto ripetitore tv Cota che rappresenta un partito che non arriva neanche al 10% dei voti regionali.
E la base pidielina deve subire, per ordini maldestri dall’alto.
Se uno sa perchè “è di destra”, piuttosto che votare un leghista, sta a casa. Questa la opinione ormai che si sta diffondendo.
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