A ROSARNO SCOPPIA LA RIVOLTA: TROPPA TOLLERANZA NON CON I DISEREDATI, MA CON CHI LI SFRUTTA
I LAVORATORI EXTRACOMUNITARI RACCOLGONO ARANCE LAVORANDO 14 ORE AL GIORNO PER 20 EURO… E NE DEVONO DARE 5 AI CAPORALI CHE LI SFRUTTANO…MARONI PARLA DI TROPPA TOLLERANZA VERSO I CLANDESTINI, MA NON HA FATTO NULLA PER COMBATTERE I CRIMINALI CHE LI SFRUTTANO DA ANNI
Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti, scene di guerriglia urbana, arresti e feriti tra i dimostranti e le le forze dell’ordine: questo il bilancio del clima di tensione che ancora questa mattina sta attraversando la cittadina di Rosario, in Calabria, dopo una notte di fuoco.
Si è scatenata la rivolta di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati, nella indifferenza delle istituzioni, in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in altre strutture abbandonate.
A far scoppiare la rivolta è stato il ferimento di due immigrati da parte di alcuni giovani che li hanno presi a bersaglio con le loro pistole, pare per divertimento, e che, ridendo, gridavano: “Oggi non si lavora”.
Nessuno si è fermato per aiutare i due feriti ed è montata una rabbia latente: “non siamo bestie, siamo qua per lavorare”.
La situazione è rapidamente uscita da ogni controllo e ci sono stati scontri e atti di teppismo, mentre gli immigrati chiedevano l’intervento delle autorità per assicurare loro protezione contro le scorribande dei balordi.
Si è creata una forte tensione anche stamani tra gli immigrati e i cittadini di Rosario che sono circa15.000, contro almeno 3.000 extracomunitari che vivono da diseredati, in condizioni igenico sanitarie devastanti.
Solo ora il commissario prefettizio ha promesso container per dormire e bagni chimici, per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori immigrati, invitandoli alla calma.
Maroni da Roma ha ripetuto la solita litania, frutto della povertà di analisi culturale e sociale della Lega: “Troppa tolleranza verso i clandestini”.
Non sa dire altro purtroppo il centrodestra, incapace di vedere oltre il proprio naso.
In realtà le responsabilità di quanto accaduto sono dello Stato e di chi lo rappresenta.
E vi spieghiamo perchè.
Questa massa di 3-4.000 lavoratori immigrati (qualcuno regolare, molti clandestini) viene fatta spostare da una parte all’altra del sud a seconda delle esigenze.
A novembre erano in Puglia a raccogliere le olive, in primavera saranno in Campania a spezzarsi la schiena coi pomodori, oggi sono in Calabria a raccogliere aranci e mandarini.
Sono ghanesi, ivoriani, sudanesi, senegalesi, da anni in Italia, dove cercano di sopravvivere e di mangiare.
Sapete quanto li pagano? Venti euro al giorno, di cui cinque trattenuti dai caporali della malavita che li fanno lavorare per 14 ore al giorno.
Vengono trasportati da un campo all’altro come degli animali in branco, i caporali all’alba li caricano sui furgoncini come delle bestie e si trattengono a fine giornata i 5 euro del pizzo dei disperati.
Li fanno dormire in fabbriche abbandonate, i più fortunati trovano un capannone. Questa è civiltà italiana che poi emette sentenza su di loro, questo è il controllo dello Stato su una speculazione che va avanti dal 1992: sono 18 anni che esiste questo ignobile mercato della malavita e lo Stato se ne è fottuto, altro che le stronzate che oggi ci dicono.
Che interessi si sono voluti tutelare, facendo finta di nullla e permettendo di speculare sul lavoro di questi esseri umani?
Che collusioni ci sono, dato i controlli non esistono?
Come fa a passare inosservato un fenomeno che è evidente a chiunque?
Che ha fatto Maroni in due anni per avere diritto a sputare ora sentenze?
La verità è che esistono territori non soggetti alle leggi dello Stato e dato che il Centrodestra ha governato per 5 degli ultimi sette anni, non faccia finta di cadere dalle nuvole.
Destra e sinistra sono equamente responsabili di non aver ristabilito la legge e la tutela dei lavoratori anche nella piana calabrese.
Mettendo i cittadini di Rosarno contro gli immigrati, poveri contro disperati, mentre la mafia lucra.
Cosa aspetta Maroni a far un giro dei campi e a denunciare centinaia di imprenditori agricoli collusi che fanno lavorare in nero i propri dipendenti? Forse che il lavoro nero è diventato legittimo in Italia?
Allora Maroni e Alfano muovano il culo, si comprino delle scarpe adatte e vadano a controllare, invece che sputare sentenze o pensare al processo breve.
Non esiste legittimo impedimento a ristabilire la legge laddove viene violata.
E neanche a restituire dignità a degli esseri umani che vengono fatti vivere come delle bestie nell’Italia del duemila.
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