GRILLO COME RENZI: AVANTI CON I NOMINATI, ARRIVANO CINQUE VICERE’ PRONI AL CALIFFO
IL LEADER SI DICHIARA “STANCO” E PROPONE L’ELEZIONE FARSA DI UN DIRETTORIO CON DI MAIO, DI BATTISTA, FICO, RUOCCO E SIBILIA… ALMENO STAVOLTA NON HA INSERITO NE’ SUO NIPOTE NE’ IL SUO COMMERCIALISTA COME NELLO STATUTO
In meno di 24 ore il Movimento Cinque Stelle si prepara a un’altra giornata farsa.
Ieri, 27 novembre le espulsioni di altri due deputati (Massimo Artini e Paola Pinna), le accuse reciproche su chi rispetta di più le regole (e oggi prende posizione anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin), l’inedito “sit in” di un gruppo di parlamentari e attivisti sotto alla villa del leader, Beppe Grillo, il confronto tesissimo sul pianerottolo della sua casa toscana per chiedere — invano — di rivedere il voto del blog sull’espulsione.
Grillo oggi fa un altro passo, segnando certamente una svolta nella vita del M5s per come lo abbiamo conosciuto finora: sul blog ha messo ai voti (fino alle 19) la nomina di 5 deputati che lo affianchino nella gestione e nel coordinamento del Movimento.
Ovviamente cinque parlamentari chinati ai suoi voleri.
Le figure a cui chiede agli iscritti di potersi affidare sono Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Non definisce il loro ruolo.
Un’agenzia di stampa lo chiama direttorio, un’altra “collegio di garanti“, qualcun altro lo chiama comitato di garanzia.
Quello che si capisce è che insieme a Grillo esamineranno la situazione politica e con lui prenderanno eventuali decisioni urgenti.
Il nuovo organo M5s, ad ogni modo, non prevede la presenza di senatori.
E soprattutto provoca altri scontri interni ai gruppi parlamentari.
Ma sembra anche allargarsi il fronte dei critici.
Non ci sono solo Artini, Patrizia Terzoni, Samuele Segoni e Marco Baldassarre che già facevano parte della delegazione che si è presentata a Bibbona.
Ma si aggiunge, per esempio, Daniele Pesco che fin qui è sempre rimasto fuori dai riflettori (nè “figura di riferimento” nè dissidente): “Se dovesse vincere il SI — annuncia — io mi dimetto. Sono tutti miei cari amici, ma il Movimento 5 Stelle non è questo. non siamo un partito.. l’abbiamo sempre detto. Non abbiamo bisogno di un direttivo”.
La seconda notizia è che il “megafono del Movimento” si dice stanco.
Cita Forrest Gump: “Sono un po’ stanchino” scrive. E quindi pur rimanendo in veste di “garante” chiede alla base di sostenere la sua scelta di affiancarlo con 5 parlamentari che finora sono stati tra i più vicini alle scelte di Grillo in questo anno e mezzo di legislatura.
Terza notizia: tutto questo viene reso noto attraverso un “comunicato politico” (il numero 55).
Era da tempo che non ne veniva pubblicato uno. Più precisamente il numero 54 è datato 26 marzo: non portò benissimo, lanciò il #vinciamonoi per le elezioni europee. Il leader dei Cinque Stelle si dice, con ironia, “stanchino” e quindi da una parte assicura che rimarrà nel ruolo di “garante del M5S”, ma dall’altra propone i 5 deputati, come figure che “grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5s in particolare sul territorio e in Parlamento”. Cosa faranno Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia?
“Queste persone si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del Movimento 5 Stelle”.
Terzoni: “Non ci sto, così diventiamo un partito
Per il momento l’unica che si mette di traverso a questa decisione di Grillo è la deputata Patrizia Terzoni, già contraria nelle ore scorse all’espulsione di Artini e Pinna: “#BeppeQuestaVoltaNonCisto. Ho votato no e spero che tutti gli iscritti al portale votino no. Ma non solo, chiedo a Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Carla Ruocco e Carlo Sibilia di prendere una posizione contro questo comunicato. Se vince il sì diventeremo un partito ed io non voglio far parte di un partito! Le sovrastrutture lasciamole al Pd”.
Critico anche su questa scelta Massimo Artini, espulso ieri da oltre 19mila iscritti: “Un altro chiaro esempio di democrazia! Sono nomi imposti dall’alto, senza consultazione dei gruppi parlamentari e dell’assemblea”dice al Gr1 Rai.
“Che farò? Sono stato eletto in Toscana. Ieri a Livorno ho incontrato tanti attivisti. Ora mi consulterò con i miei elettori e deciderò”, aggiunge. E l’open day di Pizzarotti? “Mi sono iscritto in tempi non sospetti. E’ inutile strumentalizzare. Ci andrò perchè sono molto interessato alla discussione”.
Iannuzzi al capogruppo Cecconi: “Non firmare l’espulsione”
Ma nel frattempo prosegue il dibattito sulle espulsioni di Artini e Pinna. “Di danni a livello umano ne ho visti davvero troppi, indietro non si torna, il dado è tratto!” scrive su facebook la deputata Tatiana Basilio, che è tra quelle che si sono presentate di fronte alla villa di Grillo insieme ad Artini, Baldassarre e altri.
“Chiudo così, stremata, una giornata terminata con un epilogo triste, figlia di un prologo oscuro — ha aggiunto — Tutto quello che ho vissuto, visto, sentito oggi non mi è piaciuto ed ha segnato il mio animo come un marchio a fuoco indelebile sulla mia pelle”.
Il deputato Cristian Iannuzzi invece ha scritto al capogruppo di Montecitorio Andrea Cecconi per chiedergli di non firmare l’espulsione di Artini e Pinna per “l’anomala procedura”, dice, adottata dal blog di Grillo.
“Almeno non prima — si legge nella mail che Iannuzzi ha inviato anche alla vice capogruppo Fabiana Dadone e al presidente “formale” Alessio Villarosa — della prossima assemblea congiunta M5S Camera e Senato, in cui potremo valutare e decidere assieme la legittimità della procedura stessa”.
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