QUANTI AUTOGOL DELLA MELONI A TRIESTE, CRONACA DI UNA GIORNATA DI GAFFE SOVRANISTE
E NELLA LEGA SALVINI SEMPRE PIU’ ISOLATO, SI ASPETTA IL FLOP ELETTORALE, BOSSI ATTACCA, MARONI LAVORA SOTTOTRACCIA, ZAIA ASPETTA IL MOMENTO… E BERLUSCONI SE LA RIDE
Un sabato bestiale per la destra sovranista, sempre più travolta da beghe interne e
leader che tutto sono salvo che statisti con adeguato equilibrio politico.
Cominciamo da Giorgia Meloni che ha celebrato a Trieste la prima giornata del Congresso di partito tracciando le priorità e delineando le proposte di Fdi: programma condiviso, clausola antinciucio e liste pulite.
1) Programma condiviso è un luogo comune: pare evidente che qualsiasi maggioranza, anche quella impegnata nella gestione di un condominio, debba averlo. Se dopo cinque anni di opposizione, a tre mesi dal voto, si deve ancora discutere sul programma siamo proprio alla frutta.
Poi diciamo la verità : del programma ai tre leader del centrodestra non frega una mazza, a loro interessano solo i voti, come anche nel M5S e nel Pd.
Morale: evitiamo di prendere per il culo il prossimo.
2) Clausola antinciucio: qui la novità è data dal fatto che la Meloni non lo limita, come vorrebbe Salvini, solo a una futura intesa Forza Italia-Pd, ma lo estende anche a quella altrettanto reale Lega-M5S, di cui peraltro Giorgia è ben informata e non del tutto estranea fino a poche settimane fa
Ma onestà vorrebbe che si dicesse che una clausola del genere è ridicola, stante l’attuale sistema elettorale dove le coalizioni sono uno specchietto per le allodole e il giorno dopo il voto ogni partito andrà per la sua strada.
Privo di valore giuridico, senza alcun vincolo politico già parlarne è sintomo di debolezza e di scarsa fiducia negli alleati.
Un autogol .
3) Liste pulite: ha ragione la Meloni quando dice che la pulizia spetta ai partiti e non ai magistrati.
Ma allora perchè non ha costretto il suo Musumeci a farla in Sicilia? Che credibilità pensa di avere la Meloni quando nella maggioranza di Musumeci ci sono già quattro indagati e/o arrestati?
E non si dica che erano in altre liste: Ernesto Calogero e Giuseppe Zitelli erano nella lista di “Sarà bellissima” di Musumeci, non altrove.
E se Fdi non condivide la composizione della maggioranza di liste a sostegno di Musumeci perchè ha accettato un assessorato?
Non prendiamoci in giro.
4) Nel corso del suo intervento un’altra gaffe, quando per gettare veleno su Storace e Alemanno ha rimarcato “la strana alleanza tra indipendentisti e sovranisti”.
Ma se la Lega è indipendentista e quindi Storace e Alemanno, neosovranisti, si sono alleati con anti-italiani, che ci fa lei da anni a tenere lo strascico a Salvini?
La frase è rivelatrice della convinzione che il sovranismo della Lega sia solo una finzione, quindi lei si presta ad allearsi con un secessionista travestito, questo è la spiegazione della sua gaffe.
Ma se in Fdi c’e’ chi vorrebbe andare alle elezioni da soli, smarcandosi da Salvini, nella Lega l’insofferenza è ricambiata ed estesa a Berlusconi.
La temperatura politica in via Bellerio è altissima, tanto che in molti parlano di un Salvini fortemente indispettito tanto dalle mosse di Berlusconi tanto dalle ultime uscite della Meloni.
Nella Lega ci sono due minoranze che sono una spina nel fianco del leader.
Quella di Bossi e dell’assessore regionale lombardo Fava contesta la svolta nazionale e torna a rilanciare ogni giorno il verbo della Padania. Però il pericolo vero principale arriva da Roberto Maroni.
Sia sul caso degli skinhead di Como sia sul nome di Gallitelli, il Governatore lombardo ha preso le distanze dalla linea ufficiale della Lega.
E il timore dei salviniani è che il presidente della Lombardia – che comunque ha una strategia differente da quella del Senatùr – lavori per indebolire Salvini .
L’altro Governatore, il veneto Luca Zaia, resta defilato e in attesa. Una sua frase è emblematica e non lascia certo tranquillo Salvini: “tutto sta andando secondo copione e ne vedremo di tutti i colori”.
Da Arcore ovviamente Berlusconi se la ride.
Evviva il centrodestra unito.
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