TRAVAGLIO E GRASSO FANNO A PEZZI LA DIFESA DI SALVINI SULLA GREGORETTI
L’AUTODIFESA E’ UN AUTOGOL E LO INGUAIA ANCORA DI PIU’
Ieri abbiamo raccontato come durante tutta la crisi della Nave Gregoretti e, più in generale,
nell’intero periodo in cui è stato ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha asserito più volte in pubblico che sui naufraghi era lui a decidere. Il fatto che oggi la sua memoria depositata alla Giunta affermi il contrario dimostra più di che pasta sia fatto il personaggio che qualcosa di interessante per giudicare la questione.
Ma il punto più importante è quello che ha sottolineato l’ex presidente del Senato Pietro Grasso in uno status su Facebook: “Per me questa memoria difensiva di Salvini è un boomerang clamoroso! Le carte presentate dimostrano che il Governo non è stato coinvolto nell’assegnazione del Place of safety (Pos) per i migranti nè nella decisione sul loro sbarco, ma soltanto nella ricerca di Paesi disponibili al ricollocamento, una fase che nulla ha a che fare con il reato contestato all’ex Ministro dell’Interno”, scrive l’ex magistrato, che non a caso conosce le leggi.
Il 19 dicembre scorso Grasso aveva parlato anche di un’altra problematica: “Il comandante della Gregoretti dichiarò che a bordo c’erano malati di scabbia e tubercolosi e che in alcun modo lui e il suo equipaggio avrebbero potuto garantire l’incolumità dei naufraghi su una imbarcazione destinata a tutt’altro. Era insomma in pericolo la vita di quelle persone e, sulla loro pelle, il Ministro faceva le prove generali dei pieni poteri a cui ambiva. Ve lo ricordate il Decreto Sicurezza? Quello che Salvini, proprio per non incappare in un altro caso Diciotti, fece approvare per garantirsi l’impunità ? Ecco: nel gestire il caso Gregoretti, l’allora Ministro è andato oltre quanto previsto espressamente dal Decreto. Un record forse frutto dell’ebbrezza dell’estate al Papeete: mentre lui si godeva la spiaggia nello stesso mare e negli stessi giorni della sua vacanza c’erano decine di persone in pericolo”.
Marco Travaglio sul Fatto è ancora più preciso e spiega perchè la difesa di Salvini lo inguaia ancora di più:
Il guaio è che lo studente ripetente non ha ancora capito perchè i giudici vogliono processarlo: infatti, le nove pagine della memoria sono dedicate alla pratica per ricollocare i 131 migranti in Europa e in Vaticano.
Ma l’accusa riguarda il rifiuto da lui opposto per 6 giorni alla Guardia Costiera di indicare un porto sicuro (Pos): su quel diniego, che è il cuore dell’accusa, non scrive una parola. Perchè sa benissimo che per la Gregoretti, diversamente che per la Diciotti, spettava all’Italia indicare il Pos e che i due casi sono molto diversi.
Per quattro motivi.
1) La Diciotti rilevò i naufraghi dopo un’operazione di salvataggio coordinata da Malta, cui spettava l’obbligo del Pos, mentre la Gregoretti ospitava migranti “salvati” in un’operazione tutta italiana.
2) La Diciotti è una nave adibita ai soccorsi in mare, dunque può ospitare decine di persone sotto coperta, mentre la Gregoretti è destinata alla vigilanza sulla pesca e non garantisce un’a d eguata sistemazione, infatti i migranti restarono per quasi una settimana sul ponte, sotto la canicola.
3) Dalla Diciotti furono subito fatti sbarcare dal governo donne e bambini; dalla Gregoretti la gran parte dei minori poterono scendere solo per ordine della Procura minorile.
4) L’attesa della Diciotti in porto (agosto 2018) fu decisa perchè prima Malta sul Pos e poi la Ue sui ricollocamenti facevano le gnorri; quella della Gregoretti (luglio2019) fu decisa quando il meccanismo dei ricollocamenti Ue era oliato e non c’erano più dubbi sulla distribuzione dei migranti.
Di tutto questo, nella memoria smemorata di Salvini, non c’è traccia. Lo studente non si applica o non capisce. Però ha un’attenuante formidabile: prende lezioni da Giulia Bongiorno.
Ma insomma, quando inizia questo processo?
(da “NextQuotidiano”)
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