GREGORETTI: ANCHE I RENZIANI VOTERANNO SI’ AL PROCESSO A SALVINI
LE MAIL SCAGIONANO IL GOVERNO… “UN CASO PIU GRAVE DELLA DICIOTTI, IL SEQUESTRO C’E’ PERCHE’ I MIGRANTI GIA’ SI TROVAVANO SU UNA NAVE MILITARE ITALIANA, QUINDI IN TERRITORIO ITALIANO”
Matteo Salvini si autoassolve nelle nove pagine – quattro per ricostruire i fatti, cinque per negare qualsiasi sua responsabilità , frutto della penna da avvocato penalista di Giulia Bongiorno – depositate ieri presso la Giunta per le immunità del Senato.
Ma, politicamente, l’effetto è quello di un gelo.
Con un risultato: i 17 renziani di palazzo Madama, sul cui voto favorevole faceva conto l’ex ministro dell’Interno, sarebbero intenzionati a esprimersi contro di lui, come hanno fatto per la Diciotti.
Non solo in giunta il 20 gennaio, dove finirebbe con un 13 (un Pd, 3 Iv, 6 M5S, Grasso per Leu, De Falco, l’altoatesino Durnwalder) a 10 (5 Lega, 4 Forza Italia, un Pdl), ma anche in aula un mese dopo dove, come ha già scritto Repubblica il 30 dicembre, Salvini arriverebbe a fatica a 140 voti.
Ancora ieri i renziani non lasciavano dubbi: “La memoria di Salvini non introduce alcun elemento nuovo. Il caso della Gregoretti, dopo il decreto sicurezza bis, è più grave di quello della Diciotti, il sequestro scatta perchè i migranti si trovavano già su una nave militare, quindi in territorio italiano”.
Come dice l’ex grillino Gregorio De Falco, “ci fu collegialità del governo sulla redistribuzione dei migranti, che però è il momento successivo a quello dello sbarco, e di quest’ultimo non c’è traccia”.
Tant’è che Piero Grasso di Leu parla di “difesa suicida” ed evidenzia come “il governo non sia stato coinvolto nell’assegnazione del place of safety e nello sbarco dei migranti, ma solo nella ricerca di paesi disponibili per il ricollocamento”. Una fase che “nulla ha a che fare con il reato contestato a Salvini”.
(da agenzie)
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