“QUELLA TESTA DI CAZZO DOVEVA ANDARE A MILANO”: E’ CROSETTO IL DIRIGENTE PDL CHE INSULTA BERLUSCONI AL TELEFONO
IL GIALLO DELLA CONVERSAZIONE CON BECHIS, VICEDIRETTORE DI “LIBERO”, ALLA FINE CROSETTO AMMETTE: “ERO IO, MA HANNO VIOLATO LA MIA PRIVACY”
«Non mi va di raccontare balle. Non ne sopporto il peso. La telefonata con Bechis è mia».
A tarda sera crolla il mistero sulla fonte che ha passato al vicedirettore di Libero la notizia delle dimissioni imminenti del premier Berlusconi.
È stato Guido Crosetto a passare al giornalista l’informazione poi smentita dallo stesso presidente del Consiglio.
Ma sebbene infondata, la notizia ha monopolizzato l’attenzione del web. Anche per il mistero attorno alla voce palesemente contraffatta dell’audio diffuso da Bechis: «Quella testa di cazzo è andato a Milano, ma entro domani si dimette». Rivelava l’esponente del Pdl: «La mia privacy è stata violata. Era un discorso con un vicedirettore, giornalista che conosco da undici anni», aggiunge il sottosegretario alla Difesa, imbarazzato per il riferimento poco cortese a Berlusconi.
«L’epiteto iniziale è semplicemente un modo magari colorito di parlare tra persone in confidenza da anni, di un terzo amico di cui non condividi in quel momento una decisione e cioè quella di andarsene da Roma. A caldo pensavo fosse più semplice liquidare tutto negando, esclusivamente per non ferire una persona alla quale sono affezionato ed a cui voglio bene, con un termine che mi capita di usare con molti amici, non contestualizzando in un dialogo in libertà . Riflettendo con calma preferisco la verità . Non è mia abitudine mentire e, non voglio iniziare a farlo».
Questo è l’epilogo. Ma la giornata che ha consacrato i social network come un canale primario di comunicazione politica era cominciata molte ore prime.
«Berlusconi si dimette». Alle 10 di lunedì mattina Franco Bechis assapora il brivido dello scoop su twitter.
Sulla rete cominciano i trenini di gioia, come a capodanno.
Ma la doccia fredda per il vasto popolo degli antiberlusconiani è dietro l’angolo.
Tempo due ore, e Berlusconi smentisce via Facebook: «Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento».
Il commentatore di Libero viene bollato come «troll» dai signori del TT, e un paio di deputati di Italia dei Valori e Fli sollevano accuse di aggiotaggio.
Al solo udire la parola dimissioni Piazza Affari è infatti decollata.
Per poi ripiombare all’arrivo della smentita su valori rasoterra.
Bechis, che conosce le regole del mercato, corre subito ai ripari, e pubblica l’audio della telefonata (opportunamente registrata) con una delle sue fonti. La voce è alterata, ma basta rallentare l’audio, ed ecco spuntare il pastoso accento piemontese dell’onorevole Crosetto.
Che dopo qualche smentita di maniera, a tarda notte ammette.
Antonio Castaldo
(da “Il Corriere della Sera“)
Leave a Reply