GLI ENTI INUTILI RESISTONO, ENNESIMO RINVIO DELLA TELENOVELA
DOVEVANO ESSERE SCIOLTI ENTRO IL 31 DICEMBRE, TUTTO RINVIATO A FINE MARZO… RISALE AL 1956 LA PRIMA LEGGE CHE AVREBBE DOVUTO CANCELLARLI… RIGUARDA GLI ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI CON MENO DI 50 DIPENDENTI… CALDEROLI ORA SI ACCORGE CHE MOLTI NON SI POSSONO CHIUDERE
Strutture sopravvissute ad anni, in certi casi a decenni di inconcludenza, ma che continuano a succhiare risorse pubbliche. Parliamo dei cosiddetti Enti inutili che da anni i vari governi cercano di chiudere con apposite norme che poi si rivelano dei bluff o delle promesse senza speranza, per mancanza di approfondimento giuridico.
Era nel programma del precedente Governo Prodi, è stato promesso dal sedicente ministro della Semplificazione Calderoli come un facile colpo di forbici.
La realtà è che gli Enti sono sempre al loro posto, nonostante la prima legge per cancellarli risalga al lontano 1956. Niente da fare, non ci si fa.
A fine novembre scadeva il termine per vagliare la situazione degli enti pubblici non economici con organico sotto le 50 unità e già si sperava che qualcuno chiudesse bottega.
Invece, dopo aver vagliato posizioni e applicato deroghe e prolungato termini, si sono ridotti alla miseria di 9 gli Enti di cui decidere il destino… tanto rumore per nulla, verrebbe da dire.
Poi ci si è resi pure conto che, almeno questi, così inutili evidentemente non sono.
Non è certo inutile la storica Accademia della Crusca, nè il Coni e nemmeno la Lega per la lotta ai tumori. E con loro si salva anche l’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale e la Cassa conguagli trasporti di gas di petrolio liquefatto. Niente abolizione nemmeno per la Cassa Conguaglio settore elettrico, l’Ente teatrale italiano, l’Istituto per l’Africa e l’Oriente, l’Unione ufficiali in congedo. Tutti salvi.
Per gli altri se ne riparla: il prossimo termine è stato dato per il 31 marzo.
Che sia una vicenda tormentata è certo, che su essa qualcuno, mostrando i muscoli e non molto cervello, abbia voluto farsi bello, promettendo colpi di sciabola che poi non ci sono stati, è altrettanto nella prassi ormai consolidata di tanti ministri che sembra partano per il fronte e poi si fermano a Fregene a fare il bagno.
Calderoli aveva incluso le norme nella prima bozza della manovra finanziaria il 25 giugno.
Secondo la norma, gli enti pubblici non economici con meno di 50 dipendenti e che non rientrassero nelle deroghe concesse a ordini professionali, federazioni sportive, enti parco e enti di ricerca sarebbero stati soppressi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge.
Si faceva poi riferimento a 11 enti la cui chiusura era stata già auspicata dal precedente governo Prodi a cui ne erano stati aggiunti altri 3.
I sigilli avrebbero dovuto scattare entro il 31 dicembre, qualora non si fossero rimessi in ordine.
A fine luglio si arriva al provvedimento definitivo.
Sorpresa: veniva posticipato il termine per sopprimere gli enti non economici con meno di 50 assunti, spostato al 20 novembre, mentre per gli altri la scadenza era rinviata a fine marzo 2009. Sparito ogni riferimento poi a quei 14 Enti il cui destino pareva ormai segnato: anche loro finiti nella casistica generale.
Ora tutto ritorna alla valutazione con l’esito dei riordini entro marzo.
In realtà l’errore più grosso è stato quello di accostarsi con faciloneria a questo problema: non tutti gli enti, infatti, sono inutili e quindi sbandierare tagli a destra ed a manca denota solo il cercare consensi a buon mercato.
In secondo luogo molti di questi organismi hanno ancora contenziosi in corso ed è noto che in presenza di cause in corso, anche se non più attivi, gli Enti non possono essere aboliti, ma devono restare aperti fino alla chiusura di tutte le pratiche.
Tenuto conto che secondo la Corte dei Conti i casi di contenzioso sarebbero circa 20.000 e considerati i tempi della giustizia in Italia, anche un semplice studente di giurisprudenza avrebbe capito che nessuno può agitare la bacchetta magica per illudere l’opinione pubblica di “tempi rapidissimi” e di “cesoie che colpiscono”…
Era meglio tagliare qualche auto blu, magari proprio al Ministero della Semplificazione, e si sarebbe ottenuto un risparmio certamente maggiore di quanto monetizzato fino ad oggi dalla virtuale e promessa abolizione degli Enti inutili…
Se poi si fosse abolito anche un Ministero inutile, la politica sarebbe stata ancora più “semplificatrice”.
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