MELONI (CON SALVINI IN DIFFICOLTA’) NON FARA’ QUADRATO
LA MELONI DIFENDE SOLO I SUOI, I SUOI AMICI, I SUOI COGNATI E SE STESSA
Della vicenda politica che sta investendo Matteo Salvini in relazione
alla nuova vicenda giudiziaria che riguarda i suoi parenti ormai acquisiti della famiglia Verdini, padre e figlio, Denis e Tommaso, una cosa sola è certa: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, che pure sono i principali alleati di Salvini e della Lega, si faranno i fatti loro, non prenderanno certo le distanze da Salvini, ma nemmeno prenderanno le sue difese.
Non ci sarà, insomma, nessun comunicato fuori le righe di Palazzo Chigi, come accadde quando vicende giudiziarie toccarono, in quel caso direttamente, esponenti di governo del partito di Meloni, Daniela Santanchè e soprattutto Andrea Delmastro. E, questa volta, non ci sarà nessun ministro di Fratelli d’Italia che griderà al complotto o parlerà di opposizione giudiziaria della magistratura al governo.
Certo, i casi e le vicende sono diversi tra di loro e per ciascuno occorrerà attendere come si concluderà, ma Meloni è fatta così, difende solo i suoi, i suoi amici e i suoi cognati. A quelli degli altri, per quanto alleati, ci devono pensare loro, gli altri.
In questo calcolato atteggiamento di distacco, da parte di Meloni, non c’è solo l’interesse politico derivante dal vedere in difficoltà Salvini, finora suo principale e unico rivale (le opposizioni non paiono essere proprio in grado di metterla in difficoltà, come testimonia anche il fatto che Meloni le ha pure ringraziate per la facilità con la quale le hanno permesso di approvare la legge di bilancio!).
C’è, innanzitutto, che Meloni, anche se si trova oggi alla guida di un governo e di una nazione, è irrimediabilmente settaria, di parte, di una parte sola, la sua, della sua famiglia e del suo partito.
Anche per questa condizione di solitudine politica, credo che abbia sbagliato Matteo Salvini a non rispondere subito positivamente all’invito rivolto dalle opposizioni ad andare a riferire in Parlamento sulla vicenda, che riguarda il suo ministero, delle consulenze e degli appalti Anas che hanno portato alle indagini e agli arresti domiciliari di Tommaso Verdini e altre persone.
Non so quanto Salvini sia abituato alla solitudine politica ma so che l’unico luogo dove deve andare in queste situazioni un ministro è il Parlamento.
Ovviamente Salvini sarebbe dovuto andare, e dovrà comunque andare, in Parlamento a parlare non dei suoi familiari (ci mancherebbe) ma della gestione, presente e passata, del suo ministero e delle società concessionarie interessate.
Per quanto riguarda poi il coinvolgimento di familiari in inchieste è sicuramente un aspetto doloroso della vita di un uomo politico, un fatto che in passato ha dato luogo anche a dimissioni.
Proprio sulla sua vita privata, la stessa Giorgia Meloni ha subito la prova più dura da quando è al governo, dopo la trasmissione di imbarazzanti fuori onda del compagno Andrea Giambruno. E Meloni l’ha risolta facendo al solito la parte della vittima e sbarazzandosi del suo compagno.
Salvini non si deve invece sbarazzare di nessuno, ha una bella famiglia allargata che deve essere rispettata tutta (se solo imparasse lui, Salvini, a rispettare le famiglie degli altri e a non voler imporre agli altri un modello solo di famiglia, quella tradizionale). E suo suocero, Denis Verdini, è uomo intelligente e di mondo, sa che mentre quando era potente tutti, da destra a sinistra, volevano parlare e fare accordi politici con lui, ora che è caduto in disgrazia è diventato per tutti ingombrante. Per questo, Verdini non sarà stato sorpreso del gelo che adesso è provenuto dalle parti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, che pure in passato gli hanno dovuto politicamente tanto. Per un padre, è piuttosto sempre il coinvolgimento e la responsabilità dei figli a preoccupare, non certo le parole di un Tajani qualunque o di un Donzelli qualsiasi.
Salvini, dunque, per una volta faccia il serio e faccia il ministro, e vada in Parlamento. E valuti serenamente, ma con rigore se vi può ancora essere compatibilità tra la sua attività di ministro delle infrastrutture e le attività dei suoi familiari.
(da Huffingtonpost)
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