A BOSSI PAGAVAMO ANCHE CANOTTIERE, MUTANDE, CALZINI E CAMICIE VERDI: 24.286 EURO DI RIMBORSI ELETTORALI DESTINATI ALL’ABBIGLIAMENTO DEL CAPO
LE SPESE ALLEGRE PER IL GUARDAROBA DEL SENATUR: CANOTTIERE A 20 EURO L’UNA, BOXER A 17,50, MAGLIA A 208, CINTURA A 34, GIACCONE A 480, GUANTI A 85, CAMICIA A 90, CAMICIA VERDE A 70, ABITO BLU A 600, PANTALONI A 185… COI SOLDI PUBBLICI PAGATI ANCHE 15.000 EURO DI LEASING PER LA BMW DI RICCARDO BOSSI, 7.462 EURO DI FIORI, 15.000 EURO PER UN VIAGGIO IN LAPPONIA
Le canottiere, simbolo del Senatur, sono in filo di Scozia e costano 20 euro l’una.
Per le camicie “verde Padania”, comprate cinque alla volta, ci vogliono 70 euro.
Poi ci sono gli abiti da 600-700 euro e i pantaloni spezzati da 185 euro al paio. E ancora pigiami, giacconi, maglie, cinture, calze, mutande e tutto quanto serve a vestire il Capo per un totale di 24.286 euro nel periodo 2008-2011.
E poi? Poi è scoppiato lo scandalo del tesoriere Belsito, è arrivata la Finanza in via Bellerio e si è portata via una ventina di scatoloni con tutta la contabilità della Lega Nord.
Si è così scoperto che con i soldi dei contribuenti, il movimento esploso al grido di “Roma ladrona” pagava di tutto: dal guardaroba di Bossi senior alle rate della Bmw X5 del figlio Riccardo, passando per le rate universitarie, le bollette di Sky e i conti del fioraio.
Il primo ostacolo che si trova di fronte l’inchiesta dei pm milanesi è proprio la gran mole dei pagamenti e prelievi in contante che figurano sui conti della Lega presso la Popolare di Lodi, il Banco di Napoli e la Popolare di Novara.
Nel periodo 2008-2011 manca qualsiasi giustificazione di spesa per 1.160.495 euro.
A questa somma va aggiunta quella di 1.460.495 euro che ha spiegazioni generiche (tipo “rimborso spese”) ed è poi è priva di pezze giustificative.
Restano 1,2 milioni di euro che sembrano contabilizzati correttamente, con tanto di scontrini fiscali, fatture varie e rimborsi chilometrici.
In quattro anni è uscita dalla Lega l’enorme cifra di 3.869.430 euro, di cui due terzi circa senza giustificazioni contabili.
Altro mistero su cui sta indagando la G:d.F. : in questi 4 anni le entrate della Lega ammonterebbero a 3,5 milioni di euro, le uscite a 3,8 milioni di euro. Da dove è sortita la differenza?
Decisamente salato il conto del guardaroba di colui che ha sognato di guidare l’immaginifica Padania.
Come per l’Imperatore, hanno pagato i sudditi, attraverso il meccanismo dei rimborsi elettorali.
Il conto dell’ultima stagione di governo arriva a 24.286 euro.
Come si è certi di qeusta cifra?
Perchè mani imprudenti hanno segnato vicino agli scontrini e sul libro giornale della Lega Federale, di volta in volta, la dicitura “Umberto Bossi” e “abbigliamento per Capo”:
E allora, in negozi di MIlano e di Bollate, ecco scontrini da oltre 1.000 euro a botta, con la distinta della quantità e dei prezzi per ogni singolo capo.
Le celebri canottiere sono in filo di Scozia a 20.000 euro l’una (cinque alla volta), le camicie verdi d’ordinanza a 70 euro l’una, i boxer a 17,50 euro, il pigiama a 79 euro, i calzini a 10 euro.
E ancora abiti blu o neri a 600 euro, camicie firmate Canali a 90 euro, pullover da 290 euro, giaccone da 480 euro.
Nelle spese allegre di via Bellerio figurano poi gioielli per 2.200 euro, 15.000 euro per il leasing della Bmw X5 del primogenito Riccardo, 3.400 euro per un anno all’Università Insubria di Varese.
Persino un misterioso viaggio in Lapponia da 15.000 euro di cui si ignora il beneficiario. Non manca una bolletta da 612,70 euro.
E per chi pensava che i leghisti non fossero romantici e galanti, ecco il conto del fiorista da 7.462 euro.
Forse, vista la passione di Belsito per gli investimenti esotici, avrebbe fatto prima a dotarsi di un vivaio di partito.
Francesco Bonazzi
(da “Il Secolo XIX“)
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