AFGHANISTAN, SI E’ DIMESSO IL PRESIDENTE GHANI
TALEBANI: “TRANSIZIONE PACIFICA AVVERRA’ IN POCHI GIORNI”
L’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali
guiderà il governo di transizione dopo che si saranno le dimissioni del presidente Ghani. Lo ha detto il ministro degli Interni dell’Afghanistan all’agenzia di stampa Reuters.
Otto o nove rappresentanti delle delegazioni talebane sono attualmente all’interno del palazzo presidenziale afghano, secondo quanto riferito da una fonte alla Cnn.
Tra loro c’è Anas Haqqani, fratello del vice leader talebano Sirajuddin Haqqani. Un portavoce dei talebani ha chiarito che la transizione di potere avverà quindi pacificamente e «in pochi giorni».
Intanto, il gruppo fondamentalista ha annunciato che la città è circondata. Il principale corrispondente di Skynews Stewart Ramsay, inviato a Kabul, ha riferito che ci sono stati spari nelle strade della capitale e notizie non confermate secondo cui il palazzo presidenziale sarebbe in lockdown.
I talebani hanno assicurato che non useranno la forza e stanno negoziando una transizione di potere. Il leader dei talebani a Doha, in Qatar, ha ordinato ai combattenti di restare alle porte della città, di non usare violenza, di evitare morti e feriti e di consentire di lasciare la città a chiunque voglia farlo.
Intanto l’ufficio stampa del palazzo presidenziale dell’Afghanistan ha negato l’attacco, sostenendo che in alcune zone si sono verificati solo sporadici colpi di pistola. Una delegazione dei talebani sta andando verso il palazzo del governo per trattare una resa pacifica.
Un rappresentante dei talebani ha affermato che ai membri delle forze afgane sarà permesso di tornare nelle loro case e che l’aeroporto e gli ospedali sarebbero stati autorizzati a continuare a funzionare e che le forniture di emergenza non sarebbero state bloccate.
Agli stranieri è stato detto che possono andarsene se lo desiderano, o registrare la loro presenza con gli amministratori talebani. Gli Stati Uniti hanno intensificato le evacuazioni dei membri del personale dell’ambasciata con 5.000 soldati a disposizione per aiutare. Anche l’ambasciata italiana ha iniziato a evacuare il suo personale.
Un aereo militare inviato dalla Farnesina lascerà Kabul questa sera alle 21.30. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha inoltre assicurato che sono stati accelerati i procedimenti per accogliere gli «afghani che hanno collaborato con gli italiani in Afghanistan». A oggi, sono state accolte – ha precisato la ministra – 228 persone. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Palermo.
In queste ore i talebani hanno preso anche il centro del distretto di Bagram e di tutti i suoi dintorni, nella provincia afghana di Parwan, una sessantina di chilometri a Nord di Kabul, sede della grande base aerea che Usa e Nato avevano riconsegnato, all’inizio di luglio, all’esercito afghano: «Armi e attrezzature sono nelle mani dei mujahidin», ha scritto su Twitter il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, aggiungendo che l’avanzata ora si dirige verso il centro i Charikar.
Il 2 luglio le truppe americane e della Nato avevano restituito all’esercito afghano la base aerea di Bagram, per 20 anni centro nevralgico delle operazioni della coalizione a guida americana. Presa anche Mahmud Raqi.
In mattinata i Talebani erano entrati a Jalalabad, capitale della provincia afghana di Nangarhar. Su Twitter sono stati pubblicati foto e video che mostrano gli “studenti di religione” nell’ufficio del governatore e nel quartier generale della polizia.
Il Washington Post scrive che la città si è arresa ai Talebani senza combattere: i capi tribù hanno concluso le trattative con gli insorti per la resa. La conquista di Jalalabad consente ai talebani il controllo delle arterie stradali che collegano l’Afghanistan al Pakistan.
«Ci siamo svegliati questa mattina – ha detto il residente Ahmad Wali ad Afp – con le bandiere bianche dei talebani che sventolavano in tutta la città». Zabihullah Mujahid, il portavoce dei guerriglieri, ha affermato in una serie di tweet che i miliziani hanno preso le sedi delle autorità provinciali e il quartier generale delle forze di sicurezza. Altre due città sono cadute: Ghani Khel e Surkhrud, anch’esse nella provincia di Nangarhar. In tutti e tre i centri i guerriglieri, afferma il loro portavoce, non hanno incontrato resistenza.
Ieri il signore della guerra afghano Abdur Rashid Dostum e Ata Muhammad Noor, leader di Jamiat-e Islami, entrambi nemici giurati dei Talebani che avrebbero dovuto difendere la città settentrionale di Mazar-i-Sharif, caduta oggi nelle mani degli insorti, sono fuggiti dall’Afghanistan e si trovano ora in un luogo sicuro: lo scrive lo stesso Noor sul proprio account Twitter.
Il leader scrive che per un complotto vile le armi e gli altri equipaggiamenti della sua milizia e dell’esercito sono stati consegnati ai talebani: «Avevano orchestrato il piano per intrappolare il Maresciallo Dostum e me. ma non ha funzionato». Nel messaggio si dice che loro due e altri membri della leadership della provincia di Balkh, di cui Mazar-i-Sharif è il capoluogo, si trovano in un posto sicuro.
(da agenzie)
Leave a Reply