AI SENZATETTO AL GELO CANNELLONI E LASAGNE LI PORTANO DYBALA E ITURBE: “LO FACCIO SPESSO, QUANDO NON MI VEDE NESSUNO”
I DUE CAMPIONI INSIEME A TORINO PER AIUTARE CHI VIVE AL FREDDO E IN POVERTA’… “MIA MADRE MI HA INSEGNATO AD AIUTARE I POVERI”… I POLITICI ITALIANI DEVONO AVER AVUTO MADRI DIVERSE
Cannelloni, lasagne, panini. Il tè caldo. La preghiera ai Santi Martiri e la cena nelle vaschette, cucinata
prima di partire.
Alla Comunità di Sant’Egidio, tutto sommato, è una serata normale. I volontari restano concentrati: dai senzatetto bisogna arrivare presto, prima che vadano a dormire.
Sarà un giro come gli altri, come ogni settimana, come quelli che organizzano decine di associazioni in Italia. S
oltanto una foto ricordo alla fine: nel gruppo, stavolta, ci sono Paulo Dybala e Juan Manuel Iturbe.
La stella bianconera, l’ultimo colpo granata. Iturbe è appena sbarcato a Torino, ma si sa: quei due sono amici da un pezzo. E stavolta giocano insieme: contro il freddo, contro la povertà , contro l’imbarazzo di una fotografia.
Si presentano incappucciati, irriconoscibili: «Niente camera!».
Poi lentamente mollano i freni, si riesce a strappare uno scatto: «Può servire di esempio ai bambini e a tanti adulti che ci seguono — ammette Dybala – alla gente che passa sempre per strada e guarda queste persone ma non si ferma».
I calciatori portano le coperte, le borse con il cibo, salutano e offrono da mangiare ad una decina di senzatetto.
La Comunità sa dove trovarli: conoscono ogni barbone per nome, ogni storia. I giocatori guardano, ascoltano, chiedono.
Dybala sa come si mette una coperta a un anziano che dorme per terra. Iturbe sa avvicinarsi discreto a quella signora che ha fame. Certe cose non si improvvisano.
«Lo faccio spesso, quando non mi vede nessuno», racconta il granata.
«Mia madre mi ha insegnato ad aiutare i poveri — prosegue lo juventino — ho iniziato quando sono arrivato in Italia, a Palermo, quando non mi conosceva nessuno. Lo faccio anche adesso a Torino: esco e porto un pezzo di cioccolato, quello che ho in casa, vado con la mia fidanzata o con gli amici».
Per l’occasione è venuto con una bella squadra: «Noi argentini siamo così: dobbiamo sempre essere in compagnia».
I ragazzi sorridono, contenti: dopo il primo incontro — un signore allegro che abbraccia i “suoi” volontari — il clima si scioglie.
Fa freddo, un po’ meno: a Roma, Brescia, Genova, Milano e Torino la Croce Rossa e varie onlus locali stanno distribuendo migliaia di plaid donati da aziende e cittadini. Una campagna nata in sette giorni, dall’idea di un gruppo di amici diventata virale su Facebook: «Si gela, servono coperte, ci aiutate?».
È la solidarietà 2.0: fare in fretta, fare qualcosa (basta poco e ognuno può trovare la sua misura), fare e passare parola, a costo di rinunciare all’anonimato.
Perchè il bene è semplice: conta soltanto fare.
In più di un’ora nessun barbone riconosce la Joya e Iturbe. Tutti li ringraziano: per quella carezza, quel piatto caldo, quel tempo insieme.
Lucia Caretti
(da “La Stampa”)
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