ALBERTO TRENTINI, IL COOPERANTE ITALIANO ARRESTATO IN VENEZUELA A NOVEMBRE, HA CHIAMATO A CASA: “CIAO MAMMA, SONO ALBERTO, SONO VIVO. PAPÀ STA BENE?”
LA CHIAMATA È DURATA GIUSTO QUALCHE MINUTO: IL 45ENNE HA RASSICURATO I GENITORI, MA HA DETTO DI ESSERE STREMATO DALLA CARCERAZIONE
«Ciao mamma, sono Alberto, sono vivo. Papà, sta bene?». È cominciata così la telefonata a casa di Alberto Trentini, il cooperante italiano arrestato in Venezuela il 15 novembre scorso senza alcuna reale ragione, e che da allora è detenuto a El Rodeo, una prigione dei servizi di Caracas.
Trentini aveva chiamato casa in questi quasi nove mesi, soltanto una volta, nel maggio scorso. Da allora il silenzio totale, tanto che si temeva per la sua vita e il suo stato di salute. La telefonata di ieri, seppur di pochi minuti, è stata quindi una grande sorpresa e boccata d’ossigeno per la famiglia, seppur nella disperazione di una lontananza forzata: Trentini è usato, di fatto, come merce di scambio politico tra il governo venezuelano e quello italiano.
Che, non a caso, in questi mesi, sta cercando di compiere alcuni sforzi nel riconoscere l’esecutivo guidato da Maduro. «A nome del governo italiano, esprimo sollievo per la telefonata di Alberto ai suoi familiari» ha detto ieri il vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. «Speriamo però che si giunga preso alla scarcerazione».
Tradotto dal diplomatichese, significa che l’Italia spera che si stia realmente muovendo qualcosa e che possa portare nel giro di poche settimane alla liberazione del nostro connazionale. Il dossier è seguito direttamente dal sottosegretario alla presidenza
Alfredo Mantovano. E da tutta la Farnesina, a partire dal ministro Antonio Tajani. Che, non a caso, proprio ieri ha nominato un inviato speciale per i detenuti italiani in Venezula: si tratta del direttore generale per gli italiani nel mondo, Luigi Vignali
Trentini è in discrete condizioni di salute, gli vengono dati i farmaci di cui ha bisogno, ma [è stremato dalle condizioni in cui i detenuti sono costretti a vivere a El Rodeo e dice di non avere più le forze per resistere.
«Pur nella costante angoscia siamo sollevati per aver potuto sentire, per pochi minuti, la voce di Alberto ed esprimiamo gratitudine nei confronti delle istituzioni […]. Speriamo di poterlo riabbracciare presto a casa» ha detto la mamma di Alberto, Armanda, insieme con l’avvocato Alessandra Ballerini.
(da agenzie)
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