ALTRA LITE SULL’EUROPA: DI MAIO RASSICURA BRUXELLES, SALVINI RILANCIA SU CONTI E SBARCHI
DISTANTI SUI TEMI UE TRA MONITI DI DRAGHI E TIMORI DI JUNCKER
Proprio mentre dal convegno fiorentino ‘State of the Union’ Jean Claude Juncker e Antonio Tajani esprimono le preoccupazioni europee su un governo dei “populismi” in Italia e Mario Draghi rilancia il tema dei valori europei e delle riforme, a Roma Luigi Di Maio e Matteo Salvini si incontrano ancora, alla ricerca di un’intesa di governo.
E, proprio sull’Europa, ancora non ci siamo. Anzi: c’è l’Ue tra il leader pentastellato e il leader leghista, quasi un terzo incomodo che spinge il primo a produrre rassicurazioni, mentre il secondo ci sta scomodo nella parte di chi per andare al governo deve rassicurare le Cancellerie.
E infatti dopo il faccia a faccia, partono due note separate: una del Movimento, una della Lega.
E se Di Maio rassicura sul rispetto delle regole sul deficit, Salvini tace su questo e rilancia contro gli sbarchi e per l’aumento delle espulsioni “per difendere l’Italia in Europa”.
Un linguaggio diverso che colpisce, visto che separa i due contraenti del nuovo patto di governo giallo-verde.
Evidentemente divisi per toni e giudizi sul nascere della nuova alleanza. Dopo l’incontro tra Salvini e Di Maio negli uffici del leader pentastellato alla Camera, i luogotenenti del M5s sono solerti a spiegare che con l’Ue il nuovo esecutivo “procederà con garbo” e approccio “razionale, ragionevole”.
E ancora: non ci saranno forzature sul deficit, l’obiettivo iniziale è di rispettare i target, ogni eventuale necessità di sforare verrà discussa con gli altri partner europei.
Un approccio che, in quanto a cautela, supera addirittura il linguaggio del Matteo Renzi prima maniera, quello del 2014, quello della lingua biforcuta contro i burocrati europei.
E’ l’approccio moderato scelto da Di Maio anche sui bombardamenti di Trump in Siria a metà aprile: allora, si faceva fatica a vedere delle differenze tra la posizione dei pentastellati e quella del governo Gentiloni.
Mentre già allora Salvini giocò a distinguersi, criticando le bombe americane, spezzando più di una lancia a favore di Putin, facendo spiegare poi ai suoi in aula che non è in discussione l’adesione dell’Italia alla Nato, ma l’attacco a stelle e strisce su Damasco, sostenuto da Londra e Parigi, non si può definire iniziativa dell’Alleanza ma di soli tre paesi.
Ora sull’Ue ci sono le avvisaglie delle stesse fratture.
Di Maio non abbandona l’approccio moderato che lo ha contraddistinto dall’inizio di questa crisi politica, lo stesso approccio che all’uscita del primo giro di consultazioni al Quirinale lo portò a chiarire davanti alle telecamere: “Restiamo nel Patto Atlantico, nell’Unione Europea e monetaria”.
E’ il taglio che si è scelto per facilitare l’approdo a Palazzo Chigi.
Salvini non lo contesta esplicitamente, perchè non vuole mandare all’aria la trattativa di governo, ma certo tra i suoi girano tanti interrogativi sulla possibilità , da qui alle europee dell’anno prossimo, di mettere su una campagna elettorale con le parole d’ordine della Lega e dei suoi alleati: da Marine Le Pen a Nigel Farage e tutti i movimenti sovranisti dell’est Europa.
Un bel problema, soprattutto dopo il monito di ieri di Sergio Mattarella, l’arbitro che dovrà dare l’ok alla proposta di governo giallo-verde, quando arriverà .
Dall’Ue in effetti si intensificano le preoccupazioni, a rimorchio degli avvertimenti espressi ieri dal presidente della Repubblica Mattarella contro i sovranismi e i populismi.
In Europa “tutti guardano con grande attenzione a quello che succede in Italia — dice da Firenze il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani – l’Italia è un Paese fondamentale” in Europa ma che ha i problemi di un “altissimo debito pubblico e di un’altissima disoccupazione giovanile”.
E dopo la Brexit servirà un ruolo più importante per Italia e Spagna: “Questa sarà la sfida per il nuovo governo…”. Quanto a Forza Italia: “Se c’è qualcuno che vuole fare il governo nell’interesse dell’Italia lo faccia, altrimenti si sarebbe dovuti andare alle elezioni anticipate il 22 luglio, ma il mio partito non sostiene questo governo”. Chiaro.
Del resto anche ieri a Montecitorio, l’assegnazione del premio Guido Carli alla presenza — tra gli altri – di Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Beatrice Lorenzin, Maria Elena Boschi, è stata occasione per Letta per sottolineare l’importanza degli impegni europei per l’Italia, l’impegno di Guido Carli, allora ministro del Tesoro del governo Andreotti, che “firmando il Trattato di Maastricht fece gli interessi dell’Italia”. Insomma, vincoli Ue come binario da seguire per limitare le tendenze del Belpaese allo sforamento.
“Populisti e nazionalisti hanno avuto materia per alimentare i loro sentimenti e aumentare il distacco dagli altri” a causa della crisi migratoria, dice da Firenze il presidente della Commissione Ue Juncker. Così la “solidarietà si sfilaccia e si perde poco a poco” e i Paesi del Nord Europa, per indicare quelli del Sud che affrontano il flusso dei profughi, hanno “riscoperto un’espressione che detesto: il club del Mediterraneo”. Invece “la solidarietà fa parte del patto fondativo dell’Europa”.
A Firenze c’è anche Mario Draghi che non si sbilancia nelle preoccupazioni sull’Italia ma rilancia sulla necessità di trovare l’antidoto ai populismi: proseguendo con le riforme dell’Ue. “Tre quarti dei cittadini dell’Eurozona ora sono a favore della moneta unica – dice il governatore della Bce – I cittadini europei si aspettano che l’euro dia la stabilità e la prosperità promesse”, “è nostro dovere, come autorità , ricambiare la loro fiducia”.
La cappa europea pesa sul dialogo tra Salvini e Di Maio. Basti vedere, per dire, la risposta di un deputato leghista, il pugliese Rossano Sasso, all’invito inviato da Emma Bonino a tutti i parlamentari. Oggetto: una raccolta di firme per con l’Ice (Iniziativa dei cittadini europei) sui temi della solidarietà e dell’immigrazione.
(da “Huffingtonpost”)
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