ARRIVANO I FORCAIOLI, FDI INSORGE PERCHE’ CESARE BATTISTI NON E’ PIU’ SOTTOPOSTO AL REGIME DI “MASSIMA SICUREZZA”
LO PREVEDONO LE NORME, QUALCUNO ACCECATO DALL’ODIO FA FINTA DI NON CONOSCERLE
Il regime di carcerazione di Cesare Battisti è stato declassificato da alta sicurezza a comune. Il provvedimento dell’amministrazione penitenziaria, secondo quanto si apprende dall’Ansa, è stato notificato nei giorni scorsi direttamente all’ex terrorista nel carcere di Ferrara, dove si trova da giugno 2021.
L’ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo), che da tempo sollecitava il provvedimento, al fine di «scontare la pena positivamente e costruttivamente», potrebbe essere trasferito nel carcere di Parma, ma attualmente si trova ancora a Ferrara.
Contro la declassificazione del suo regime carcerario è subito insorto Fratelli d’Italia che, ancor prima che venisse confermato il provvedimento, ha annunciato un’interrogazione parlamentare: «Sarebbe semplicemente inaccettabile. Inaccettabile per le vittime dei suoi reati. Inaccettabile per le modalità assunte. Battisti è e deve rimanere a Ferrara in regime di alta sicurezza come spetta ai terroristi come lui. Il suo trasferimento in regime comune a Parma va bloccato come la declassificazione del suo regime detentivo», ha dichiarato alla Camera il deputato FdI Galeazzo Bignami.
«Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione immediata e fin da subito verificherà cosa sta facendo il Dap proprio ora, a pochi giorni dal cambio di governo, e perché sarebbe stata assunta questa decisione gravissima», ha aggiunto.
La risposta del garante dell’Emilia-Romagna
Alla polemica sollevata da Bignami ha subito risposto il garante regionale delle persone sottoposte a misure limitative o restrittive della libertà dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri: «Per giudicare questi provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammettere di non conoscerle», ha commentato all’Ansa. «Questa persona (Battisti, ndr) ha seguito l’iter normativo in modo corretto, l’amministrazione penitenziaria ha riconosciuto quello che non poteva non riconoscergli. Declassificazione non significa che l’amministrazione penitenziaria cancella il fatto che ha fatto reati terroristici, ma è una questione gestionale e logistica. Non incide sul tipo di condanna che ha avuto. Vuol dire che diventa un detenuto comune», ha aggiunto.
(da agenzie)
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