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ASSAD SI GODRÀ UN ESILIO DORATO A MOSCA, NELLA CAPITALE RUSSA GLI ASSAD POSSIEDONO UNA VENTINA DI APPARTAMENTI DEL VALORE DI 40 MILIONI

IL DIPARTIMENTO DI STATO USA STIMA LA RICCHEZZA DEL DITTATORE IN 2 MILIARDI DI DOLLARI, PARCHEGGIATI IN CONTI CORRENTI E SOCIETÀ OFFSHORE IN PARADISI FISCALI … NELLE CASSE DI ASSAD FINIREBBERO ANCHE I RICCHI PROVENTI DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI CAPTAGON, UN’ANFETAMINA ILLEGALE

Un tempo i leader dei Partiti comunisti stranieri in esilio a Mosca vivevano tutti insieme all’hotel Lux, in pieno centro sulla Ulitsa Tverskaja, a poche centinaia di metri dal Cremlino. Adesso gli ex potenti, “amici” deposti dell’ex Paese dei Soviet, si godono la pensione a Barvikha, borgo residenziale alle porte della capitale russa. Già 12 anni fa, quando il suo potere vacillava – prima dell’intervento militare in suo soccorso di Putin nel 2015 – correva voce che Assad avrebbe trovato rifugio a Mosca.
Del resto nell’esclusiva Barvikha c’è tutto quello che può piacere a sua moglie Asma a incominciare dai negozi extra-lusso e super selezionati. E uno dei loro tre figli ha pure discusso all’università Mgu, una quindicina di giorni fa, una tesi di dottorato in matematica. La Russia sembra proprio essere nel destino della famiglia al-Assad. Il capostipite, Hafiz, da giovane, fu addestrato dalle Forze armate sovietiche e diventò un fedelissimo del Cremlino a partire dal 1971, quando, con un golpe, diventò presidente della Siria.
Da allora Mosca ha impostato la sua strategia geopolitica in Medio Oriente proprio sulle relazioni privilegiate con questa famiglia. Ecco perché Putin non poteva permettersi di lasciare nelle mani dei ribelli siriani un alleato del genere. Il boomerang, innescato da una tale scelta a livello internazionale, sarebbe stato troppo pericoloso.
Bashar al-Assad e la sua famiglia hanno ottenuto dalla Russia “asilo politico” in modo che potranno godere di protezione ed avere una vita tranquilla. Lo stesso accadde nel 2014 all’allora presidente ucraino Viktor Janukovich, in fuga da Kiev, dopo la vittoria dell’EuroMajdan e a membri del suo Esecutivo come l’ex premier Nikolaj Azarov.
A Barvikha Janukovich si ritrovò come vicini i familiari dell’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, morto nel 2006 in un carcere in Olanda, dove era giudicato dal Tribunale del L’Aja per crimini contro l’umanità. In precedenza sua moglie, Mira Markovic, suo figlio Marko e il fratello Borislav si erano trasferiti a Mosca.Una uguale sorte da esiliato nella capitale russa l’ha avuta il presidente del Kirghizistan Askar Akayev, deposto nel 2005 dalla “rivoluzione dei tulipani”, noto per i suoi studi accademici.
Dopo il crollo del Muro di Berlino, nel novembre 1989, il leader storico della DDR (che, però, aveva già lasciato il potere) Erich Honecker e sua moglie Margot volarono in Urss per evitare di finire sotto processo nella Germania unita. Ma, dopo il crollo della superpotenza comunista nel 1991, il primo presidente democratico russo post sovietico, Boris Eltsin, li consegnò alla giustizia tedesca.
Dopo il passaggio della presidenza siriana tra padre e figlio nel 2000 per la morte di Hafiz, l’Occidente aveva posto speranze di democratizzazione del Paese arabo in Bashar, di professione oftalmologo, con lunghi studi in Gran Bretagna. Proprio a Londra aveva conosciuto sua moglie Asma, che è ancora cittadina britannica e si è laureata al King’s college in Informatica e Letteratura francese.
A lungo ammalata di tumore e poi di leucemia, la consorte di Bashar è stata descritta come una persona che vive una vita nel lusso più sfrenato ed è abituata a spendere centinaia di migliaia di dollari in mobili e in vestiti. Dopo lo scoppio della guerra civile la donna ha speso in acquisti online in negozi e boutique di Chelsea vere fortune.
I gioielli sono la sua passione. Il Dipartimento di Stato americano stima la ricchezza degli al-Assad in 2 miliardi di dollari, parcheggiati in numerosi conti correnti, società di favore, offshore in paradisi fiscali. A Mosca, ad esempio, la famiglia possiede una ventina di appartamenti – alcuni nel distretto finanziario della capitale – del valore di 36 milioni di euro. Loro parenti hanno rilevanti investimenti nel settore immobiliare.
Qualcuno sui social ha provato a spacciare fotografie d’archivio scattate nel 2013 in un ospedale siriano come le prime immagini dell’arrivo di Bashar al-Assad e della moglie Asma a Mosca. Il solito tiro mancino.
Al momento l’unica traccia dei due coniugi oramai esuli in Russia è la traiettoria radar dell’aereo che domenica sera li ha portati dalla base di Hmeimim a un aeroporto di Mosca. Interrogato più volte, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov si è rifiutato di fornire dettagli. «Non ho nulla da dire sull’andirivieni del presidente Assad». Non ha neppure confermato che il presidente Vladimir Putin gli abbia concesso asilo.
Ma nessuno dubita. «Gli troveranno una dacia alle porte di Mosca», è certo il politologo russo-israeliano Vladimir Khanin. C’è anche chi ha ricordato che, stando a un’inchiesta del 2019 di “Global Witness”, i Makhlouf, cugini di Assad, possiederebbero 19 appartamenti da 40 milioni di dollari in due grattacieli della City di Mosca. Dove alloggerà il clan Assad, però, poco importa.
Quello che conta per il Cremlino è salvare la reputazione di alleato affidabile che Putin si era guadagnato con l’intervento in Siria del 2015. «La Russia non tradisce i suoi amici in difficoltà», rivendica il diplomatico Mikhail Uljanov.
Tutta la propaganda di Stato si affanna a limitare il danno d’immagine, spiegando che il regime siriano era oramai spacciato. «Non potevamo essere più patrioti della Siria che il compagno Assad», sbotta l’opinionista politico Andrej Medvedev. «Il tentativo di mantenere Assad al potere sarebbe comunque stato destinato al fallimento», sostiene il politologo Fjodor Lukjanov.
Molti osservatori, però, non nascondono i loro timori per il destino delle due basi in Siria, avamposti strategici per la presenza russa nel Mediterraneo e in Africa: lo scalo aereo di Khmeimim, vicino a Latakia, e il porto di Tartus, unico porto russo in acque calde. «È prematuro parlarne.
Sarà oggetto di discussione con chi sarà al potere in Siria», ha detto Peskov assicurando che la Russia sta facendo «tutto il possibile e il necessario per stabilire un contatto con coloro che possono essere responsabili della sicurezza».
Ma perché il dittatore siriano si sarebbe gettato tra le braccia del Cremlino? Le ragioni possono essere molteplici. Innanzitutto perché è stato l’intervento militare del regime di Vladimir Putin a tenere in piedi fino a ieri il suo regime, rinnovando un asse tra Mosca e Damasco che risale all’epoca sovietica. E che ai tempi della Guerra Fredda vedeva la Siria in pugno del padre di Bashar al-Assad, Hafez.
La Russia è stata sempre vicina al regime di Damasco. Ed è forse per questo che – stando a un’inchiesta pubblicata cinque anni fa dal Financial Times – alcuni parenti di Bashar al-Assad, tra cui alcuni cugini, avrebbero investito sul mattone a Mosca, acquistando almeno 18 appartamenti di lusso in due grattacieli per un valore di circa 40 milioni di dollari.
Difficile dire quanto denaro o quante proprietà abbia l’ormai ex dittatore Assad (o a quanto ne avesse prima di perdere il potere). «Le stime basate su informazioni open source pongono generalmente il patrimonio netto della famiglia Assad tra uno e due miliardi di dollari, ma si tratta di una stima inesatta che il Dipartimento non è in grado di corroborare in modo indipendente», affermavano un paio d’anni fa gli Usa in un rapporto citato dall’Ansa.
Ma secondo alcune inchieste giornalistiche, ad aiutare Bashar al-Assad a rimanere al potere non sarebbero stati solo Russia e Iran, ma anche «un’industria illegale della droga gestita da potenti soci e parenti del presidente» e «diventata un’operazione multimiliardaria»: un traffico internazionale basato principalmente sul captagon, un’anfetamina illegale. E che secondo il New York Times era in «gran parte supervisionato dalla quarta divisione corazzata dell’esercito siriano: un’unità d’élite comandata da Maher al-Assad, fratello minore del presidente e uno degli uomini più potenti della Siria».
(da agenzie)

This entry was posted on martedì, Dicembre 10th, 2024 at 20:37 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

« NEL MATTATOIO DI ASSAD: CON LA CADUTA DEL REGIME, I RIBELLI HANNO APERTO LE PORTE DEL CARCERE DI SEDNAYA, VICINO DAMASCO, DOVE PER QUATTRO DECENNI LA FAMIGLIA ASSAD HA IMPRIGIONATO, SEVIZIATO E UCCISO GLI OPPOSITORI
QUANTO ROSICA SALVINI: ERA L’UNICO CHE CELEBRAVA TRUMP, MENTRE LA DUCETTA FACEVA LA SMORFIOSA CON BIDEN, ED ORA È COSTRETTO A SUBIRE IL CAMALEONTISMO SENZA LIMITISMO DELLA MELONA CHE SI SCAPICOLLA A PARIGI A BACIARE IL CIUFFO TRUMPIANO »

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