ASSOCIAZIONI CONSUMATORI … L’ANTI-STATO CHE PRENDE 47 MILIONI DI EURO DALLO STATO
LA TUTELA DEI CONSUMATORI GESTITA DA ASSOCIAZIONI LEGATE A PARTITI E SINDACATI… FINANZIAMENTI A PIOGGIA DAL 2003 …PRENDONO SOLDI DALLO STATO E DOVREBBERO CONTROLLARE POSTE, ACQUA, FERROVIE, GESTIONE RIFIUTI E ALTRI ORGANI DELLO STATO…PERSINO IL NUMERO VERDE E’ A PAGAMENTO ( 1,80 EURO AL MINUTO)
Esiste un’altra Casta nel nostro Paese, non bastavano quelle già esistenti, dalla politica alla magistratura, dai giornalisti agli affari: ora abbiamo anche quella delle associazioni a tutela del consumatore, sì proprio quelle agguerrite, specializzate, pronte a fare causa contro tutti e tutte per difendere il cittadino che si barcamena tra beni e servizi. Associazioni che non guardano in faccia nessuno, tranne che lo Stato, perchè da Roma esse sono massicciamente finanziate. Ecco i dati: dal 2003 ad oggi sono stati 47,7 milioni di euro i contributi erogati dallo Stato alle associazioni dei consumatori, alle quali va circa il 50% del ricavato delle multe dell’Antitrust. Le società sbagliano, l’Authority le punisce e quei soldi vanno in parte alle Associazioni, ovvero a quelle sigle che dal 1998 fanno parte del Cncu (Consiglio nazionale dei consumatori e utenti, che ha sede presso il Ministero dello Sviluppo Economico).
Secondo una ricerca del Sole 24 ore, fino all’80% dei bilanci delle associazioni sono garantiti dal denaro pubblico: ma se i soldi li prendono dallo Stato, come faranno a fare azioni e operazioni contro tutto quello che lo Stato controlla, come Poste, servizi idrici, ferrovie, smaltimento e gestione rifiuti?
Le associazioni ribattono che i soldi pubblici servono a finanziare progetti mirati e vincolanti. Siamo andati a vedere i progetti presentati nel 2005 per avere un’idea. Ne abbiamo trovati 27 e tutti con lo stesso contributo standard: 500mila euro.
Non ci deve essere una grande comunicazione tra le varie associazioni, visto che ben tre prendono un miliardo delle vecchie lire per lo stesso progetto, la lettura delle etichette… Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha dichiarato all’Espresso che “stare nel Cncu non serve a nulla. E’ una scatola per dare soldi. E per fortuna li dà ”.
I consumatori insegnano a non fidarsi di nessuno, forse sarebbe meglio dire a questo punto neanche di loro. Chi parla di 300mila iscritti alle varie associazioni, chi di 100mila, molti presidenti ammettono che “ gran parte degli iscritti sono falsi”… andiamo bene.
Passando agli intrecci con la politica, risulta evidente che molte sigle sono nate e cresciute sotto un ombrello protettivo. Federconsumatori è legata alla Cgil, Adiconsum e Adoc rispettivamente alla Cisl e alla Uil, il Movimento consumatori all’Arci, la Lega consumatori alle Acli. Elio Lannutti, presidente di Adusfeb è senatore dell’Italia dei valori. Di area centrodestra invece la “Casa del consumatore”, presieduta da Fede Pellone, ex consigliere regionale di Forza Italia.
Era collaboratore di Livia Turco invece Stefano Inglese, ex presidente dei tribunali dei diritti del malato e legato a Cittadinanzattiva, mentre Donatella Poretti dell’Aduc è deputata della Rosa nel Pugno. Infine Mara Colla, presidente di Confconsumatori, è stata eletta nelle file dell’Ulivo. Tanto per sottolineare l’indipendenza di tali associazioni…
Un caso a parte riguarda Carlo Rienzi, presidente del Codacons, finito sul “Catalogo dei Viventi” di Giorgio dell’Arti con un ritratto emblematico “ Rienzi ha denunciato il ministero delle Comunicazioni per lo scandalo dei telefoni erotici, la Sisal per il gioco d’azzardo, i vigili che non multano i ragazzi senza casco. E’ arrivato ad autodenunciarsi all’ordine degli avvocati “per far pagare ai miei clienti meno della tariffa minima”. Poi si legge che nel 2005 ha denunciato un reddito di 303mila euro, non male per un avvocato che si farebbe pagare con il minimo dei minimi.
Concludiamo col numero verde del Codacons, uno pensa sarà gratis… se chiamate da rete fissa cade la linea. Si può chiamare solo da un cellulare…risponde la voce registrata di Rienzi che ti intrattiene con le promesse di 500 euro di rimborso se il tuo reddito è stato pubblicato on line. Vuoi parlare con una voce umana e presente? Schiacci il tasto 1 e non ti considera nessuno, alla fine di dicono che devi fare un altro numero verde per sottoporre il tuo caso, 892.007. Il numero però si paga e caro: 1,80 euro al minuto da rete fissa, 2,57 euro al minuto da cellulare, più 12 o 30 centesimi alla risposta. Una forma di autofinanziamento, sostiene Rienzi. Peccato che secondo il Sole 24 ore, il 43% delle entrate del Codacons siano soldi versati direttamente dallo Stato e non certo briciole.
Una domanda sorge spontanea a questo punto: se le associazioni dei consumatori tutelano i cittadini nei loro consumi, chi tutela gli Italiani dalle associazioni dei consumatori?
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