BAMBOLE, DELLA SPENDING REVIEW NON C’E’ PIU’ UNA LIRA
IN 5 ANNI OPERATI GIA’ TAGLI PER 32 MILIARDI UTILIZZATI PER FAR QUADRARE I CONTI… CHI PENSA ANCORA DI MUNGERE QUATTRINI TAGLIANDO SERVIZI VI RACCONTA DELLE BALLE
32 miliardi di risorse nella spesa pubblica tagliate dalla spending review in cinque anni, ovvero nel periodo 2014-2018.
Ma, racconta oggi il Sole 24 Ore che fa i conti in tasca a Carlo Cottarelli e a Yoram Gutgeld, quasi tutti i risparmi sono stati utilizzati per coprire misure espansive come il bonus degli 80 euro e quelle sul lavoro o come concorso indiretto alla riduzione del deficit. .
Introdotta in Italia nel 2007 dall’allora ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, la spending review è tornata d’attualità a partire dal 2012 con il governo Monti e ha raggiunto il suo apice nel periodo che è andato dal 2014 al 2018.
A partire dal 2015 però ogni risorsa è stata successivamente impiegata in una serie di provvedimenti, in primis per far quadrare i conti della Legge di Stabilità negli ultimi tre anni.
L’ultima relazione presentata nell’estate del 2017 dal commissario Gutgeld sottolinea che «la revisione della spesa ha creato circa due terzi delle risorse messe a disposizione per il conseguimento di tre importanti obiettivi: il risanamento dei conti pubblici; la riduzione della pressione fiscale; il finanziamento dei servizi pubblici essenziali».
Su quest’ultimo versante è stato indirizzato il grosso delle risorse recuperate con la spending: 12,7 miliardi per prestazioni previdenziali e assistenziali.
Fino al 2017 altri 3,7 miliardi sono stati destinati alla sanità , 3,4 miliardi sono stati inquadrati come spesa per migranti, tre miliardi hanno preso la via della scuola e un miliardo quella della sicurezza.
Il piatto dei conti quindi piange, considerando che il MoVimento 5 Stelle in più occasioni ha indicato la spending review come una delle risorse per trovare le coperture delle mirabolanti spese previste dai programmi elettorali e dal contratto con la Lega.
(da “NextQuotidiano”)
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