“BASTA GIOCARE SULLA MIA PELLE”, ALLARME MEDIASET, BERLUSCONI STRAPPA CON I FALCHI
SUPERVERTICE CON I FIGLI E CONFALONIERI: “QUA FINISCE MALE”
È stato un parto laborioso benchè la nota di Silvio Berlusconi sia relativamente breve.
Ma è stata dettata soprattutto da una serie di preoccupazioni che gli sono state rappresentate con un’energia insolita dall’inner circle costituito dai figli e dagli amici più stretti, come Fedele Confalonieri, Ennio Doris e Gianni Letta.
La nota diffusa attraverso il sito ufficiale del Popolo della libertà giunge in una giornata segnata, tra l’altro, da un pesante tonfo in Borsa delle azioni Mediaset (-6,25%) e di quelle di Mediolanum (-3,16%).
Un tonfo che segnala, è questa l’interpretazione più ricorrente, il giudizio negativo dei mercati verso l’ipotesi di una crisi di governo, così sarebbe stato letto l’esito del vertice di Arcore e gli strascichi che ne sono seguiti.
Insomma, la Borsa ha lanciato un avvertimento che ricorda quanto è avvenuto nell’autunno 2011 e che spinse il Cavaliere a dimettersi per lasciare il posto poi al governo tecnico guidato da Mario Monti
Il timore, quindi, è quello di essere considerato un fattore di instabilità e non un attore politico mosso dalla responsabilità verso il proprio Paese.
Ed ecco perchè Berlusconi sente il bisogno di intervenire di persona, richiamando all’ordine chi ha alimentato le polemiche negli ultimi tempi.
«In questa situazione di difficoltà per il nostro Paese e di confronto tra le forze politiche – scrive l’ex premier –, il dibattito all’interno del Popolo della libertà , che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa».
A questa premessa, la nota fa seguire un fermo richiamo alla continenza verbale e un’altrettanta ferma esortazione a valutare con attenzione gli effetti di esternazioni a ruota libera.
Dice, a questo riguardo, il Cavaliere: «La passione e l’impegno generoso dei nostri dirigenti e dei nostri militanti, anche negli ultimi giorni, vengono riportati e descritti a tinte forti, quasi fossero sintomi di divisioni e di contrasto».
A questo punto, intima Berlusconi, «invito tutti a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e che nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento»
La messa a punto del Cavaliere è, di fatto, un brusco altolà ai cosiddetti falchi.
Così la interpreta, all’interno del partito, la grande maggioranza dei dirigenti.
«È la presa di coscienza ancora embrionale – fa notare un parlamentare di prima fila che parla a condizione di restare anonimo – di chi si rende conto che seguire la strada della trimurti Santanchè, Verdini, Capezzone porta alla spaccatura del Pdl che finora è rimasto coeso».
Non solo.
Fare saltare il tavolo non costituisce affatto uno strumento per difendere il Cavaliere, aggiunge un ex ministro, «ma è un azzardo totale perchè conduce all’isolamento politico, cosa che Berlusconi in questo momento non si può permettere».
Non può, viene fatto notare ancora, aprire la crisi in questo momento perchè la soluzione non saranno le elezioni, ma tentativi ripetuti di fare comunque nascere un governo purchessia e se ciò non accadesse Napolitano si dimetterebbe e così si arriverebbe al dilemma di eleggere come capo dello Stato uno tra Stefano Rodotà e Romano Prodi.
Berlusconi, ricorda un senatore del Pdl, «comincia a rendersi conto che qualcuno sta giocando su di lui una partita cinica per fini personali».
La nota, insomma, è la conclusione di questo ragionamento, «serve anche a stoppare questo tipo di operazioni. Per ora».
Lorenzo Fuccaro
(da “il Corriere della Sera“)
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