BERLUSCONI: “RENZI HA CEDUTO AD ALFANO SULL’ITALICUM? COSÃŒ SALTA L’INTESA SULLE RIFORMEâ€
IL TIMORE CHE RENZI ALLA FINE ABBIA CONCESSO TROPPO AD ALFANO
Tira brutta aria, dentro Forza Italia.
Da quel governo in cui Alfano sembra averla spuntata, Silvio Berlusconi a fine giornata non si sente rassicurato per niente.
Si insinua il sospetto che Renzi abbia ceduto all’alleato sul rinvio dell’Italicum alle calende greche. .
Tanto che al Tg1 della sera piomba il consigliere Giovanni Toti per avvertire che, va bene l’opposizione responsabile, ma «la riforma elettorale è urgente, non va legata ad altre riforme costituzionali, va fatta subito».
È quella la trappola temuta. E non la sola.
Berlusconi, raccontano, in privato non si scompone: «I patti non erano questi, se sarà così, ogni intesa è destinata a saltare» è la minaccia.
Il Cavaliere si rigira tra le mani la lista dei ministri quando all’ora di cena è in viaggio sul Frecciarossa, direzione Milano.
«Mah, resto perplesso, attendiamo i fatti, si conferma un’operazione di palazzo in cui Renzi rimane prigioniero dei piccoli partiti», risponde al telefono ai dirigenti forzisti che gli chiedono un commento a caldo.
A tutti conferma la sensazione che l’esecutivo, così com’è, non sia destinato a durare a lungo.
Nel pomeriggio, la voce che alla Giustizia sarebbe andato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, aveva mandato in fibrillazione Palazzo Grazioli, anche se poi il nome del pd Andrea Orlando non fa certo tirare un sospiro di sollievo, raccontano.
L’umore comunque a fine giornata è decisamente cambiato rispetto all’entusiasmo mostrato dal leader durante l’incontro pomeridiano con i duecento giovani della “Missione azzurra”, catechizzati per partire con le Fiat 500 posteggiate davanti alla sede di San Lorenzo in Lucina.
Obiettivo: far lievitare i club Forza Silvio e portarli «dagli attuali 8 mila a 12 mila». Giù, in piazza, davvero pochi curiosi, è un flop, alla fine nonostante il palchetto allestito e il comizio annunciato, Berlusconi non scenderà .
Nel salone delle riunioni invece il leader si era presentato in ritardo ma in vena di battute. «Scusate, ma ormai ho tre badanti e come sapete le donne ritardano sempre», dice poco prima che in sala si presentino Francesca Pascale, la senatrice Maria Rosaria Rossi e la giovane Alessia Ardesi che, dopo un’esperienza di lavoro a Palazzo Grazioli, ora fa da assistente proprio alla fidanzata del leader.
Poi parte lo show, davanti ai giovani in tuta azzurra da ordinanza.
«Dopo Monti, Letta e Renzi si può dire che la sinistra si è data ai giochi di palazzo» attacca Berlusconi. «Renzi non ha capito quanto sarà difficile governare, ha la maggioranza nel suo partito, ma non in Parlamento, molti deputati pd sono bersaniani e dalemiani» continua.
Scettico: «Vuole fare le riforme, noi siamo disponibili, ma temo che non avrà quattro anni per farle».
Poi la propaganda: «Alle prossime elezioni è matematico che vinciamo noi», «la sinistra vuole una patrimoniale da diversi miliardi di euro», «Renzi ha vinto le elezioni a Firenze con 111 mila voti, quando sono andato da lui l’altro giorno mi sono presentato: salve, sono Mr 172milioni di voti in 20 anni» e giù risate.
Nelle due ore di “lezione” ai giovani li ha ripercorsi a modo suo, questi 20 anni.
Il sorriso Merkel-Sarkozy fu «un assassinio per la mia immagine», nel 2011 fu ordito un complotto della magistratura ai suoi danni, quell’anno «Napolitano mi mandò al G20 di Cannes a mani vuote, facendomi fare la figura di chi non mantiene gli impegni».
Alle 18, Renzi ancora non è uscito dallo studio di Napolitano e in piazza San Lorenzo in Lucina si contano solo una manciata di turisti, giornalisti e cameramen: militanti davvero pochi.
E a Berlusconi non va di essere oscurato dal premier che sta per uscire e leggere la lista al Colle.
Manda sul palco il responsabile dei club Marcello Fiori, il capo dell’Esercito di Silvio Marcello Furlan e la deputata Annagrazia Calabria, responsabile dei giovani forzisti (vi appartiene la gran parte dei duecento così detti volontari in sala).
«Scusate, ma gli eventi istituzionali hanno sconvolto la scaletta», si giustifica Fiori dal palco.
Come se il Cavaliere fosse stato impegnato lui nella formazione del governo.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply