MAGGIORANZA GIA’A RISCHIO: “QUESTI NON LI VOTIAMO”
I POPOLARI DI MAURO E GLI AMICI DI CIVITI: QUINDICI SENATORI IN DISSENSO CHE MINACCIANO RIPENSAMENTI
Matteo Renzi ha concluso da pochi secondi l’annuncio della sua squadra. La prima reazione è anche la più clamorosa.
Su La7, Enrico Mentana legge in diretta e un sms di Pippo Civati: “Maria Carmela Lanzetta (nuovo ministro degli Affari regionali, ndr) è una ‘civatiana’. Non sapevo nulla della sua nomina. Nessuno mi ha avvertito: nè lei, nè Renzi”.
Il terzo classificato alle primarie del Pd (sempre sul punto di preparare le valigie e lasciare il Nazareno) conferma l’amarezza qualche minuto più tardi, su Facebook.
E aggiunge: “Non sapevo che dopo Gianni e Enrico ci fosse anche un Matteo Letta. Bis”.
L’appoggio al governo della sua piccola pattuglia parlamentare (i senatori sono 6) è sempre più in bilico: “Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro”.
Civati non è l’unico a sottolineare la continuità tra il nuovo governo Renzi e l’esecutivo “rottamato” proprio dal premier in pectore.
Angelino Alfano, tra le righe, esprime lo stesso concetto. Ovviamente con spirito opposto.
Il confermatissimo ministro degli Interni non nasconde nemmeno un briciolo della sua soddisfazione. Il commento arriva via Twitter: “Molto bene la squadra. Il Nuovo Centrodestra non poteva chiedere o desiderare di più. Per l’Italia. #avantitutta”. Altrettanto enfatica la dichiarazione di un’altra “diversamente berlusconiana” rimasta nella squadra di governo: a sentire Beatrice Lorenzin non sembrerebbe cambiato nulla: “Portiamo avanti il lavoro cominciato in questi mesi – scrive il ministro della Salute – con entusiasmo, impegno e determinazione. Per cambiare l’Italia”.
Come dire: almeno gli alfaniani sono sistemati
Le spine per Renzi, sono soprattutto dentro al suo partito.
Non c’è solo il battitore libero Civati.
Prima ancora dell’annuncio dei ministri, Gianni Cuperlo aveva mandato un messaggio poco distensivo: “Sul futuro del Pd — ha detto il leader della minoranza a Sky — dobbiamo aprire una riflessione molto seria. Nel nostro partito ora viviamo un’anomalia. Abbiamo fatto due mesi fa le primarie: si faceva un congresso per eleggere il segretario e non l’inquilino di Palazzo Chigi. Ora il nuovo segretario diventa presidente del Consiglio. Io credo che dovremo discutere di questo”.
La minoranza democratica, insomma , tira la corda: il cambio del segretario è utopia, ma nelle stanze alte del Nazareno servirà (già ) per lo meno un bel rimpasto
Berlusconi intanto rimane alla finestra.
Da una parte, durante il colloquio di ieri pomeriggio con i giovani di “Missione Azzurra”, non risparmia qualche stoccata: “Dopo Monti, Letta e Renzi si può dire che la sinistra si è data ai giochi di palazzo”, ha detto il Cavaliere, come riporta il profilo twitter di Forza Italia.
Dall’altra conferma la disponibilita dei suoi a collaborare alle riforme, come ribadisce in serata al Tg 1 il fido Giovanni Toti: “Forza Italia farà un’opposizione responsabile, ma ora si proceda con l’Italicum, in modo che in qualsiasi momento si vada alle urne possa essere garantita la governabilità ”
Anche perchè i numeri in Parlamento del nuovo governo sono stretti.
Specie al Senato, Renzi dovrà fare i conti della serva.
Vendola conferma l’opposizione. I Popolari per l’Italia (che hanno perso il ministero di Mario Mauro e a palazzo Madama sono ben 12) si dicono incerti: “Valuteremo lunedì — annunciano in una nota — se concedere la fiducia al governo”. Magari un sottosegretario o due potrebbero schiarire le loro idee.
Tommaso Rodano
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