BERLUSCONI CERCA LA PARTE DELLA VITTIMA IN VISTA DELLE EUROPEE
UNA ESCALATION DI CARTE BOLLATE, DAL TAR ALA CORTE DI GIUSTIZIA UE: IL PIANO SEGRETO DEI LEGALI DI SILVIO
È un “piano” su cui i legali di Silvio Berlusconi sono a lavoro da tempo.
E che doveva rimanere segreto se il Cavaliere non si fosse lasciato sfuggire una battuta nel corso della riunione con i coordinatori regionali “Voglio presentarmi come capolista alle europee in tutte le circoscrizioni”.
Una frase che lascia increduli gli astanti.
Epperò il dossier non è archiviabile alla voce boutade. Lo hanno limato gli avvocati dell’ex premier che nelle ultime settimane hanno già raccolto una serie di “pareri” di giuristi italiani ed europei.
La tesi è che sulla “incandidabilità ” ci sia una difformità “tra la normativa italiana e quella europea” e che quindi non sia così automatico che Berlusconi sia incandidabile in Europa così come lo è in Italia.
Ecco che tra i cavilli si capisce la strategia dell’escalation che vuole mettere in campo Berlusconi di qui al voto europeo con l’obiettivo, ancora una volta, di prendersi la scena. E di polarizzare la campagna elettorale.
Per farlo i suoi legali hanno messo a punto una parallela escalation di carte bollate. Perchè è l’effetto vittima che conta, prima ancora del risultato.
E così è già messo in conto che l’ufficio elettorale respingerà la richiesta di candidatura del Cavaliere in Europa ai sensi di della Severino. Una volta che viene respinta, partono i fuochi d’artificio.
Che saranno accompagnati da una campagna “politica” martellante con Berlusconi in campo nel ruolo della vittima cui viene negata “l’agibilità politica”: “Berlusconi – dice un azzurro di rango – è candidabile, ma se glielo negano anche quello diventa uno spot”.
E così le tappe successive sono il Tar e poi al Consiglio di Stato, dove i legali presenteranno ricorso. Basta un appiglio, una riserva in un pronunciamento e la battaglia nei tribunali è possibile.
Fino ad arrivare, dopo il Consiglio di Stato, alla Corte di giustizia europea del Lussemburgo. È questo il punto di approdo.
Perchè, spiega una fonte vicina al dossier, su una cosa del genere non si è mai pronunciata e non ci sono precedenti.
È una partita che Berlusconi considera possibile. E che non pensa sia già chiusa in partenza.
Una convinzione maturata dopo che ha dato mandato ad Antonio Tajani di fare un “sondaggio” in Europa.
Il commissario non avrebbe raccolto pareri ostili, anche perchè la sfida europea tra Ppe e socialisti rende prezioso ogni voto in più. E i consensi di Forza Italia sono tutt’altro che irrilevanti, anzi. È proprio questo realismo in base al quale i voti si contano e non si pesano che avrebbe prodotto anche nei vertici europei tradizionalmente ostili al Cavaliere un cambio di umore, visto che Forza Italia è ancora saldamente ancorata al Ppe.
È per questo che i coordinatori regionali hanno avuto la sensazione che il Capo sia già con la testa alla campagna elettorale per le europee.
Con l’obiettivo, ancora una volta, di mostrarsi vivo.
E di farne un test in grado di dare una scossa al governo che, a dispetto dei proclami sull’election day, a palazzo Grazioli nessuno crede che cadrà .
Anche perchè i segugi azzurri che seguono la manovra renziana non scommettono un euro che si possa arrivare al sistema spagnolo che significherebbe, di fatto, la crisi di governo.
E anche l’interlocuzione con Renzi è avvolta dal reciproco sospetto.
Berlusconi è pronto a incontrarlo, il sindaco-segretario prende tempo per paura dell’abbraccio della morte. E per valutare la praticabilità del modello spagnolo occorre aspettare le motivazioni della Corte costituzionale.
Il voto italiano è più lontano. E in fondo per il Cavaliere non è neanche un male.
Su quello è incandidabile senza se e senza ma. E non ci sono cavilli che tengano.
(da “Huffingtonpost“)
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