BERLUSCONI ORA SI PARAGONA A DE GASPERI E TOGLIATTI: “SE IL PD MI FA DECADERE CADE IL GOVERNO”
FRANCESCHINI: “RISPEDIAMO IL RICATTO AL MITTENTE”… GRILLINI DIVISI
“Dopo 20 anni dalla mia discesa in campo si ripete la stessa situazione: tentano di nuovo di togliermi di mezzo attraverso misure giudiziarie che nulla hanno a che vedere con la democrazia”: così Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con Bassano del Grappa dove era in programma una riunione dell’ “Esercito di Silvio”. “Sarebbe disdicevole – ha aggiunto il Cavaliere – se il governo cadesse ma naturalmente non siamo disponibili a mandare avanti un governo se la sinistra dovesse intervenire su di me, sul leader del Pdl, impedendogli di fare politica”.
La truppa guidata dall’imprenditore Simone Furlan che ha lanciato mesi fa l’arruolamento per la “guerra dei vent’anni” in difesa del Cavaliere, lo ascoltava in devoto silenzio.
A un certo punto Berlusconi dice: “Ho due domande preliminari. Quanti siete?”. Furlan conta: “Qui presenti siamo 25, presidente”.
Il file di registrazione della telefonata trasmette un attimo di silenzio.
Poi, Berlusconi continua: “Quanti maschi e quante signore?”. Furlan verifica: “aspetti che guardo e glielo dico. Uno, due, tre, sei…Dodici donne: sono un po’ in minoranza le quote rosa”.
Berlusconi trova comunque di che rallegrarsi: “ma sono abbastanza, complimenti per avere anche delle donne nelle vostre file”.
E dopo le presentazioni, il monologo con l’ultimatum: “Se la sinistra mi fa decadere, il governo cade”. L’esercito è allertato.
Paragone con Togliatti e De Gasperi.
Per rincarare la dose, poi, si lancia in paragoni improbabili: “Qualcuno mi ha detto, ‘immaginiamoci che cosa sarebbe successo nel ’48 se la Democrazia Cristiana avesse tolto Togliatti al Pci o se il Pci avesse tolto la possibilità di fare politica alla Dc, o a De Gasperi. Sarebbe scoppiata una guerra civile”.
Poi il preannunciato ritorno a Forza Italia: “Come nel ’94 lanceremo le bandiere di Fi, ci rivolgeremo ai giovani, ma anche a chi non si è mostrato interessato alla politica”.
E’ dunque pronto a una nuova offensiva Silvio Berlusconi, dopo il “colpo” ricevuto dalla Cassazione con le motivazioni sulla sentenza Mediaset.
Ma dal Pd arriva l’ennesimo rinvio al mittente: “Il ricatto di Berlusconi va respinto al mittente a stretto giro di posta: non violeremo mai le regole dello Stato di diritto per allungare la durata del governo”, ribadisce ancora una volta il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.
La scelta del referendum.
Il Cavaliere oggi ha lasciato il “ritiro” di Arcore ed è tornato, agguerrito, a Roma. Prima ha incontrato il leader dei Radicali Marco Pannella, per fare il punto sul sostegno del Pdl ai referendum sulla Giustizia.
E prima della telefonata all’ “Esercito” ha riunito un vertice con i big del Pdl a Palazzo Grazioli: il vicepremier e segretario del Pdl, Angelino Alfano e Gianni Letta, preceduti a loro volta dal capogruppo alla Camera, Renato Brunetta e da quello del Senato, Renato Schifani, dal ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamno, e dal presidente della Commissione esteri, Fabrizio Cicchitto.
Anche dal presidente della Cei, il cardinale Bagnasco arriva però un monito: “”Se una cosa va sempre evitata è quella di personalizzare il conflitto. La salvezza non va attesa da singole personalità , a qualsiasi schieramento appartengano”
M5S, dialogo con Pd spacca movimento.
Malgrado il gran rifiuto dei grillini a Bersani e il successivo governo di larghe intese, c’è ancora chi pensa che sia necessario accordarsi con i democratici. Almeno per cambiare la legge elettorale.
Ma non c’è dibattito, e ogni tentativo è bruscamente interrotto da un sonoro ‘vaffa…’. Tutto nasce dall’intervista rilasciata dal 5 Stelle Luis Orellana in cui sostiene la necessità di dialogare con le altre forze politiche, ricordando a Grillo che i parlamentari non sono soldatini. “Esprimi il tuo punto di vista? Ti sfanculano. Democrazia 2.0” scrive in un tweet il deputato Alessio Tacconi, commentando il post in cui Laura Bottici, questore al Senato dei pentastellati, prende di mira i colleghi che guardano con favore a un eventuale accordo con il Pd, ricordando che “la missione è mandare a casa tutti i politici”.
(da “La Repubblica“)
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