BERLUSCONI, SERVIZI SOCIALI IN ARRIVO, SCELTA TRA TRE ASSOCIAZIONI
IL CAVALIERE TORNA A ROMA PER SCIOGLIERE NODI POLITICI MA ANCHE PERSONALI
Torna a Roma oggi Silvio Berlusconi, e lo attendono molti nodi da sciogliere.
Nodi politici, che rendono il Pdl una polveriera, con l’ala governativa di Alfano che deve affrontare la sfida dei lealisti di Fitto, Gelmini, Carfagna. Ma nodi anche personali, legati alla sua situazione giudiziaria.
Sì perchè, entro il 15 ottobre, il Cavaliere deve decidere se chiedere di scontare la sua pena per la condanna Mediaset in affidamento ai servizi sociali, anzichè agli arresti domiciliari.
Se la richiesta non arriverà nei termini previsti, e dunque nei prossimi giorni, scatteranno automaticamente gli arresti, nella sua casa romana dove ha deciso di spostare la sua residenza.
Ma sembra proprio che ormai la decisione di richiedere l’ammissione ai servizi sociali sia presa. E lo testimonia il fatto che proprio oggi, a Roma, l’ex premier assieme ai suoi avvocati ha in programma di incontrare i responsabili di alcune comunità e associazioni che potrebbero essere indicate al Tribunale di sorveglianza come idonee a svolgere l’attività di recupero.
Si parla di tre associazioni o fondazioni, ma al momento sono poche le indiscrezioni sulla possibile scelta.
Contatti ci sarebbero stati con il Ceis di don Picchi, comunità di recupero di tossicodipendenti dove già svolse i servizi sociali Cesare Previti, ma anche altre associazioni e comunità si sono fatte avanti.
Ieri, pubblicamente, ha offerto «ospitalità » con tutti gli onori e per un lavoro quotidiano di «quattro-cinque ore» Mario Capanna, presidente della «Fondazione diritti genetici»: «So da intermediari autorevoli che Berlusconi ha preso assai di buon grado la mia offerta. È normale, perchè sarebbe un’occasione anche per lui: vi pare che potrebbe andare a pulire i cessi in una comunità ?».
Ma sono in tanti a farsi sotto, come l’«Associazione italiana vittime di malagiustizia», che però avendo sede a Milano sarebbe difficilmente conciliabile con l’intenzione del Cavaliere di rimanere a Roma.
E ci sono le offerte pubbliche come quella di Don Mazzi che non sono piaciute per niente all’entourage dell’ex premier.
Insomma, probabilmente Berlusconi terrà le carte coperte fino all’ultimo, ma molto forte resta l’ipotesi che – alla fine – la sua scelta ricada su qualche associazione legata al Partito radicale, magari «Nessuno tocchi Caino» che si occupa di problemi legati alla giustizia, alla pena capitale, alle carceri e che ospitò in regime di semilibertà Fioravanti e la Mambro.
Si vedrà , anche perchè i tempi della decisione del tribunale non saranno brevissimi: potrebbero servire settimane, se non mesi, prima di un pronunciamento definitivo.
Nel frattempo, Berlusconi deve dividersi fra le riunioni con i suoi avvocati che anche ieri lo hanno incontrato, con quelle delicatissime che riguardano la sorte del suo partito in subbuglio. Un partito mai così facile da domare, ma che lui ha tutte le intenzioni di riportare alla calma in un momento «tanto delicato per noi tutti e per me».
E dunque è grande il suo impegno perchè, come ha ripetuto anche nelle ultime ore, il Pdl «resti unito».
Oggi potrebbe vedere Raffaele Fitto, che poi in serata sarà a Ballarò per spiegare la sua posizione che continua a essere durissima, ma è probabile che tra oggi e domani tutti i big siano convocati – assieme o separatamente – per cercare di arrivare a una soluzione unitaria che allo stato non sembra affatto a portata di mano.
Infatti è vero che Berlusconi vorrebbe che attorno ad Alfano si ritrovasse l’unità , e lo stesso segretario spinge perchè entro pochissimi giorni l’ex premier si spenda con una dichiarazione pubblica di appoggio nei suoi confronti: il modo migliore, pensano i big dell’area governativa, perchè rientri il dissenso di quella fascia importante del partito anche non falcheggiante che oggi si raduna attorno a Fitto.
E però, non è così scontato che il Cavaliere sia pronto a concedere i pieni poteri ad Alfano, o comunque a schierarsi così nettamente con lui in contrapposizione a fedelissimi come Verdini, Bondi e tanti altri.
«La verità – dice chi gli è vicino – è che lui vuole restare saldamente al centro e al comando del partito, e sa che l’unico modo per tenere il Pdl è che la sua figura resti forte e centrale».
C’è dunque ancora molto da lavorare, mentre fioccano le ipotesi su documenti politici, manifestazioni, fino ad arrivare alle più estreme che prevedono una pericolosissima scissione, a oggi meno probabile che nei giorni scorsi ma niente affatto scongiurata per il futuro.
Quel che è certo è che questa settimana, con le tensioni in atto sulla legge di Stabilità a partire dall’Imu, potrebbe dire molto sul futuro del centrodestra.
Paola Di Caro
(da “il Corriere della Sera”)
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