BERLUSCONI SPERA DI ESPIARE LA PENA DOPO LE EUROPEE
I FALCHI VORREBBERO I DOMICILIARI, PER LORO VALGONO TRE PUNTI IN PIU’ ALLE URNE
Le due Quaresime del Cavaliere. Lunghissime. Gonfie di timori, ragionamenti, ipotesi, faide di corte.
Da qui al 10 aprile e poi da quel giorno alla campagna di primavera per le Europee del 25 maggio.
Poco più di cento giorni modello Napoleone in esilio per conoscere il suo destino in una fase che vede Forza Italia stra-favorita dai sondaggi delle ultime settimane. Silvio Berlusconi sente o vede quotidianamente i suoi legali (Ghedini e Coppi, il primo da 15 anni ha uno studio anche ad Arcore) per tentare di mettere a punto la strategia in vista dell’udienza del tribunale di sorveglianza di Milano, fissata appunto per il 10 aprile, che cade di giovedì.
I magistrati dovranno decidere sull’attuazione della pena per la condanna definitiva diritti tv Mediaset.
Il tormentone: servizi sociali o domiciliari? Sarà il tribunale a sciogliere il dilemma e la strada dei servizi sociali sembra scontata, anche alla luce della celebre nota di Napolitano dopo la condanna, nell’agosto scorso, in cui “va innanzitutto ribadito che la normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva irrogatagli e sancisce precise alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto”.
A corte, però, tra Palazzo Grazioli e Arcore, il dibattito ferve come non mai.
Ad alimentarlo i soliti falchi che descrivono un Berlusconi per nulla “intenzionato a farsi umiliare dai servizi sociali”.
Stavolta c’è un motivo in più per “sperare nei domiciliari”: la campagna elettorale per le Europee. L’effetto martirio, secondo l’ala militare di Forza Italia, “varrebbe almeno tre punti in più”, a garanzia ulteriore di un successo che alcuni già pregustano.
Ad altri interlocutori, nei giorni scorsi, Berlusconi ha fornito però un’impressione decisamente diversa: è apparso consapevole della soluzione dei servizi sociali e per di più si è sbilanciato su una lista possibile di associazioni dove andare.
Posti e luoghi sicuri. Magari dai bambini, visto che la Mediafriends Onlus, presieduta dal figlio Pier Silvio, ha finanziato una quarantina di organizzazioni. Soprattutto dedite ai bambini.
E l’immagine , in campagna elettorale, di Berlusconi che alterna comizi a visite strappalacrime è un’altra opzione allo studio.
L’unica certezza è che tutto si svolgerà ad Arcore (dove c’è il domicilio per le notifiche giudiziarie) e non a Roma, dove è comunque residente.
Rispetto a Palazzo Grazioli, Villa San Martino offre più sicurezza.
Poi tutto è rinviato al tribunale.
L’udienza sarà a porte chiuse e sarà , come specificano fonti berlusconiane, “di natura colloquiale”.
In pratica, in caso di servizi sociali, il magistrato chiederà a Berlusconi dove vorrebbe andare e a quel punto i suoi avvocati indicheranno le soluzioni migliori per il loro assistito.
La discrezionalità del tribunale investe anche eventuali restrizioni, tipo il divieto di andare fuori provincia oppure la cadenza della rieducazione ai servizi sociali (potrebbe essere anche una volta a settimana).
La decisione dovrebbe essere “commisurata” alla personalità della persona, in quel periodo già impegnata nella campagna elettorale per il 25 maggio.
Decisione soft, senza grandi limiti, oppure uno slittamento dell’applicazione. Quest’ultima strategia sta prendendo forma in questi giorni.
Spiega una fonte: “Il tribunale si riunirà il 10 aprile e avrà cinque giorni per decidere. Dopodichè può anche stabilire che i servizi sociali inizino a partire dal 26 maggio”. Cioè dal giorno successivo alle elezioni.
L’ipotesi è la più gettonata al momento ad Arcore, dove ieri B. è tornato ieri in treno, a bordo di un Frecciarossa, insieme con la fidanzata Francesca, il barboncino Dudù e la scorta, secondo Dagospia pretendendo una carrozza intera, poi solo parzialmente concessa.
Chi parla di uno slittamento post-elettorale fa riferimento a un clamoroso precedente che porta la firma del capo dello Stato.
Era il marzo dello scorso anno e Napolitano intimò di sospendere i processi di B. per consentirgli di partecipare alla fase di trattative e consultazioni.
Nero su bianco: “È comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile. Rivolgo perciò con grande forza un appello affinchè in occasione dei processi si manifesti da ogni parte ‘freddezza ed equilibrio’ e affinchè da tutte le parti in conflitto si osservi quel senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”.
Fabrizio d’Esposito
(da “il Fatto Quotidiano“)
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