BOMBA NELLA METRO DI SAN PIETROBURGO, ALMENO DIECI MORTI
L’ATTACCO CHE RICOMPATTA IL PAESE INTORNO A PUTIN
Terrore in Russia. Sarebbero almeno 10 le vittime e 50 i feriti colpiti da una bomba esplosa nella metropolitana di San Pietroburgo, tra le stazioni di Sennaya Ploschad e di Teknologhiceskij Institut.
Secondo l’agenzia Fontanka, una delle due esplosioni è avvenuta su un vagone centrale del treno che arrivava a Teknologhiceskij Institut da Sennaya Ploshad. L’amministrazione della metro ha fatto chiudere tutte le stazioni.
A causare le esplosioni sono stati degli ordigni artigianali con una potenza equivalente a circa 200-300 grammi di tritolo: lo sostiene l’agenzia Interfax citando proprie fonti. All’interno le bombe contenevano frammenti di proiettili, cioè il cosiddetto shrapnel, in grado di ferire un maggior numero di persone.
La procura generale russa parla di «attentato». «I procuratori – ha detto il portavoce della procura generale Aleksandr Kurennoi, citato dall’agenzia Interfax – faranno tutto il possibile per precisare tutti i particolari che riguardano questo attentato affinchè niente del genere succeda in futuro».
«I motivi al momento non sono chiari, non escludiamo nessuna pista: nè quella criminale, nè quella terroristica». Sono le prime parole del presidente russo Vladimir Putin già presente in città dove ha partecipato questa mattina a un forum.
Nel pomeriggio aveva in programma un incontro con il presidente bielorusso Aleksandr LukaÅ¡enko. Un ordigno inesploso è stato rinvenuto in un’altra stazione della metro, quella di Ploshchad Vosstaniya. Lo riferisce Interfax.
L’attentato capita proprio nel momento di difficoltà della oligarchia russa, con il regime al centro di aperte contestazioni di piazza. Non sono pochi a trovare una strana coincidenza tra la crisi di credibilità di Putin e una vicenda che finità per ricompattare gran parte del popolo russo attorno alla figura del leader di fronte all’immancabile “pericolo esterno”
(da agenzie)
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