“CARICHIAMO I CANDELOTTI DI DINAMITE, MALE CHE VADA FINISCE A PANE E SALAME”
I SECESSIONISTI VENETI INTERCETTATI, CASO PSICHIATRICO PIU’ CHE GIUDIZIARIO: “BISOGNA FAR SALTARE LE BANCHE, UNA PARTE DELLA POLIZIA STARA’ CON NOI”… ARRIVA IN SOCCORSO SALVINI
«Male che vada, ci troviamo a casa mia a tagliare il salame…». «No, più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite!».
Non scherzavano gli “indipendentisti” veneti e padani mentre, tra un “pota” e l’altro, organizzavano la guerra per separare la Lombardia e il Veneto, ma anche la Sardegna e in seguito la Sicilia, dal resto dell’Italia.
LINGUAGGIO DA BR
“L’Alleanza”, così avevano chiamato il loro gruppo, utilizzando un linguaggio che stava a metà tra quello dell’osteria e quello delle Brigate Rosse: «Il nostro obiettivo è abbattere lo Stato….pota!».
Poi avrebbero separato comune per comune, paese per paese, campo per campo.
In un domino infinito di separatismi che nelle idee un po’ farneticanti dei 24 arrestati stamattina dai carabinieri del Ros di Brescia avrebbe dovuto portare alla nascita di un nuovo stato padano, armato e «autoritario».
Nelle intercettazioni non mancano spunti comici e qualche ingenuità , si ascolta l’esasperazione per le tasse troppo alte e si misura la disperazione per la crisi.
Ma, alla fine, c’è davvero poco da ridire. «Allora, Adalberto, sta attento a cosa dovrebbe succedere – spiega in una conversazione Giancarlo Orini, “il presidente”, il vero capo dell’organizzazione: «Bisogna far saltar le banche….Ci sarà una piccola parte di Carabinieri o della polizia che starà dalla parte degli insorti, poi una piccola parte sempre dei Carabinieri o della Polizia o della Guardia di Finanza che starà dalla parte dello Stato…la parte più forte che potrebbe essere l’esercito e gli altri che se ne stanno a guardare…staranno a vedere, stanno a vedere e si metteranno dalla parte dei vincitori, come è successo in altri paesi…».
«In Libia», risponde Adalaberto. «In Libia, esatto, zio porco…dai leggi, leggi, poi ci sentiamo».
IL NUOVO SODALIZIO
Da leggere è un’inchiesta del settimanale l’Espresso che parla della “milizia anti tasse del nord-est”. Eredi degli uomini che “fecero l’impresa” della Serenissima, piazzando il famoso “tanko”, ovvero un carrarmato artigianale sotto il campanile di San Marco a Venezia nel 1997, i seguaci di questo nuovo gruppo radunato sotto le insegne di “Brescia Patria”, aveva intenzioni molto più serie e non solo dimostrative.
Almeno così emerge dalla lettura degli atti che hanno portato in carcere alcuni personaggi noti e meno noti, ex militanti della Lega e “Serenissimi” tra cui l’ex parlamentare leghista Franco Rocchetta, detto “L’ideologo”.
Tra gli indagati Roberto Bernardelli, detto “Il Facoltoso” per aver finanziato il movimento con 3500 euro in contanti.
Poi ci sono altri personaggi sconosciuti, ma molto attivi sul fronte del secessionismo, fondatori di un vero e proprio gruppo clandestini armato, in grado di rifornirsi di pistole e mitra attraverso legami con la malavita albanese.
Associazione con finalità di terrorismo è infatti l’accusa contenuta nel provvedimento che disegna un quadro inquietante dei malumori più estremi del nord.
Da una parte, scrive il gip, «i dirigenti del nuovo sodalizio teorizzano e mettono in pratica un volto pubblico e legale di propaganda», vedi ad esempio l’ultimo referendum farsa per la secessione del veneto, dall’altra costituiscono «una struttura organizzativa segreta, con reclutamenti mirati, i cui veri fini non potevano essere divulgati.
Nel programma dell’organizzazione – prosegue il gip bresciano – si afferma la necessità dell’uso della violenza, al fine di provocare e guidare in armi una rivolta popolare, per giunger alla proclamazione della repubblica Veneta. Il nuovo sodalizio non ha un’azione simbolica o meramente dimostrativa, come nel maggio del 1997, ma al contrario ricerca armi leggere e progetta mezzi blindati effettivamente operativi e dotati di armi pesanti costruite ad hoc, con un piano che, pur avendo ancora di mira Venezia e altre città (tra le quali Brescia), stavolta prevede un’azione militare in senso proprio, con resistenza armata, per di più coinvolgendo al contempo un’ampia platea di manifestanti».
IL GOVERNO IN ESILIO
Il momento, insomma, era arrivato. : «Guarda che siamo noialtri che possiamo cambiare la storia…dal ’97 in qua tutti i tentativi politici c’è l’hanno fatta prendere in quel posto…Se qualcuno ha una soluzione migliore della nostra dammi l’indirizzo che mi metto subito a disposizione…» dice nel giugno 2012 Flavio Contin, proprio uno dei “Serenissimi” coinvolto nell’assalto del campanile di San Marco nel ’97.
All’epoca venne assolto dall’accusa di terrorismo e adesso è di nuovo indagato per associazione eversiva. ha riallacciato i contatti, è di nuovo attivo e di nuovo sogna una secessione armata.
Avevano anche il progetto di evitare la galera attraverso un rifugio all’estero, magari in Svizzera, dove sarebbe stato proclamato “il governo in esilio”. altri due indagati, fermati stamattina, Roberto Abeni e Corrado Manessi, spiegavano le basi teoriche: «Sappi che l’indipendentismo non è nè di destra nè di sinistra…è trasversale…noi siamo un movimento antica sta, alla Grillo, tanto per essere chiari…e soprattutto il nostro obiettivo è quello di abbattere lo stato italiano di cui non riconosciamo alcuna autorità politica….Che questo sia ben chiaro».
Terroristi, li definisce il giudice. E forse non si va lontano: « Quando semini un terrore del genere e qualcuno lo ammazzi davvero…allora vedrai che non c’è più nessuno che lo…lo sai, durante il processo di Torino delle Brigate Rosse…ci voleva la giuria popolare della corte d’Assise…non ne trovavano, li gambizzavano prima…à‰ storia!»
(da “la Stampa“)
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