CASALE PENSA AL RIFIUTO DEI RISARCIMENTI MILIONARI PER I MORTI DI AMIANTO
A DICEMBRE LA MAGGIORANZA IN COMUNE AVEVA ACCETTATO LA BOZZA D’INTESA, ORA IL SINDACO CI HA RIPENSATO: “SIAMO ORIENTATI A DIRE NO”
«Quando si arriva all’ultimo minuto bisogna giocare con prudenza».
La premessa è di natura cestistica, perchè da buon appassionato di basket, Giorgio Demezzi conosce bene l’importanza delle fasi finali di una partita, quando il cronometro scorre inesorabile verso la fine.
«Esistono però le condizioni per un nostro ripensamento. La decisione definitiva non è ancora presa, ma siamo orientati a non accettare l’offerta di transazione fatta al Comune dall’imputato Stephan Schmideiny per la vertenza sull’amianto».
Quasi un tiro da tre punti a fil di sirena.
Ogni domenica il sindaco di Casale Monferrato siede sui gradoni del Palaferraris, il palazzetto che ospita la Novi Più, matricola e rivelazione del campionato di seria A, non fosse per la propensione a perdere molto spesso in volata.
Ci vuole prudenza, anche per le trattative, soprattutto quando sembravano ormai chiuse.
Lo scorso 18 dicembre la maggioranza del Consiglio comunale aveva accettato la bozza d’intesa spedita dai legali di Stephan Schmidheiny, ex proprietario dello stabilimento Eternit nel quartiere Ronzone che per oltre cinquant’anni ha diffuso nell’aria e nei polmoni il micidiale polverino.
Il miliardario svizzero con residenza in Costarica, principale imputato del processo Eternit, offriva una cifra compresa tra i 18 e i 20 milioni di euro in cambio della revoca della costituzione di parte civile del Comune al processo sui morti d’amianto che il 13 febbraio andrà a sentenza.
Era una proposta indecente, ma erano anche tanti soldi.
Maledetti e subito, dall’incasso sicuro.
Fu una brutta notte, quella.
Qualche consigliere della maggioranza di centrodestra invocò la forza pubblica per far sgomberare le centinaia di persone che aspettavano nella piazza di fronte.
Non erano facinorosi, ma un pezzo importante di una città di 35 mila abitanti martoriata da almeno 1.700 morti di mesotelioma, il tumore della pleura indotto dall’amianto.
In poco più di un mese possono accadere tante cose, persino da noi.
Per una volta si è mossa la politica, seppur tecnica.
Il nuovo ministro della Salute, Renato Balduzzi, è nato a venti chilometri da qui. Conosce bene questo infinito rosario di morti. Ha contattato Demezzi, gli ha mostrato un’altra strada per evitare la firma su un accordo destinato a creare una lacerazione profonda in una città così segnata dal dolore, che avrebbe cancellato anche trent’anni di lotta per giungere alla verità .
Non parole, ma opere di bene, con il coinvolgimento diretto del ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
Nuovo accordo di collaborazione tra Stato, Regione ed Enti locali.
La conferma dei 9 milioni di stanziamento che finanzieranno le spese per il prossimo biennio.
L’impegno a trovare il denaro per una nuova discarica di Eternit.
«Si sono presi a cuore il problema in maniera seria, attivando un canale di dialogo quasi quotidiano. Ci hanno permesso di trovare lo stimolo e l’appiglio per ripensare la nostra decisione. La stiamo riconsiderando, finalmente sulla base di atti concreti». Giorgio Demezzi è un ingegnere prestato alla politica, a un Pdl che aveva bisogno di un nome nuovo per riprendersi Casale Monferrato.
Ha sempre rivendicato la bontà della decisione iniziale, che ancora oggi definisce «pragmatica», ma come essere umano ne ha sofferto. «Sono avvenuti fatti che mi hanno fatto capire quanto la decisione di Casale fosse una questione nazionale».
Il sì all’offerta dello «svizzero» ha avuto l’effetto collaterale di un ritorno del dramma dell’amianto al centro dell’attenzione.
Petizioni, assemblee, mobilitazioni.
Libri in uscita, da segnalare «Eternit, dissolvenza in bianco» opera a fumetti di Gea Ferraris e Assunta Prato che racconta la storia della fabbrica della morte.
Persino una pièce teatrale, Malapolvere, ispirata al libro omonimo di Silvana Mossano che questa sera apre in prima nazionale al teatro Gobetti di Torino.
C’è stato l’esempio dei piccoli comuni dell’alessandrino, da Coniolo a Morano Po, che hanno avuto la forza di respingere al mittente la stessa offerta.
Demezzi ha visto le reazioni dei suoi concittadini. Forse ha anche valutato il danno che subirebbe l’immagine di Casale.
«Abbiamo il dovere di riconsiderare la nostra decisione» dice.
Non può aggiungere altro. L’ultima parola spetta alla giunta, che si riunisce giovedì. La decisione non dipende solo da lui.
C’è da convincere una parte del suo partito, dove alcuni non vogliono recedere da quel sì e ne fanno ormai una questione di principio.
Manca poco, ormai. «L’impegno diretto di un ministro non è cosa da poco» dice Demezzi.
La Novi Più ha finalmente vinto una partita all’ultimo secondo e sabato torna a giocare nel palazzetto che porta il nome dell’assessore regionale Paolo Ferraris.
Uno degli uomini che più ha lottato per far avere alla città i soldi necessari a fronteggiare il dramma dell’amianto.
È morto nel 1997, ucciso dal mesotelioma.
Marco Imarisio
(da “Il Corriere della Sera“)
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