CASE, CONSULENZE, DONAZIONI, EVITATO IL PIGNORAMENTO DI UNA CASA DI ALEMANNO: ECCO I REGALI DEI COLONNELLI DI AN
SOTTRATTO UN TERZO DEL CAPITALE, IMMINENTE L’INVIO DI AVVISI DI GARANZIA PER LA SCANDALOSA GESTIONE DEL PATRIMONIO DI ALLEANZA NAZIONALE
Preoccupati di finanziare l’attività politica del Pdl piuttosto che avviare a liquidazione di An, gli amministratori filo berlusconiani del partito che fu di Fini rischiano di pagare adesso le loro leggerezze nella gestione dei conti.
Ricche parcelle ad avvocati per “non meglio precisati motivi”, consulenze dalle finalità tutte da verificare, locazione di immobili a prezzi stracciati, attività di propaganda a beneficio del Pdl come se An ne fosse una corrente.
E i conti adesso non tornano per 26 milioni di euro.
C’è questo e tanto altro nelle 23 pagine della relazione degli ispettori del Tribunale di Roma dalle quali muovono le indagini della Polizia tributaria e l’inchiesta della Procura della Repubblica della Capitale.
E tanto basta per mettere altra benzina al fuoco tra pidiellini e finiani, anche perchè tutto parte dai sospetti e dalla denuncia degli uomini di Fli ai quali è stato in gran parte sottratta la gestione del tesoro da oltre 400 milioni di euro (immobili inclusi). Insomma, tra le due fazioni tornano a volare gli stracci.
La denuncia parte dal deputato Antonio Bonfiglio e da Rita Marino, storica segretaria di Fini e ex vicepresidente del Comitato di gestione di An e in queste settimane ha trovato riscontri nella relazione dei periti, il professore Simone Manfredi e l’avvocato Giuseppe Tepedino.
Il primo elemento a destare i sospetti dei periti è un prestito da 3,7 milioni di euro al Pdl, restituito dopo appena un mese: guarda caso dopo la denuncia dei finiani sulle presunte anomalie di gestione.
Era il 2010, Raisi e altri vicini a Fini lasciano il comitato di gestione, subito rimpiazzati da Matteoli, Alemanno, Gasparri e La Russa.
Molto ruota attorno alla discrepanza tra il patrimonio netto dell’associazione An certificato al marzo 2009 e quello registrato il 18 novembre 2011.
“La differenza tra i due valori – scrivono i periti – risulta essere negativa per circa 26 milioni di euro a conferma che nel lasso temporale l’associazione ha continuato ad essere gestita con criteri di “continuità ” e non di “liquidazione””.
Ma a destare dubbi è anche l’impossibilità di accertare tutti i movimenti: sono i “buchi neri” dei rendiconti.
Altro tassello, i pagamenti di parcelle e consulenze da migliaia di euro “per i quali non è stato possibile riscontrare causale ed effettivo pagamento”.
Nella relazione c’è anche il riferimento ad una richiesta di pagamento per 60 mila euro per prestazioni rese dal senatore ed avvocato Mugnai, oggi presidente della Fondazione, sebbene non risulti poi nella lista dei creditori.
Un capitolo della relazione riguarda le dismissioni di immobili “senza nessuna indicazione sulla valutazione” nè tantomeno sul “vantaggio economico per l’associazione”.
Nei bilanci non sarebbe stata registrata a norma di legge la donazione derivata dall’eredità della famiglia Colleoni per 365 mila euro, “cessione avvenuta circa un anno e mezzo prima”.
A quel cespite apparteneva la famosa casa di Montecarlo. E se la somma non risulta, spiega al telefono Mugnai, è perchè il conto “è ancora all’estero ma stiamo provvedendo a farlo rientrare”.
Quindi, i 3milioni 750 mila euro “prestati” al Pdl e subito restituiti. “Appare necessario chiarire – si legge – che di tale movimentazione non vi è traccia nel rendiconto chiuso al 31 dicembre 2010”.
È solo uno dei prestiti, altri ne emergono invece dal bilancio, tutti “concessi a fondo perduto”. Poca chiarezza viene denunciata inoltre sugli inventari dei beni mobili e immobili.
Chi li usa e per far cosa?
Raccontano sia stato assai “schietto” il chiarimento tra La Russa e Bocchino, andato in scena nel pomeriggio a margine del vertice Pdl-terzo polo sulla legge elettorale. “Anzichè liquidare e chiudere An, gli amministratori hanno speso ed è bene che si faccia chiarezza” dice il vicepresidente di Fli Bocchino.
“Non è un altro caso Lusi, ogni euro è tracciato” gli replica La Russa. Ma ormai è guerra aperta.
“Gravissimo se hanno finanziato il partito del miliardario Berlusconi” attacca Granata, col presidente della Fondazione, il senatore Mugnai che si difende: “Nessuna sparizione, bilancio chiaro e documentato”.
Storace vuole andare a fondo: “Se le cose stanno così, faranno la fine di Lusi”.
Carmelo Lo Papa e Francesco Viviano
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply