CASO USS, PER IL CSM IL COMPORTAMENTO DI NORDIO FU CONTRADDITTORIO: “POTEVA CHIEDERE MISURE PIU’, MA NON LO FECE”
IN UN PAESE NORMALE UN MINISTRO DEL GENERE AVREBBE GIA’ FATTO LE VALIGIE
Da una parte il dialogo con gli Stati Uniti, i cui il ministro Carlo Nordio aveva descritto la decisione di scarcerare Artem Uss e concedergli i domiciliari come «inattaccabile». Dall’altra il rapporto con il Consiglio superiore della magistratura, sollecitato perché portasse avanti un procedimento disciplinare contro i giudici della Corte d’Appello di Milano che avevano disposto il braccialetto elettronico per il manager russo, arrestato a Malpensa il 17 ottobre 2022 ed evaso dalla sua villa di Basiglio mentre attendeva l’estradizione verso Washington. Un comportamento che «stride con la coerenza del sistema», si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la sezione disciplinare del Csm ha assolto i tre componenti del collegio Monica Fagnoni, Micaela Curami
Stefano Caramellino.
Il Csm e le mancanze di Nordio: «Poteva chiedere aggravamento della misura»
Nel 2023, dopo la fuga di Uss nel mese di marzo, il Guardasigilli aveva aspramente criticato – non per il «merito» ma per il «metodo» – la decisione della Corte d’Appello di disporre i domiciliari per il figlio di un oligarca molto vicino al presidente russo Vladimir Putin. L’imprenditore era accusato di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio. Al contempo era sospettato di spionaggio e sulla sua testa pendeva una richiesta di estradizione emessa dalla Casa Bianca. Non condividendo, con il senno di poi, la decisione di scarcerarlo perché «non sussisteva pericolo di fuga», Nordio spinse perché il Csm sottoponesse a procedimento disciplinare i giudici responsabili. Al contrario, scrive il Csm nelle motivazioni, il Guardasigilli avrebbe potuto (e forse dovuto) fare ricorso chiedendo «l’aggravamento della misura cautelare» o impugnare la decisione «per abnormità», quindi per un difetto formale tale da annullare la validità dell’atto. Il titolare di via Arenula si era invece limitato ad agire «in via disciplinare».
La corrispondenza con gli Usa e le rassicurazioni di Nordio: «Provvedimento inattaccabile»
Una ulteriore perplessità, si legge nelle 71 pagine di motivazione, emerge confrontando il comportamento di Nordio nei confronti dell’interlocutore americano. Pur sempre rimanendo «nell’ambito della cornice tecnica qui avallata», quindi quella giuridica, il Consiglio superiore della magistratura evidenzia l’esistenza di una lettera – datata 6 dicembre 2022 – in cui lo stesso Carlo Nordio si schierava in favore dei giudici milanesi. Davanti alla richiesta di Washington di «prendere ogni possibile misura» per riportare in carcere Artem Uss, in attesa della sua estradizione, il Guardasigilli aveva assicurato che la decisione del tribunale era «inattaccabile» e «la più idonea a bilanciare il pericolo di fuga con la libertà di un cittadino extracomunitario».
L’arresto, la detenzione e la fuga di Artem Uss
Artem Uss, dopo una prima fase in cui era rimasto in custodia cautelare presso il carcere di Busto Arsizio «per pericolo di fuga», fu scarcerato il 25 novembre 2022. Secondo la Quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, che già aveva fornito l’ok definitivo all’estradizione, un regime di braccialetto
elettronico e confino domestico sarebbe stato più «idoneo a garantire l’eventuale consegna all’autorità estera». Dalla sua villa di Basiglio, alle porte del capoluogo lombardo, Uss era poi fuggito il 22 marzo rompendo il braccialetto e rientrando in Russia. I complici che lo aiutarono sono ora sotto processo.
(da agenzie)
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