CASSA INTEGRAZIONE, NIENTE SOLDI
TREMONTI PROMETTE OTTO MILIARDI IN DUE ANNI PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI… IN REALTA’ SONO FINANZIAMENTI EUROPEI DESTINATI ALLE REGIONI PER LA FORMAZIONE E GLI AIUTI ALLE AREE SOTTOUTILIZZATE… LE REGIONI NON HANNO MAI DATO IL LORO CONSENSO PER CAMBIARNE LA DESTINAZIONE…
SEMBRA IL GIOCO DEL GRATTA E VINCI, QUA GRATTI E SOTTO NON C’E’ MAI NULLA
Misure anticrisi: non c’e’ accordo sui soldi della cassa integrazione. Vago l’incontro a palazzo Chigi con le parti sociali, rinviato il tavolo tra Governo e Regioni per trovare un’intesa sugli 8 miliardi che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è impegnato a stanziare per andare in soccorso dei lavoratori che perdono il posto di lavoro.
Ci troviamo di fronte a un boom di richieste perchè la crisi lascia le aziende senza ordinativi: rispetto a quanto ipotizzato solo un mese fa, le risorse necessarie per finanziare gli ammortizzatori sociali si sono triplicate.
Il ministro Tremonti ha tranquillizzato il settore, sostenendo che sono a disposizione 8 miliardi per far fronte all’emergenza.
In realtà le cose stanno un po’ diversamente, in primo luogo perchè non si tratta di quattrini a disponibilità diretta dello Stato italiano, ma fondi europei di ritorno finalizzati a settori di intervento precisi, in secondo luogo perchè i soldi sono destinati alle Regioni che li dovranno gestire secondo il programma presentato e non sono erogati direttamente allo Stato.
In ballo ci sono 8 miliardi per i due anni 2009 e 2010 che però sono stati messi nel piatto delle misure anticrisi dal governo prima di avere il via libera delle Regioni.
Puntuale è arrivato il colpo di freno dei governatori che adesso rischia di mettere in seria difficoltà il governo: regioni “fortemente preoccupate” dalla mancanza di una “proposta organica” che non c’e’, in tema di misure anticrisi.
In pratica il governo ora chiede alle Regioni di rinunciare ai finanziamenti europei per spostare la somma sugli ammortizzatori sociali, le Regioni chiedono di avere un ruolo attivo, ma soprattutto che il governo metta mano al portafoglio con risorse proprie, invece che farsi bello con i soldi altrui, operando delle semplici partite di giro e dirottando quattrini destinati ad altri usi.
Le Regioni hanno sottolineato il loro impegno per aiutare imprese e lavoratori in difficoltà , a partire dal sostegno ai confidi per arrivare fino al rafforzamento delle linee di credito con accordi ad hoc con le banche.
I finanziamenti Ue servono in molte Regioni per finanziare i corsi professionali che garantiscono occupazione locale a tempo indeterminato.
L’altra parte dei fondi Ue sono destinati al Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate, che ha normalmente un vincolo di assegnazione prioritaria verso il Sud, circa l’85% del totale.
E mentre le Regioni avevano già programmato dove e come intervenire, il governo non aveva certo caricato nella Finanziaria queste risorse.
Questi “fondi europei” vengono alimentati” anche dai contribuenti italiani, sono risorse che dal nostro ( e altri) Paesi convergono nel monte europeo, là vengono suddivise, per poi essere rispese in Italia per la parte che ci spetta.
L’Europa divide la torta per programmazioni di sei anni in sei anni e destinatarie dei fondi sono le Regioni.
Per questo il governo ha bisogno del loro consenso e meglio sarebbe stato, prima di vendersi l’aiuto di 8 miliardi, chiedere il loro parere almeno.
Perchè la nota stonata è sempre la stessa, una politica di annunci dove non esisterebbe mai alcun problema e “tutto va bene”.
Con i soldi che sembrano la carta da indovinare nel gioco delle tre tavolette, dove un abile mazziere le sposta di continuo e non trovi mai la carta vincente, in questo caso i quattrini…
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